Consiglio Agricoltura: la revisione della PAC non frena le proteste degli agricoltori

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  Tiziano Sini
  30 marzo 2024
  2 minuti, 58 secondi

Come testimoniano le prime bozze che stanno circolando, durante il Comitato Speciale Agricoltura, in seno al Consiglio Agricoltura, sarebbe stato raggiunto un’intesa fra le parti per modificare l’architettura della PAC (Politica agricola comune). Una tappa fondamentale dopo le pesanti proteste che hanno attraversato l’Europa negli ultimi mesi.

La notizia non può di certo suonare come stupefacente, soprattutto se letta ed analizzata in un momento delicato per l’UE, dove le pressioni messe in atto dal cosiddetto “movimento dei trattori” sia a livello nazionale, che europeo, ma anche all’imminente scadenza elettorale di giugno, in un momento dei più delicati nella sua recente storia, hanno costituito due aspetti dirimenti sul piano negoziale.

Di fatto quanto intrapreso a livello istituzionale è l’attuazione delle rivendicazioni già esposte a vari livelli, in particolar modo la richiesta di una crescente semplificazione, che comporti anche la riduzione di oneri amministrativa; oltre ad una maggiore flessibilità, soprattutto per quanto riguarda il rispetto di determinate condizioni ambientali.

Questa decisione va ad impattare, in particolare, su alcuni elementi afferenti al regolamento sui Piani Strategici della PAC[1], oltre che sul Regolamento sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune (anche definito come “regolamento orizzontale”)[2].

Ovviamente la grande sfida, nonché elemento dirimente per il futuro, resta la ricerca di un equilibrio fra le istanze degli agricoltori e gli ambiziosi obiettivi posti dalle stesse Istituzioni europee, che tuttavia non pare così scontato.

Un primo elemento utile per misurare o comunque per avere contezza di quanto sopra enunciato è l’esempio delle modifiche degli standard relativi alle cosiddette Buone Condizioni Agricole ed Ambientali (BCAA)[3], in precedenza proposte dalla Commissione.

Questi nove standard, definiti anche condizionalità, sono al momento i pilastri che regolano il sostegno finanziario fornito agli agricoltori tramite la PAC, con particolare riferimento agli obiettivi ambientali e climatici ritenuti dirimenti per il rispetto degli ambiziosi obiettivi sanciti dalle istituzioni europee per i prossimi decenni.

A tal proposito sono stati introdotti alcune specifiche deroghe ad alcuni di questi standard come la BCAA 6, relativa alla protezione del suolo, con la possibilità di concedere agli Stati maggior autonomia e possibilità di scelta; così come la BCAA 7, afferente alla rotazione delle colture, che per quanto rimanga vigente come principio per la tutela del territorio, in alcune aree critiche potrà essere sostituita dalla diversificazione.

Queste sembrano solamente alcuni delle prime tappe di un percorso di revisione che potrebbe apparire, oltre che molto profondo, anche molto lungo, con i vari passaggi, come nel caso preso in esame, che dovranno coinvolgere il Parlamento ed il Consiglio.

Per quanto, infatti, la partita venga trattata con celerità e urgenza, i tempi operativi saranno piuttosto lunghi, come affermato anche dai rappresentanti europei, che stimano la conclusione dell’iter per l’inizio dell’estate.

Una cosa però sembra certa, anche osservando le immagini provenienti da Bruxelles, le proteste non sembrano per il momento placarsi, con gli agricoltori che hanno allestito diversi presidi e portato avanti le proteste come era già capitato, facendo presagire quanto la partita sia ancora aperta sul tema, soprattutto adesso con le elezioni europee alle porte[4].



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Tiziano Sini

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