Vaccini: quando e perché sottoporsi alle vaccinazioni per il COVID, RSV e l’ influenza in autunno

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  Redazione
  22 September 2023
  4 minutes, 55 seconds

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, Specialista in Otorinolaringoiatria e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Siamo all'inizio della stagione respiratoria autunnale e già in questa prima settimana di settembre c'è molta interesse per l'autorizzazione concessa dalla Food and Drug Administration (FDA) e sul supporto del “Centers for Disease Control and Prevention” (CDC) per il nuovo vaccino aggiornato di richiamo per il COVID-19.

Ma, quest’anno c’è una novità: non c’è solo il Covid.

Per la prima volta è disponibile un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), più che raccomandato per le persone di età superiore ai 60 anni e per tutte le donne in gravidanza.

In più ci sono le annuali preoccupazioni per l’epidemia influenzale.

Ovviamente sorgono alcune domande :

Chi dovrebbe preoccuparsi maggiormente? Qual è il momento ottimale per praticare uno o più di questi richiami? Quanto tempo si deve aspettare per fare il nuovo richiamo se di recente hai avuto il COVID in forma acuta?

Gli studiosi della “Infectious Diseases Society of America” hanno risposto compiutamente a tali quesiti.

Anche se il CDC ora raccomanda il nuovo vaccino COVID-19 per ogni cittadino con età superiore ai 6 mesi, le persone a rischio più elevato con più di 65 anni e quelle con patologie preesistenti, dovrebbero praticare il vaccino il prima possibile.

E’ necessario sottolineare che, sebbene le persone di ogni età possano trarre beneficio dalla vaccinazione contro il Covid-19, il beneficio maggiore si ottiene per le persone col maggior rischio di contrarre il Covid-19 in forma grave, seguita da ricovero ospedaliero con distress respiratorio.

Per quanto riguarda i tempi dei vaccini antinfluenzale e RSV, questi possono essere somministrati anche in forma combinata. Tuttavia le iniezioni possono anche essere distanziate una dall’altra.

Per l’RSV, il bisogno non è urgente per cui le persone dovrebbero parlare del rischio con i loro medici circa la loro necessità ed i tempi di somministrazione.

Allora perché offrire il vaccino a quasi tutta la popolazione?

Le persone giovani e sane corrono un rischio davvero molto basso.

Il rischio più elevato di COVID è molto più evidente nell’età avanzata.

Il CDC elenca molte di tali condizioni e fattori sottostanti che possono esporre un individuo a un rischio più elevato di esiti gravi da COVID.

Di seguito sono elencate le principali categorie, in ordine alfabetico. Possono esserci altre condizioni rare che aumentano il rischio di malattia, quindi le persone dovrebbero verificarlo con il proprio medico:

Neoplasie maligne

Nefropatia cronica

Epatopatia cronica

Pneumopatia cronica

Fibrosi polmonare cistica

Demenza o altre condizioni neurologiche croniche e simili

Diabete (tipo 1 o tipo 2)

Disabilità varie

Cardiopatie varie

Deficit immunitario da HIV

Malattie con deficit immunitario

Malattia psichica

Obesità

Inattività fisica

Gravidanza

Anemia falciforme o talassemia

Fumatori, attuali o pregressi

Trapianto di organi solidi o cellule staminali del sangue

Malattie neurovascolari

Disturbi da uso di sostanze stupefacenti

Tubercolosi

E se avessi avuto il COVID quest’estate?

La raccomandazione ufficiale del CDC è quella di fare un richiamo almeno 2 mesi dopo l'ultima vaccinazione e almeno 3 mesi se si è avuta un'infezione recente da virus COVID-19.

Detto questo, è buona norma per ognuno tener conto della propria situazione clinica, da valutarsi attentamente col proprio medico. Coloro che sono già classificabili come ad alto rischio, ad esempio, potrebbero avere la necessità di ricevere il richiamo COVID all’inizio del periodo di ammissibilità e disponibilità del vaccino.

Chi invece fosse a basso rischio di esposizione e usa nell’ordinario molte misure di profilassi personale, potrebbe aspettare più a lungo e considerare col proprio medico se sia possibile o meno estendere ulteriormente la protezione vaccinica dopo l’infezione naturale.

È anche la stagione dell'influenza e dell'RSV…!

Per quanto importante sia la protezione dal COVID, dobbiamo pensare che la scienza ci mette oggi a disposizione ulteriori vaccini che possiamo utilizzare per proteggerci da altri virus respiratori anch’essi subentrati pericolosamente in circolazione: a prescindere dal solito virus influenzale c’è il virus respiratorio sinciziale (RSV).

Le odierne raccomandazioni dell’autorevole ”Infectious Diseases Society of America” sono quelle di vaccinare contro l’influenza tutti i bambini dai 6 mesi in su.

È anche importante immunizzare non solo il bambino ma anche tutti i componenti del nucleo familiare, ancor più se in famiglia ci sono piccoli di età inferiore a 6 mesi.

Per quanto riguarda l’RSV, ogni anno negli USA più di 2 milioni di visite mediche per bambini sotto i 5 anni vengono correlate all’RSV, con la maggior parte delle visite tra neonati sani.

Anche se non esiste un vaccino contro l’RSV approvato per i bambini più piccoli, ad agosto scorso il CDC ha raccomandato l’utilizzo di un nuovo “anticorpo monoclonale” iniettabile, per tutti i bambini di età inferiore a 8 mesi e per altri più grandi.

Tale trattamento preventivo è importante in quanto l’RSV può causare gravi malattie e complicazioni in questa popolazione infantile molto giovane.

Anche gli anziani corrono un rischio maggiore di contrarre una grave malattia da RSV.

Molti conoscono l'importanza di farsi vaccinare annualmente contro l'influenza, ma la maggior parte non sa quale rischioso problema possa rappresentare l'RSV per gli anziani, come dicono le recenti ed estese ricerche epidemiologiche.

Il CDC stima che l’RSV negli USA sia responsabile di circa 160.000 ricoveri ospedalieri e tra 6.000 e 10.000 decessi tra gli anziani all’anno.

Il rischio è maggiore per i più anziani con cardiopatie, pneumopatie croniche, sistema immunitario indebolito e adulti che vivono in case di cura per lungodegenti.

Le persone di età pari o superiore a 60 anni dovrebbero parlare con il proprio medico per determinare e decidere se la vaccinazione contro l’RSV sarà salutare per loro oppure no.

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