Framing The World, Edizione CVI

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  Redazione
  17 aprile 2023
  19 minuti, 11 secondi

Framing The World, Edizione CVI

Nell’ultimo numero di FtW ci occupiamo della visita congiunta di Von der Leyen e Macron in Cina, e, in seguito, di quella del Presidente brasiliano Lula. In Africa, invece, descriviamo le vecchie e nuove tensioni verificatesi in Sudan. Tutto questo e molto altro nel 106° numero di Framing the World!

DIRITTI UMANI

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

AFRICA SUB SAHARIANA

AMERICA DEL NORD

AMERICA LATINA

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

EUROPA ORIENTALE E RUSSIA

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE




DIRITTI UMANI

Iran, la polizia sta installando telecamere per individuare le donne che non indossano l’hijab. Dalla morte di Mahsa Amini lo scorso anno, molte donne hanno iniziato a ribellarsi smettendo di indossare il velo in segno di protesta. Per questo motivo, la polizia iraniana ha annunciato l’introduzione di videocamere con l’obiettivo di favorire il rispetto dell’obbligo di indossare il velo in pubblico. Obbligatorio dal 1979, l’hijab viene definito dalla polizia come “uno dei fondamenti della civiltà della nazione iraniana”. Grazie alle telecamere, una volta individuate le donne senza hijab, esse verranno informate tramite messaggio delle conseguenze legali di questo gesto. In seguito, saranno denunciate. Le denunce avverranno anche per coloro che non rispettano tale obbligo all’interno dei veicoli.

(Chiara Giovannoni)

La pillola abortiva viene sospesa da un giudice in tutti gli Stati Uniti. Ad un anno dal ribaltamento della sentenza Roe v.Wade, la parola sul diritto all’aborto torna alla Corte Suprema. In Texas, un giudice federale di estrema destra, Matthew Kacsmaryk, ha bloccato l’approvazione del mifepristone, steroide sintetico che blocca l’azione del progesterone, andando a proibire a livello nazionale una pillola abortiva. La sentenza è stata emessa in seguito alla presentazione di una petizione da parte dell’Alliance Defending Freedom, precedentemente coinvolta nelle azioni che hanno portato all’annullamento della sentenza Roe v. Wade. In seguito, un altro giudice federale, Thomas O. Rice, ha invece emesso un’ordinanza contraria che vieta alla Food and Drug Administration di ritirare il farmaco. La sentenza di Kacsmaryk potrebbe eliminare il diritto alla pillola abortiva anche negli stati con accesso legale all’aborto.

(Chiara Giovannoni)

Israele, violento attacco ai palestinesi ad Al-Aqsa. La Moschea di Al-Aqsa, situata nella Città Vecchia di Gerusalemme, è stata oggetto di un violento attacco da parte delle forze di sicurezza israeliane nella serata del 5 aprile. Le autorità hanno fatto irruzione poco dopo la fine della preghiera serale, lanciando granate assordanti e picchiando i fedeli palestinesi presenti per il Ramadan. Nel corso del primo attacco, avvenuto la notte tra il 4 e il 5 aprile, sono stati arrestati almeno 450 palestinesi, molti dei quali mostrano segni di percosse e ferite. Inoltre, le forze israeliane hanno impedito al personale della Società palestinese della Mezzaluna rossa di soccorrere i feriti all’interno della moschea, aprendo il fuoco contro le ambulanze. Gli attacchi hanno suscitato proteste in diverse città e villaggi palestinesi, mentre le forze israeliane hanno risposto con attacchi aerei contro la striscia di Gaza.

(Sofia Ena)

Sofia Ena e Chiara Giovannoni


AFRICA SUB SAHARIANA

Somalia: Il segretario generale ONU Guterres in visita lancia l’allarme su sicurezza e siccità. La concomitanza di emergenze antropiche e naturali in Somalia sta causando una delle crisi umanitarie più catastrofiche del pianeta. Sono le Nazioni Unite a confermarlo negli scorsi giorni segnalando come quasi la metà della popolazione, circa 8,5 milioni di persone, abbia bisogno di assistenza umanitaria. Numeri che hanno spinto lo stesso Segretario Generale Antonio Guterres a visitare Mogadiscio per richiedere un massiccio sostegno internazionale. La siccità che sta colpendo il Sahel e il Corno d’Africa, unita alla cronica situazione di conflitti interni di matrice islamica hanno messo in ginocchio la popolazione. Circa 5 milioni di persone vivono un’insicurezza alimentare acuta, ci sono 3,8 milioni di sfollati interni, 1,8 milioni di bambini sono gravemente malnutriti e 8 milioni di persone non hanno un accesso adeguato a fonti idriche.

(Giulio Ciofini)

Ghana: Accra dà il via libera al vaccino contro la malaria. Il governo ghanese è diventa il primo in Africa ad approvare il vaccino contro la malaria sviluppato dall’università di Oxford nel Regno Unito. Si tratta del vaccino R21/Matrix-M, il primo che ha superato il target dell’efficacia al 75% stabilito dall’OMS ed è stato approvato per l’uso nei bambini di età compresa tra i 5 e i 36 mesi, la fascia con il tasso di mortalità più alto. La notizia segna un momento importante nella lotta contro la malattia infettiva che secondo l’ultimo report è responsabile della morte di circa 619.000 persone nel 2021, di cui la maggior parte sono bambini nell’area dell’Africa subsahariana in particolare in Nigeria, Ghana e Repubblica Democratica del Congo.

(Giulio Ciofini)

Sudan, combattimenti e scontri nel Paese. Nella capitale Khartoum e in altre parti del Paese sono ricominciati i combattimenti. Gli scontri sono tra il gruppo paramilitare del Rsf, che afferma di aver preso il controllo dell'aeroporto e del palazzo presidenziale, e le forze militari regolari, che però hanno negato di aver perso il palazzo presidenziale. Le rivalità tra i due generali dietro il golpe del 2021 vanno avanti da settimane e ora sono divampate violentemente nel Paese. L'inviato delle Nazioni Unite in Sudan, Volker Perthes, ha invitato soldati e paramilitari a cessare "immediatamente" i combattimenti. Anche dall'Ue, che cita notizie allarmanti provenienti dal Paese africano, arriva l'appello per un immediato stop alle violenze.

(Andrea Ghilardi)



Giulio Ciofini e Andrea Ghilardi



AMERICA DEL NORD

Stati Uniti d’America: cosa ci dicono i leak dei documenti del Pentagono (parte 1). Agli inizi di Aprile un gran numero di documenti riservati del Pentagono è stato condiviso in diversi social media, catturando un interesse sempre maggiore tra cittadini americani e non. La questione principale che è sorta è stata come fosse possibile che detti documenti, caricati online per la prima volta a gennaio, siano stati scoperti dal governo americano solo ad Aprile. Un ufficiale americano ha confermato che "nessuno del governo americano era a conoscenza" dei leak, ma alla domanda del “perché” ciò sia accaduto, un membro anziano dell'amministrazione ha dichiarato di "non poter ancora rispondere alla domanda" e che anche a loro "farebbe piacere sapere com'è successo". John Cohen, vecchio sottosegretario dell'intelligence al Dipartimento della Sicurezza Nazionale, sostiene infatti che "le agenzie federali non controllano attivamente i forum online alla ricerca di attività potenzialmente minacciose".

Stati Uniti d’America: cosa ci dicono i leak dei documenti del Pentagono (parte 2). Alcuni dei documenti riservati del Pentagono analizzavano la situazione militare e la resilienza Ucraina, dando una visione pessimistica sulle possibilità che lo stato guidato da Zelenskyy possa riuscire a riscuotere successi considerevoli con la controffensiva in programma nei mesi successivi. Anche se le autorità ucraine stanno pubblicamente dichiarando che questa scoperta non intaccherà la profonda relazione tra i due paesi, il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha urgentemente chiamato il Segretario di Stato americano Antony Blinken per discutere della situazione creatasi. Ancora più importanti sono state le reazioni negli ambienti militari ucraini in quanto, come dichiarato da un consigliere del presidente ucraino alla CNN, Kiev ha già modificato alcune strategie militari e si specula che la controffensiva di cui sopra possa subire gravi ritardi a causa dell'incidente diplomatico.

Lorenzo Graziani

AMERICA LATINA

Venezuela, Memorandum d’Intesa con l’Iran in ambito energetico. Secondo l’agenzia di stampa Mehr, giovedì scorso il ministro degli affari energetici iraniano Javad Owji si è recato a Caracas per intrattenere colloqui sulla cooperazione energetica – nello specifico su gas e petrolio – tra i due Paesi. Il Memorandum d’Intesa, firmato dai due rispettivi ministri dell’energia, è stato siglato anche dal vicepresidente venezuelano Delcy Rodríguez, data l’importanza strategica dell’accordo. L’oggetto dello stesso comprende le attività di downstream e upstream, cioè di estrazione, produzione e raffinazione del greggio e del gas naturale, con investimenti e scambio di tecnologia circa lo sviluppo delle raffinerie e dei complessi petrolchimici venezuelani. Oltre a garantire un innalzamento del commercio di risorse energetiche tra i due Paesi, tale memorandum è da contestualizzare all’interno di dinamiche geopolitiche di più ampio respiro che andranno monitorate.

Brasile, Lula vola in Cina: nuovo “terzomondismo”? Il Presidente brasiliano è giunto a Pechino con una folta delegazione tra funzionari e imprenditori, simbolo delle forti relazioni sino-brasiliane in ambito commerciale. I due Stati hanno firmato circa 20 accordi economici durante la permanenza di Lula, volti a rafforzare il ruolo del Brasile all’interno dei BRICS, i cui membri sono le economie “emergenti” di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Xi Jinping e Lula hanno discusso circa il ruolo di mediazione che potrebbero avere i BRICS, specialmente in Brasile, circa l’andamento delle ostilità tra Russia e Ucraina: se infatti il Brasile ha condannato in sede ONU l’invasione russa, si è sempre rifiutato di donare armamenti all’Ucraina per non inficiare la propria neutralità ed imparzialità. Il viaggio di Lula in Cina, dopo un recente incontro con Biden, preoccupa non poco gli Stati Uniti che vedono ridotta la propria presenza commerciale in America Latina a causa dell’influenza cinese.

Sara Oldani



ASIA ED ESTREMO ORIENTE


Vietnam, giornalista indipendente condannato a 6 anni di carcere. Il 12 aprile, un tribunale di Hanoi ha condannato Nguyen Lan Thang, giornalista indipendente vietnamita, a sei anni di carcere per la violazione dell’articolo 117 del codice penale: “produzione, possesso, distribuzione o diffusione di informazioni, documenti e prodotti contro lo stato”. Secondo Human Rights Watch, dal 2018 le autorità hanno condannato almeno 163 persone per aver esercitato il diritto alla libertà di espressione o di associazione in base a "leggi vaghe o troppo ampie che criminalizzano la protesta o la critica al governo". Una settimana prima della sentenza, durante una visita ad Hanoi, una delegazione della Sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo aveva chiesto il “rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri politici e di coscienza in Vietnam, compresi i leader delle ONG, i giornalisti e gli attivisti ambientali".

(Lorenzo Franceschetti)

UE, la difficile missione diplomatica in Cina. Il 6 aprile 2023, il presidente francese Macron e la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen hanno raggiunto il leader cinese Xi Jinping per una serie di incontri bilaterali e trilaterali. Dal momento che la Cina ha un ruolo strategico nel quadro geopolitico attuale, l’UE sta cercando di trovare un nuovo equilibrio nella loro relazione, specialmente considerando le recenti relazioni tra Cina e Russia. Durante gli incontri, sono state infatti discusse le tematiche relative al ruolo della Cina nel conflitto russo-ucraino e alle relazioni economiche e industriali con l’UE. Si è parlato di evitare un disaccoppiamento alla stregua di quello degli Stati Uniti e la necessità di portare avanti un piano di de-risking, sottolineando la volontà dell’UE di mantenere relazioni economiche e industriali con il paese e di minimizzare i rischi per i partner europei. Inoltre, durante la conferenza stampa successiva all’incontro, Von der Leyen ha dichiarato di aver incoraggiato Xi Jinping a contattare il presidente ucraino, dichiarandosi disponibile ad un futuro colloquio con Zelensky. I leader hanno sottolineato la necessità di individuare una soluzione politica alla crisi, facendo appello alla moderazione e alla necessità di proteggere i civili da attacchi indiscriminati, evitando l’uso di armi nucleari.

(Sofia Ena)

Lorenzo Franceschetti e Sofia Ena


EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Italia, flussi migratori: dichiarato lo stato di emergenza. Lo scorso 11 aprile, in seguito alla proposta del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Musumeci e del Ministro dell'Interno Piantedosi, è stato dichiarato dal governo uno stato di emergenza di sei mesi, su tutto il territorio italiano, a seguito dell'aumento dei numeri dei flussi migratori lungo le rotte del Mediterraneo. Tra gennaio ed aprile 2023 sono giunti in Italia più di 31.000 migranti, un numero di più di quattro volte superiore rispetto a quello dello stesso periodo dello scorso anno. Lo stato di emergenza prevede lo stanziamento di 5 milioni di euro, che verranno usati per "realizzare nuove strutture, adeguate sia alle esigenze di accoglienza sia a quelle di riconoscimento e rimpatrio dei migranti che non hanno i requisiti per la permanenza sul territorio nazionale". Si attendono ora ulteriori informazioni in merito alla gestione dei fondi. L'ultimo stato di emergenza per i migranti era stato introdotto da Berlusconi nel 2011.

(Bianca Franzini)

Finlandia, ha vinto il centrodestra. Alle elezioni dello scorso 2 aprile, la prima ministra finlandese Sanna Marin è stata sconfitta da Petteri Orpo, leader del Partito di Coalizione Nazionale, di centrodestra. Durante la campagna elettorale, Petteri Orpo, le cui idee si distanziano molto da quelle di Sanna Marin, ha promesso di alleggerire il settore pubblico, di ridurre il debito e di sostenere l'economia. Come era stato previsto da diversi sondaggi, il risultato è stato incerto fino all'ultimo e la vittoria è stata una di misura; anche per questo, le trattative per la formazione del nuovo governo potrebbero essere molto complesse. Le elezioni si sono tenute subito prima dell'ammissione formale della Finlandia alla NATO.

(Bianca Franzini)

Bruxelles, decimo consiglio energetico UE-USA. Il 4 aprile si è tenuto a Bruxelles il decimo consiglio energetico UE-USA, durante il quale si sono affrontati vari temi riguardanti la sicurezza energetica e la transizione verde verso fonti di energia sostenibili. In particolare, si è parlato delle prospettive energetiche per il prossimo inverno, riducendo la dipendenza energetica Russa, e dell’importanza di accelerare la decarbonizzazione attraverso le tecnologie energetiche pulite e il risparmio energetico. Il dibattito si è poi concentrato sul nucleare, che sta diventando un impegno condiviso tra UE e USA. La pressione di un gruppo di paesi ha portato la Commissione Europea ad accogliere il nucleare di nuova generazione e ad annunciare che fornirà linee guida per lo sviluppo di un’industria europea di piccoli reattori modulari. Inoltre, le due parti hanno ribadito il loro impegno condiviso per raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050 e limitare l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi Celsius, allineandosi anche sulla riduzione delle emissioni di metano.

(Sofia Ena)

Francia, Macron e l’assemblea costituzionale francese approvano la legge sulle pensioni: Nella mattina del 15 aprile, l’impopolare riforma sulle pensioni del governo francese di Emmanuel Macron è stata promulgata in legge poche ore dopo che la Corte costituzionale francese ha approvato le sue disposizioni chiave, tra cui il contestato innalzamento dell’età minima pensionabile da 62 a 64 anni ritenendo la legislazione conforme alla costituzione francese. Giovedì 16 marzo infatti, la prima ministra francese Elisabeth Borne aveva comunicato di ricorrere all’articolo costituzionale 49 comma 3, promulgando la riforma dover passare dal voto dell’assemblea nazionale. L’azione “presidenzialista” del governo di Macron ha causato forti dissensi degenerati in mesi di violente manifestazioni e proteste in tutta la Francia. Lo stesso presidente francese durante il discorso sul “richiamo della sovranità europea” che ha tenuto all’Aia la scorsa settimana è stato interrotto da alcuni manifestanti e accusato di essere antidemocratico oltre che “il presidente della violenza e dell’ipocrisia”.

(Francesca Pasqualino)

Bianca Franzini, Francesca Pasqualino e Sofia Ena

EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Conferenza di Bucarest, Romania, Moldavia e Ucraina fronte comune alle minacce di espansionismo russo: Giovedì 13 aprile, è stata convocata a Bucarest dai ministri degli esteri e della difesa rumeni e ucraini la prima conferenza sulla sicurezza della regione del mar Nero sotto gli auspici della piattaforma internazionale della Crimea. Nella stessa sede è avvenuto l’incontro trilaterale Romania-Ucraina-Moldova per la firma di accordi di cooperazione e sicurezza nella zona. La regione del mare Nero è infatti fondamentale per la difesa collettiva della Nato e la futura sicurezza europea. Ragione per cui il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha chiesto di smilitarizzare il Mar Nero e di renderlo “mare della Nato” ottenendo però una reazione negativa da parte del Cremlino, in quanto la Russia è uno dei sei stati riconosciuti del Mar Nero. Infatti, affinché venga ripristinato il neutrale ordine internazionale nella regione, è necessario il ritiro della Russia dall’Ucraina e il recupero da parte di Kiev dei territori adesso occupati, compresa la Crimea.

L’Ungheria, la rinuncia alla banca internazionale fondata dai russi. L’Ungheria ha deciso di uscire dall'ex Comecon: Si tratta di una banca d'investimento internazionale che è stata fondata dall'Unione Sovietica nel 1970, per poi trasferire la sua sede a Budapest nel 2019, dove ha ottenuto un'ampia immunità diplomatica. Tuttavia, è diventato "impossibile" per il primo ministro ungherese Orban continuare a operare e garantire le attività della banca russa dopo che gli Stati Uniti hanno inserito nella lista nera l'istituto e i suoi leader, considerandoli un rischio per la sicurezza europea e internazionale oltre che una copertura per l'intelligence russa. Altri paesi dell’Europa centro-orientale tra cui Bulgaria e Romania, si sono ritirati dall'adesione dell’ex comecon subito dopo l’invasione russa dell'Ucraina.

Francesca Pasqualino



MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Israele, sale la tensione: durante la prima metà di aprile il paese ha sperimentato un’escalation di violenze. Israele ha vissuto diversi attentati e un attacco militare diretto. In un attentato a Tel Aviv è rimasto ucciso anche un giovane turista italiano, Alessandro Parini. Mentre il paese soffre uno dei momenti di maggiore divisione interna degli ultimi anni, Hamas e altre sigle terroristiche palestinesi hanno bombardato Israele dalle proprie postazioni a Gaza e nel Libano meridionale. In particolare, gli attacchi dal territorio del vicino arabo settentrionale hanno rischiato di innescare una reazione israeliana contro il paese dei cedri per sgominare Hamas e il suo alleato sciita Hezbollah. La reazione militare israeliana si è poi limitata agli obiettivi di Hamas, evitando quindi di colpire direttamente gli obbiettivi del gruppo terrorista sciita.

(Michele Magistretti)

La Siria riaprirà l’ambasciata in Tunisia. Il processo di normalizzazione tra il regime di Bashar al-Assad e i vicini arabi è sbarcato anche in Tunisia. Già il 3 aprile il Presidente tunisino Kais Saied aveva dato istruzioni per l’invio di un nuovo ambasciatore a Damasco, dopo 10 anni di rottura dei rapporti diplomatici. Le relazioni bilaterali si erano rotte nel 2012, a seguito della decisione presa dall’allora Presidente Marzouki per condannare la dura reazione del regime siriano contro i manifestanti della Primavera Araba. Il ristabilimento di relazioni diplomatiche tra i due Paesi è da contestualizzare all’interno di una cornice favorevole al regime siriano, specialmente a seguito del terremoto in Siria-Turchia e agli importanti aiuti internazionali (soprattutto arabi) allo Stato siriano. Le prime visite ufficiali di al-Assad in Oman e negli Emirati Arabi Uniti, hanno spianato la via per la fine dell’isolamento del regime siriano: l’Arabia Saudita ha cominciato il mese scorso dei negoziati per riprendere i servizi consolari e a maggio è previsto un summit della Lega Araba a Riyadh per discutere sulla questione siriana.

(Sara Oldani)

Tunisia, tensioni con Washington. Dal 2017 Washington finanzia un programma per mantenere in sicurezza il confine tra la Tunisia e la Libia. In seguito alla stretta autoritaria del regime di Kais Saied, gli americani annunciano il dimezzamento delle risorse. Una notizia non di poco conto, se si tiene in considerazione che l’aiuto americano copre circa il 10% delle spese militari di Tunisi. La Tunisia condivide con la Libia una frontiera lunga 500 km nel settore meridionale. Essendo perlopiù territorio desertico, il confine è poroso e difficile da controllare. Per questo dopo la caduta di Gheddafi il governo tunisino ha avviato la costruzione di una barriera di sicurezza, non ancora conclusa. La decisione americana potrebbe rallentare ulteriormente questo processo, con effetti destabilizzanti per il paese maghrebino.

(Francesco Lorenzini)

Sara Oldani, Michele Magistretti e Francesco Lorenzini




TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Nagorno-Karabakh, scontri tra forze armene e azere al confine tra i due paesi. Il bilancio delle vittime dei combattimenti, avvenuti nell’area del corridoio di Lachin, che collega il Nagorno-Karabakh all’Armenia, è al momento di 7 militari – 4 tra le fila armene e 3 tra gli azeri -. Non sono chiare le dinamiche che hanno portato allo scontro, e al momento le uniche informazioni derivano dallo scambio di accuse reciproche tra Yerevan e Baku. Secondo fonti armene, sarebbe stato l’esercito azero ad aprire il fuoco contro una squadra del genio militare armeno, la stessa impegnata in lavori di ingegneria presso il villaggio di Tegh, al contrario, la versione azera sostiene che siano stati i militari armeni a provocare con fuoco intenso le forze azere di stanza nel distretto di Lachin. A inizio marzo, sempre nell’area di Lachin, 5 persone sono rimaste uccise in uno scontro armato tra membri dell’esercito dell’Azerbaijan e agenti della polizia armena.

(Davide Shahhosseini)

Egitto, secondo fonti dell’intelligence americana Il Cairo avrebbe progettato un piano di sostegno militare a Mosca. Tra i documenti riservati del dipartimento della Difesa statunitense, resi pubblici online da quella che appare come la più grande fuga di documenti dai tempi di Wikileaks, uno di questi confermerebbe il piano egiziano di rifornire la Russia con oltre 40 mila razzi. Sulla base di quanto riportato dal Washington Post, che ha ottenuto e pubblicato il documento in questione, nei “leaks” sarebbe citata una conversazione tra il presidente egiziano Al Sisi e alti funzionari dell’esercito, in cui il primo affermerebbe l’intenzione di voler aumentare la produzione di razzi Sakr-45, questi ultimi compatibili con i lanciarazzi in dotazione alle forze russe.

(Davide Shahhosseini)

Burkina Faso, espulsi i media francesi. Cinque giorni dopo la sospensione dei servizi di France 24, la giunta militare guidata dal capitano Traoré ha espulso sabato sera i corrispondenti di due importanti quotidiani francesi, "Le Monde" e "Liberation". Le redazioni delle testate coinvolte hanno denunciato il deterioramento della libertà di stampa nel paese saheliano. Si tratta dell’ennesima riprova della tensione crescente nelle relazioni tra Parigi e Ouagadougou.

(Francesco Lorenzini)

Mali, monito di Guterres alla giunta militare. In un rapporto trimestrale presentato al Consiglio di sicurezza dell’ONU Antonio Guterres ha sottolineato il ritardo del processo di transizione in Mali sulla tabella di marcia. Il Segretario generale ha esortato la giunta militare al potere a Bamako a velocizzare i tempi per consentire il passaggio di consegne a delle autorità civili, previsto per inizio del 2024. Guterres ha inoltre espresso la sua preoccupazione per l’impasse nei colloqui di pace tra il governo e le tribù tuareg del Nord, inseriti nel quadro dell’Accordo di Algeri del 2015.

(Francesco Lorenzini)



Davide Shahhosseini e Francesco Lorenzini



Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Alessandra Tamponi: Asia ed Estremo Oriente

Andrea Ghilardi: Africa Sub-Sahariana

Bianca Franzini: Europa Occidentale e Unione Europea

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Elisa Maggiore: America Latina

Francesco Lorenzini: Medio Oriente e Nord Africa, Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Francesca Pasqualino: Europa occidentale e Unione Europea, Europa Centro-Orientale e Russia

Francesco Rossi: America Latina

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Lorenzo Franceschetti: Diritti Umani

Lorenzo Graziani: America del Nord

Ludovica Costantini: America Latina

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Rocco Salvadori: Asia ed Estremo Oriente

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa

Sofia Ena: Europa occidentale e Unione Europea, Diritti Umani



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