Burrasca politica in Germania: la ribalta degli estremismi

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  Michele Magistretti
  01 febbraio 2024
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Hanno destato molta attenzione le recenti manifestazioni oceaniche che hanno avuto luogo in Germania come forma di protesta e contrasto all’ascesa del partito di estrema destra Alternative fur Deutchland (AfD), che secondo alcuni sondaggi veleggia ormai intorno al 25% dei consensi. Ma ad uno sguardo più attento, la ribalta di AfD rappresenta solo una parte delle novità che stanno sconvolgendo la politica del paese teutonico.

Vediamo quindi quali sono i nuovi attori che hanno fatto la propria ribalta nel palcoscenico della politica del “gigante d’Europa” e le possibili conseguenze nello scenario interno.

La cavalcata di AfD: tra radicalizzazione e legami esterni

Il partito di destra radicale AfD non è solo sempre più vicino a personaggi della galassia di estrema destra extraparlamentare del mondo germanico come l’austriaco Martin Sellner, ma ha un rapporto sempre più “simbiotico” con quello che potrebbe essere definito il partito gemello austriaco, il Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ). Dalla scalata alla dirigenza del nuovo leader, Herbert Kickl, il partito di destra austriaco è passato da una connotazione nazional-populista a una deriva che potrebbe essere definita propriamente völkisch, quindi con tratti sempre più etnico-identitari. All’incontro segreto in cui si è discusso di “remigrazione” pare non fossero presenti membri del partito austriaco, ma alcuni dei suoi membri non sembrano disdegnare l’idea. Il rapporto non passa solo attraverso la vicinità ideologica ma anche verso lo scambio di personale. All’interno della dirigenza di AfD o durante eventi politici organizzati dal partito tedesco si possono ritrovare dirigenti intermedi o ex consulenti del partito austriaco.

La svolta sempre più estrema di AfD è rilevabile anche dal rischio che incorre il suo candidato per le elezioni statali in Turingia, Björn Höcke, di veder sospesi alcuni suoi diritti costituzionali, in quanto considerato estremista. Höcke è anche il leader della fazione più estrema di AfD, Der Flüge (L’Ala), che negli ultimi anni ha lavorato per emarginare e poi espellere le figure più moderate, come gli ex leader Jörg Meuthen e Frauke Petry. Meuthen e Petry avevano a loro volta spodestato gli originari fondatori per spostare a destra il partito, per poi abbandonarlo entrambi dopo essere stati sconfitti dalla fazione più estrema.

La deriva dei due partiti è evidente anche dalla radicalizzazione delle rispettive ali giovanili. Nell’estate del 2023 la procura di Vienna ha denunciato l’ala giovanile della FPÖ per un video per cui vi era il sospetto vi fosse propaganda nazionalsocialista. Il candidato di punta per le elezioni europee di AfD, Maiximilian Krah, è noto per essere legato agli ambienti di estrema destra austriaci.

Nuovi attori: la ribalta dei "rossobruni" e degli islamisti

A gennaio le novità vengono anche dalla sinistra del panorama politico. L’eccentrica e populista ex leader del partito di sinistra radicale Die Linke, Sahra Wagenknecht, ha lanciato il proprio partito. La sua piattaforma politica mescola in maniera sincretica posizioni decisamente di sinistra sul lato socioeconomico, una politica estera anti-atlantista, un moderato euroscetticismo e una visione securitaria riguardo la gestione del tema migratorio. Con una retorica populista e anti-establishment si scaglia contro le ipocrisie e inefficienze della “coalizione semaforo” (SPD-FDP-Grüne) attualmente al potere e promuove l’aumento del salario minimo, delle pensioni e il contenimento dei prezzi dell’energia. Propone anche la fine degli aiuti militari all’Ucraina e sostiene sia necessario il ristabilimento dei rapporti economici con Mosca e una indipendenza europea dagli Stati Uniti riguardo le decisioni di politica estera. I primi sondaggi vedono il suo partito, Bündnis Sahra Wagenknecht (Coalizione Sahra Wagenknecht), oscillare tra il 3% e il 7% dei voti.

Tra la CDU e AfD fa invece la sua comparsa un nuovo soggetto politico, Werte Union, (Unione dei Valori) figlio della ribellione alla CDU dell’ex controverso presidente dei servizi segreti interni, Hans-Georg Maaßen. L’obbiettivo di questa nuova formazione politica potrebbe essere duplice: da una parte vi è il tentativo di raccogliere il voto più conservatore sfiduciato dagli anni del centrismo merkeliano e dall’altro l’intento di agire da ponte di collegamento tra i popolari e il partito di estrema destra, con il fine di giungere a un grande governo di coalizione tra tutte le destre.

Infine, l’ultimo terremoto ad aver sconvolto la politica teutonica nel mese di gennaio è la nascita ufficiale del primo partito islamista, il Dava Partei, che si prepara a correre alle elezioni europee. Questa nuova formazione politica è considerata da molti analisti il braccio tedesco dell’AKP turco del presidente Erdoğan. Inoltre, il nuovo partito è collegato al DİTİB e al IGMG, due associazioni islamiche controllate dal ministero degli affari religiosi turco e alla UID, una organizzazione di lobby collegata al partito AKP, al cui vertice siede un estremista di destra nazionalista turco. 

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Michele Magistretti

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Europa Società

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