La Global Gateway: una porta sul mondo che l’Unione sta aprendo solo a metà

Per la commissione europea, la Strategia Global Gateway è la chiave per assumere nuovamente un ruolo centrale nella crescita dei paesi meno sviluppati, e quindi un ruolo geopolitico più significativo a livello globale. Non tutti i potenziali beneficiari sono dello stesso avviso.

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  Ilde Mattei
  20 April 2023
  4 minutes, 18 seconds

La Global Gateway: una porta sul mondo che l’Unione sta aprendo solo a metà

Per la commissione europea, la Strategia Global Gateway è la chiave per assumere nuovamente un ruolo centrale nella crescita dei paesi meno sviluppati, e quindi un ruolo geopolitico più significativo a livello globale. Non tutti i potenziali beneficiari sono dello stesso avviso.

Cos’è la strategia Global Gateway?

Il sito della Commissione Europea descrive l’iniziativa come un modo per “raggiungere connessioni sostenibili e affidabili per le persone e il pianeta” che contribuirà “ad affrontare le sfide globali più urgenti”. Più concretamente, si tratta di investimenti fino a 300 miliardi di euro che dal 2021 fino al 2027 stanno venendo mobilitati dall’Unione a favore di paesi meno sviluppati in cinque settori: tecnologie digitali, clima ed energia, trasporto, sanità, istruzione e ricerca.

L’obiettivo geopolitico è assumere nuovamente un ruolo importante e migliorare l’immagine geopolitica europea tramite il finanziamento di progetti che apportino un miglioramento concreto ai beneficiari e che rispettino (e esportino) i valori fondamentali dell’Unione.

I punti di forza

Il 21 giugno, la presidente della Commissione Von Der Leyen ha definito la strategia come un progetto per apportare un “beneficio mutuale e sostenibile”. Effettivamente, vi sono parecchi punti apprezzabili nel disegno della Global Gateway.

Da un punto di vista finanziario, mobilizzare 300 milioni di euro (di cui 150 in Africa) rappresenta un finanziamento cospicuo. Colpisce ancora più positivamente il fatto che questa somma sia investita in termini di sovvenzioni e garanzie, quindi senza i tassi di interesse che stanno danneggiando l’efficacia del corrispettivo cinese, la Belt and Road Initiative (BRI).

Dato che si aspira a migliorare l’immagine europea, l’attenzione verso la sostenibilità ambientale compare tra gli aspetti non negoziabili del project design, anche se “tra le mura europee” non sempre ciò è rispettato. Oltre a ciò, molti dei progetti attuati vertono sulla transizione energetica. Ad esempio, la costruzione di impianti fotovoltaici in Albania e Kosovo o la collaborazione con l’Egitto per la produzione di idrogeno verde.

Punti di debolezza

Le perplessità sulla trasparenza del progetto sono arrivate dagli stessi parlamentari europei a favore dell’iniziativa, e già questo di per sé la dice lunga. In un'interrogazione parlamentare del 26 ottobre 2022, sono emersi dubbi sulla la mancata mobilitazione dei fondi necessari, la deviazione degli aiuti allo sviluppo, l'alienazione dei partner a seguito di un approccio unilaterale e l'aggravamento del debito nei paesi in via di sviluppo.

Paradossalmente, la Commissione sta ripetendo il difetto principale della BRI a cui voleva contrapporsi. Infatti, la graduale perdita di credibilità che l’iniziativa sta subendo è principalmente dovuta alla mancanza di trasparenza per quanto riguarda la mobilitazione dei fondi e l’avanzamento dei progetti in corso.

Inoltre, nonostante l’aspirazione di apportare un “beneficio mutuale”, la mentalità europea è piuttosto unilaterale: i progetti finanziati hanno chiari obiettivi geopolitici, premiano aziende europee e favoriscono gli investimenti privati, lasciando spazio a tutte le potenzialità di instabilità economica che ciò può comportare.

Essendo passati solo due anni da quando la strategia è stata avviata, si può ancora sperare in un miglioramento, soprattutto perché vi è il reale impegno che tutti gli investimenti attuati rispettino i valori e riflettano le preoccupazioni dell’Unione. Democrazia, stato di diritto, elevate norme in materia di sicurezza, lavoro, sanità e rispetto dell’ambiente sono contemplati (almeno a livello teorico e legale) in tutti i progetti. Ciò rappresenta un vantaggio globale importante considerando le recenti perplessità sul modello democratico e l’effetto mitigante che la Global Gateway può attuare a riguardo. D’altra parte, se le difficoltà si confermeranno maggiori dei benefici, il modello di gestione politica autoritaria risulterà ancora più attraente. Vi è una grande responsabilità in gioco, l’Unione è finalmente entrata in campo, si spera che nel secondo tempo giochi una migliore partita.

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Interrogazione parlamentare | Iniziativa "Global Gateway": affrontare i rischi posti dalla mancanza di trasparenza e chiarezza | O-000047/2022 | Parlamento Europeo

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L'Autore

Ilde Mattei

Laureata in Philosophy, International and Economic Studies all’Università Ca’Foscari di Venezia, sta collaborando con un’organizzazione no-profit francese a Strasburgo per creare ed implementare progetti volti alla sensibilizzazione dei giovani sull’importanza di essere cittadini europei.

Si interessa principalmente di migrazione e all’ambiente con l’intento di rendere accessibili a tutt* queste tematiche.

All’interno di Mondo Internazionale è autore per l’area tematica di Organizzazioni Internazionali.

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