Forum Trans-Mediterraneo di Tripoli: un rinnovato approccio nella gestione delle crisi migratorie.

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  Matteo Francescucci
  27 luglio 2024
  3 minuti, 30 secondi

Il Forum Trans-Mediterraneo sulla Migrazione, tenutosi a Tripoli il 17 luglio 2024, ha riunito leader e rappresentanti di 28 paesi africani ed europei per affrontare la crisi migratoria. L'obiettivo principale dell'evento è stato quello di discutere ed approfondire le misure di cooperazione e sviluppo nell'ottica di soluzioni sostenibili per la gestione dell'immigrazione irregolare. Tra i presenti, oltre ai rappresentanti di Malta, Spagna, Ciad, Tunisia e Niger, c'erano anche rappresentanti della Lega Araba, dell'Unione Africana e dell'Unione Europea. Non hanno partecipato all'evento Egitto, Marocco e Francia.

Durante il forum, il Primo Ministro Abdulhamid Dbeibah del Governo Libico di Unità Nazionale ha sottolineato l'importanza di indirizzare i fondi destinati alla gestione della migrazione verso i paesi d'origine dei flussi migratori, per migliorarne lo sviluppo e la stabilità. Dbeibah ha criticato l'approccio alla crisi degli ultimi 50 anni e ha sottolineato che Tripoli "è sotto pressione" sia da Sud che da Nord. Il Ministro Emad Al-Trabelsi, nei giorni antecedenti al forum, aveva già evidenziato come la crisi fosse peggiorata negli ultimi anni, esprimendo le difficoltà nella gestione dei 2,5 milioni di immigrati residenti in Libia.

Sullo stesso punto, il PM Dbeibah ha proseguito evidenziando l'importanza di una visione strategica condivisa, oltre che di un'assunzione di responsabilità collettiva nella gestione della crisi, soffermandosi sui tragici effetti umanitari del fenomeno migratorio. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni - accompagnata dal Ministro Piantedosi - ha ribadito l'impegno dell'Italia nell'affrontare le cause alla radice della migrazione attraverso una stretta cooperazione strategica "fra pari" rimarcando come lo spirito del Forum fosse "pienamente in linea con il metodo di lavoro che l’Italia ha adottato a partire dall’insediamento del Governo Meloni nel 2022, come dimostrano la Conferenza di Roma del luglio 2023 e il lancio del Piano Mattei". 

Meloni ha insistito sull'importanza di lavorare in partenariato con i paesi di origine e di transito dei migranti, sottolineando l'impegno costante dell'Italia nella lotta contro le reti criminali di trafficanti di esseri umani e nello sviluppo di rotte migratorie legali e sicure. Significativa è stata anche la partecipazione del Presidente del Ciad Mahamat Idriss Deby Itno, che è intervenuto a sostegno dello sviluppo di soluzioni innovative e progetti con i paesi di origine dei flussi, dato che il Ciad è uno dei principali paesi di transito. Dbeibah ha infatti dichiarato che "i paesi del Sahel non sono più solo paesi di transito e il crescente numero di migranti ci impone una responsabilità morale e di sicurezza per sviluppare soluzioni globali che affrontino la questione tempestivamente e garantiscano una vita dignitosa ai cittadini africani nei loro paesi d'origine".

A preoccupare Meloni e i sostenitori del Governo di Unità Nazionale è soprattutto la presenza russa in Cirenaica e in Sudan; la Presidente del Consiglio ha già effettuato una visita in Cirenaica a maggio, discutendo la questione con il Generale Haftar. La problematica è riemersa con il sequestro di armi e componenti di droni cinesi diretti verso il porto di Bengasi, avvenuto a Gioia Tauro ad opera della Guardia di Finanza col supporto dell'intelligence statunitense.

Per quanto riguarda la partecipazione maltese, il Primo Ministro Robert Abela era presente a Tripoli anche il 16 luglio per rinsaldare i rapporti tra Tripoli e La Valletta, rinnovando il Memorandum siglato nel 2020 sul contrasto all'immigrazione illegale. Abela ha ribadito l'importanza della cooperazione multilaterale in questo ambito, soffermandosi sul contrasto alle organizzazioni criminali che trafficano esseri umani.

Il Forum si è rivelato un'occasione importante per la discussione di un nuovo approccio Europeo e Mediterraneo, basato su una più stringente cooperazione strategica con al centro del dibattito i Paesi del Sahel. Inoltre, il Governo di Unità Nazionale di Tripoli, ha cercato di sfruttare l'occasione per rafforzare la propria posizione internazionale, puntando ad ottenere un maggiore sostegno diplomatico ed economico, in ottica di contrasto ai fattori di destabilizzazione endogeni ed esogeni a tutela della stabilità politica, dello sviluppo e della sicurezza della regione. All'interno di questo quadro, il ruolo di Roma potrebbe divenire sempre più pivotale nell'ambito di un rafforzamento delle relazioni e della cooperazione con i Paesi del Sahel.

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Matteo Francescucci

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