Da un possibile conflitto alla cooperazione: la Turchia ha messo d'accordo Somalia ed Etiopia?

In dicembre, il Presidente della Turchia, ha ospitato ad Ankara una conferenza durante quale sono state poste le basi per un nuovo accordo fra Somalia ed Etiopia.

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  Matteo Francescucci
  29 gennaio 2025
  3 minuti, 54 secondi

Mercoledì 11 dicembre. Sarebbe potuto essere un giorno qualunque in Turchia, così come nel Corno d'Africa. Tuttavia, è accaduto qualcosa che sicuramente rimarrà nella storia della regione: ad Ankara si è tenuta un'importante conferenza congiunta tra i Capi di Stato di Turchia, Etiopia e Somalia, un evento che ha certamente sorpreso gli altri attori economici regionali e gli analisti di tutto il mondo, considerando le gravissime frizioni che si erano verificate negli ultimi mesi tra i due Paesi africani.

La conferenza ha posto le basi per rapporti completamente nuovi tra i due Paesi del Corno d'Africa, rafforzando ulteriormente l'influenza di Ankara nell'area così come la sua reputazione di mediatore. Sembra, infatti, che Mogadiscio e Addis Abeba abbiano raggiunto un'intesa per firmare un trattato ad aprile, in base al quale la Somalia si impegnerà a concedere uno sbocco sul mare all'Etiopia. Quest'ultima aveva precedentemente riconosciuto la sovranità del Somaliland, che proprio lo stesso giorno eleggeva un nuovo presidente.

La conferenza è storica per diversi motivi. Innanzitutto, perché l'Etiopia ha sconfessato la sua precedente linea di politica estera ed economica, che aveva generato gravi tensioni nella regione, coinvolgendo anche l'Eritrea. In secondo luogo, perché la probabilità di un conflitto tra Somalia ed Etiopia è, almeno per ora, diminuita drasticamente. A questo proposito, è necessario sottolineare come l'Egitto avesse inviato armi a Mogadiscio per mettere in allerta Addis Abeba, a causa della disputa tra Il Cairo e l'Etiopia sull'imponente diga etiope sul Nilo. Tuttavia, il risultato più importante riguarda la sovranità somala, che esce notevolmente rafforzata dall'accordo. Questo è dovuto all'improvvisa svolta di Addis Abeba, che ha indirettamente sconfessato gli accordi precedenti, nei quali riconosceva la sovranità del Somaliland in cambio di una significativa concessione di 20 chilometri di costa e dell'utilizzo del porto di Berbera.

Un'altra ragione per cui questo risultato è considerato storico riguarda la Turchia, che rafforza in maniera significativa la sua posizione e influenza nell'area, a scapito di altri attori come gli Emirati Arabi Uniti. Il successo delle negoziazioni dimostra una predisposizione degli attori verso una de-escalation delle tensioni, oltre che la volontà di evitare ulteriori conflitti in una regione già martoriata da violenze estenuanti. Pertanto, il sostegno turco al dialogo e le nuove intenzioni di Addis Abeba potrebbero aprire un capitolo nuovo nella storia della regione e della Somalia, che dopo anni può intravedere una speranza, nonostante le attuali e durissime difficoltà interne.

Durante la conferenza, Erdoğan ha parlato delle necessità dell'Etiopia, affermando che "suo fratello" Sheikh Mohamud, il Presidente della Somalia, darà "il supporto necessario per l'accesso al mare" al Paese più popoloso al mondo senza sbocco sul mare. Inoltre, la Somalia ha sottolineato di aver lasciato alle spalle i tempi del sospetto, preferendo quelli della cooperazione, che favoriranno la crescita economica e le strategie future di entrambi i Paesi, oltre a rafforzare la fragilissima sovranità somala.

La fase di negoziazione e dialogo, finalizzata all'accettazione di un trattato per definire i termini dell'accordo, proseguirà fino alla fine di febbraio e dovrebbe concludersi – salvo imprevisti o mosse inaspettate da parte di altri attori regionali – ad aprile. Tra gli attori coinvolti, oltre agli Emirati Arabi Uniti e a diversi Paesi del Golfo e dell'Africa Orientale, ci saranno anche gli Stati Uniti, che tramite il loro ambasciatore si erano congratulati per l'elezione del nuovo presidente del Somaliland, definendo la Repubblica "uno dei migliori esempi di democrazia [...] in Africa".

Inoltre, pochi giorni dopo la conferenza e direttamente da un evento che si stava tenendo a Erzurum (Turchia), il Presidente Erdoğan ha rilanciato che entro i primi due mesi del nuovo anno avrebbe visitato ancora la Somalia.

Gli interrogativi sulle trattative e sugli altri attori restano numerosi, tra chi potrebbe essere interessato a destabilizzare l'area e chi, invece, punta esclusivamente alla normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi. La sensazione è che, per ora, sia stata scritta più di una semplice pagina di storia, che attende ancora di essere completata in un'atmosfera di attesa, cautela e speranza.

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Matteo Francescucci

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