Il cambiamento climatico è già in atto e sta avendo conseguenze sui nostri territori, soprattutto con eventi estremi come ondate di freddo o di caldo. Il clima che cambia lo si vede tutti i giorni uscendo di casa e si sa che in gran parte è colpa delle azioni umane e della società, la quale produce troppi rifiuti spesso rilasciati incautamente nell'ambiente.
Ma il cambiamento climatico ha grossi effetti anche sul cibo, il quale risente del clima impazzito e potrebbe ridursi drasticamente se non si attuano in tempo le giuste misure, si cambia il modo di alimentarsi e se non si migliora il rapporto che abbiamo con gli alimenti.
Basti pensare a quanto sia salito il prezzo del cibo, per capire che ormai non si può ignorare la questione e pensare che la penuria di cibo sia un problema che non ci riguardi. Gli esperti stanno ideando delle apposite campagne “per denunciare come il clima abbia inciso drammaticamente sulla produzione di alcuni prodotti tipici del nostro territorio e i prezzi siano schizzati alle stelle. Danni enormi per la produzione italiana nel 2021, con cali fino al 95% per il miele e dell’80% per l’olio in alcune regioni del centro-nord. Con potenziali ripercussioni anche per la disponibilità di prodotti agro-alimentari sui mercati locali: i consumatori potrebbero essere gravemente colpiti dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari quali frutta e verdura, alla base delle diete sostenibili”.
Le quantità di cibo diminuiscono con il cambiamento del clima, di conseguenza, i prezzi si alzano e la fetta più debole della popolazione si ritrova in difficoltà, non potendo più permettersi di mangiare in modo sano ed equilibrato.
Cibo e cambiamento climatico, in fondo, sono due crisi che vanno di pari passo. Con l'aumento delle temperature, i terreni hanno meno nutrienti e dunque diminuiscono anche le colture, aggiungendo a questo il terribile effetto degli eventi meteorologici estremi, i prezzi aumentano e sono sempre meno le persone che possono permettersi di mangiare in modo sano.
La relazione tra clima e cibo è a doppio senso: l’agricoltura e l’intera filiera alimentare sono tra le cause primarie del cambiamento climatico, il quale, a sua volta colpisce in modo particolarmente grave i sistemi alimentari, costituendo uno dei fattori principali dell’aumento della fame nel mondo negli ultimi anni.
La grande volatilità dei pezzi dei generi alimentari è sintomo che qualcosa sul nostro pianeta non funziona, che qualcosa non sta andando nella direzione giusta. I prezzi alimentari sono importantissimi, da questi dipende la salute della popolazione più povera. Nel caso in cui i costi delle derrate alimentari dovessero salire molto, queste persone si troverebbero a non poter più comprare da mangiare e andrebbero a ingrossare il numero di coloro che sono obbligati a rivolgersi alle mense pubbliche.
Le recenti guerre, prima in Ucraina e poi in Israele, hanno reso inagibili molti terreni che prima venivano coltivati e permettevano di ottenere cibo per tutti. Meno risorse alimentari vuol dire che tante persone sono costrette a vivere in povertà, dipendendo solamente dagli aiuti internazionali.
Purtroppo, a causa del cambiamento climatico, il cibo possiede meno sostanze nutritive ed è quindi meno adatto al nostro sostentamento. Il nostro rapporto con il cibo è sempre stato squilibrato: si coltivavano e si lavoravano i terreni fino a quando non diventavano sterili; alla fine bisognava ricavarne altri disboscando e deforestando. Ciò ha messo sempre più a rischio il nostro pianeta e adesso il suolo è sempre più esposto ad erosione e frane.
C'è una necessità urgente di comprendere che questo atteggiamento sta mettendo l'umanità in una situazione da cui poi non potremo più uscire. Danneggiare il pianeta vuol dire condannare noi stessi perché ci toglie la possibilità di nutrirci e di essere in salute.
In conclusione, non dovremmo più pensare al cibo come una cosa scontata: avere un buon rapporto con gli alimenti, non sprecarli e trattare meglio il pianeta è l’unico modo per garantire a tutti accesso al cibo sano.
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L'Autore
Valeria Fraquelli
Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.
Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.
La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.
La frase che più mi rappresenta è “Volere è potere”.
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