Quanto è "radioattiva" l'acqua di Fukushima?

  Articoli (Articles)
  Leonardo Di Girolamo
  21 July 2023
  4 minutes, 49 seconds

L’11 marzo 2011, il più potente sisma mai registrato in Giappone ha colpito per 6 lunghi minuti la prefettura di Miyagi, generando uno tsunami con onde alte oltre 10 metri e che hanno raggiunto una velocità di circa 750 km/h. Un disastro fuori scala, che ha spostato l’asse terrestre di circa 17 centimetri, e il cui numero delle vittime ufficiali ammonta a quasi 16mila. Nonostante l’immensità di questa calamità, l’opinione pubblica ricorda l’evento soprattutto in relazione all’incidente nucleare di Fukushima Dai-ichi, tema ad oggi nuovamente attuale per via delle recenti decisioni della politica giapponese in merito.

Cos’è la famosa “acqua di Fukushima”?

In seguito al meltdown dei noccioli della centrale, dovuto al maremoto che ha colpito l’area, grandi quantità di acqua sono state utilizzate per raffreddare i reattori. La Tokyo Electric Power (TEPCO), l’operatore della centrale di Fukushima, dispone di oltre 1.000 serbatoi attualmente pieni al 98%. L’acqua in essi contenuta, precedentemente utilizzata per raffreddare la centrale, è stata purificata tramite un sistema chiamato ALPS (Advanced Liquid Processing System): questo processo è in grado di rimuovere la quasi totalità dei radionuclidi, fatta eccezione per il trizio (il terzo isotopo dell’idrogeno, indicato dal simbolo 3H). Le quantità di trizio contenute sono comunque bassissime: si tratta di circa 3g di trizio su un totale di 1,3 milioni di metri cubi d’acqua.

Decisioni nazionali e reazioni internazionali

Ha destato molto scalpore la decisione presa dalla politica giapponese, che è intenzionata a rilasciare nell’oceano l’acqua trattata e immagazzinata nei serbatoi della TEPCO: l’opposizione all’interno del paese non pare molto rumorosa, ma è sul piano internazionale che si registrano i movimenti più agitati. Quasi venti governi si sono opposti a questa decisione, fra cui spiccano paesi vicini come Cina, Russia, Sud Corea, ma anche potenze lontane dall’Oceano Pacifico come la Germania, che hanno sollevato preoccupazioni più o meno scientifiche. D’altra parte, un supporto più timido arriva dalla IAEA (International Atomic Energy Agency) e dal Segretario di Stato americano Antony Blinken. Trattandosi, tuttavia, di un argomento prettamente scientifico, le opinioni politiche lasciano il tempo che trovano.

Contestualizziamo

Diamo un’occhiata ai dati: la TEPCO ha annunciato l’attività del trizio presente nell’acqua che sarà rilasciata in oceano sarà inferiore a 1.500 Bq/L. I regolamenti giapponesi prevedono un limite massimo di 60.000 Bq/L, mentre le guide linea dell’OMS indicano che, al di sotto di 10.000 Bq/L, si può addirittura parlare di acqua potabile. Inoltre, l’acqua triziata è una sostanza estremamente comune in natura: basti pensare che la pioggia che cade sul Giappone ogni anno equivale a circa 200 trilioni di Becquerel l’anno. E soprattutto, non bisogna certo dimenticare che l’acqua degli oceani è già radioattiva, e non certo per via delle centrali nucleari: le sorgenti più comuni sono il Potassio-40, il Rubidio-87, il Carbonio-40 e, soprattutto, l’uranio, presente in quantità maggiore negli oceani che nelle terre emerse. Bisogna anche ricordare che l’Oceano Pacifico è il più grande oceano al mondo, e contiene circa la metà dell’acqua di tutti gli oceani: pertanto, una dispersione delle acque contenute nei serbatoi della TEPCO sarebbe molto più trascurabile.

Ipocrisia internazionale

Il rilascio di acqua triziata non è certamente una novità introdotta dal Giappone: è in realtà una metodologia comune, già adottata da altri paesi. È importante sottolineare due aspetti. Innanzitutto, si stima che il piano del Giappone rilascerebbe in oceano circa 22 trilioni di Becquerel l’anno, un dato assolutamente inferiore se comparato ad altri impianti nucleari che, con la stessa prassi, rilasciano fino a 220 trilioni di Becquerel l’anno senza alcuna conseguenza per la salute (in questo caso, riferendoci alla centrale nucleare di Darlington, in Canada). E inoltre, fra le altre centrali nucleari che rilasciano acqua triziata vi sono anche quella di Hongyanhe in Cina e quella di Kori in Corea del Sud, due paesi che criticano fortemente la strada intrapresa dal Giappone.

Chi fa più danni: la “radioattività” o l’ignoranza?

Insomma, la “radioattività” dell’Oceano Pacifico ammonta a circa 8 milioni di Peta-Becquerel (8.000.000.000.000.000.000.000 Bq, un numero incomprensibile per la mente umana), ma la polemica internazionale è scoppiata riguardo ad un rilascio relativamente minimo di acqua triziata (stimata intorno ai 22 trilioni di Becquerel, lo 0.000000275%) che avverrà nel corso di decenni e in punti diversi dell’Oceano – al fine di aumentare ancora di più l’effetto di diluzione – e che viene attaccato principalmente da paesi che seguono già la stessa metodologia, rilasciando ogni anno quattro volte di più la quantità di acqua triziata in discussione.

Per quanto, di fronte a questi dati, la questione sembri paradossale, ci saranno effettivamente delle conseguenze negative. Ci si può ragionevolmente aspettare che i pesci pescati nei mari limitrofi al Giappone saranno considerati “pericolosi” o addirittura “radioattivi” dal consumatore medio: è notizia recente infatti che Hong Kong, uno dei più grandi importatori di pesce giapponese, metterà al bando l’importazione del pescato da dieci prefetture giapponesi. A colpire i pescatori non sarà dunque la “radioattività” dei pesci, ma la paura diffusa, paura che però non è sostenuta da alcun dato scientifico.

La storia dell’incidente nucleare di Fukushima, già protagonista di un incalcolabile numero di fake news da tutto il mondo, ci ha già insegnato che la vera fonte di avvenimenti disastrosi spesso è la paura stessa, a braccetto con l’ignoranza. Le acque di Fukushima sono solamente un anello di questa catena, e purtroppo, non saranno l’ultimo.

Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2023

Fonti consultate per il presente articolo:

https://unsplash.com/it/foto/g...

http://earthquake.usgs.gov/ear...

https://www.ansa.it/sito/notiz...

https://www.associazioneitalia...

https://www.bloomberg.com/news...

https://www.meti.go.jp/english...

https://sites.google.com/isu.e...

https://edition.cnn.com/2023/0...

https://www.bloomberg.com/news...

Share the post

L'Autore

Leonardo Di Girolamo

Tag

energia nucleare fukushima trizio acque territoriali Oceano Pacifico acque internazionali