Il cyberspazio, una realtà da affrontare

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  Redazione
  08 gennaio 2023
  7 minuti, 7 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, membro del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

L'Internet globale – una vastissima rete di telecomunicazioni, fibre ottiche e reti satellitari – è in gran parte una creazione degli Stati Uniti. Le tecnologie che sono alla base di Internet sono nate da progetti di ricerca federali e le aziende statunitensi hanno innovato, commercializzato e globalizzato la relativa tecnologia.

La struttura di base – una dipendenza dal settore privato e dalla comunità tecnica, una supervisione normativa relativamente leggera con la protezione della privacy insieme alla promozione del libero flusso di informazioni – rifletteva i valori fondamentali della cultura americana di libertà e democrazia.

Inoltre, gli interessi strategici, economici, politici e di politica estera degli Stati Uniti sono stati utilizzati proficuamente da un Internet inteso finora come globale e aperto.

Washington ha creduto a lungo e crede tuttora che la sua visione costitutiva e funzionale di Internet alla fine avrebbe primeggiato e che altri paesi sarebbero stati costretti a adattarsi ad essa oppure perdere i benefici dipendenti da una rete Internet aperta ed estesa ovunque.

Attualmente, tutto il mondo occidentale si confronta con una realtà radicalmente diversa. Il piano utopico di diffondere una rete globale aperta e sicura è stato raggiunto in misura insoddisfacente. Anzi, al momento appare assai improbabile che venga mai realizzato.

La realtà odierna è quella di un Internet meno libero, più frammentato e pertanto molto meno sicuro.

Ogni paese può esercitare un maggiore grado di controllo su Internet, individuando la provenienza dei dati, bloccando oppure moderando i contenuti più negativi, ma nel contempo può anche lanciare attacchi informatici capaci di interferire rovinosamente a livello politico, sociale ed economico.

Gli stati più nazionalisti conducono massicce campagne informatiche e il numero di attacchi dirompenti è in crescita nel corso degli anni.

Interi settori di Internet sono diventati luoghi di mercati a dir poco inquietanti, spesso con le stigmate della guerra obliqua esercitata da soggetti quasi sempre statali, dediti al crimine in forma di vandalismo, commercio di droghe ed armi civili e da guerra, furto ed estorsione, solo per citarne alcuni.

Protagonisti più che malintenzionati hanno sfruttato piattaforme di social media, sparso disinformazione ai quattro venti e alimentato forme criminali di partecipazione alla politica tali da poter influenzare i risultati elettorali e generare fenomeni di violenza o comunque con pernicioso effetto divisivo nel contesto sociale.

Affrontare la difficile realtà nel cyberspazio

L'Internet con l’assetto attuale rappresenta, negli aspetti pratici, la spina dorsale delle infrastrutture statali e civili più importanti e critiche in tutto il mondo. Esso è la via e strumento principale del commercio digitale globale.

Ha infranto le barriere per la condivisione delle informazioni, sostiene le organizzazioni di base, pone in contatto le comunità più emarginate e può ancora agire come forma di comunicazione del dissenso sotto regimi governativi a carattere repressivo.

Con ulteriori strumenti tecnologici di espansione la prossima iterazione della rete sarà in grado tecnicamente di collegare e gestire decine di miliardi di dispositivi, interessando digitalmente ogni aspetto della vita quotidiana sociale e privata, dal monitoraggio cardiaco con cardiofrequenzimetri collegati online al controllo e combustione delle emissioni di metano agricolo ad uso energetico.

All’orizzonte si intravedono segni di cambiamento in quanto sta emergendo una nuova strategia capace di rispondere a quello che ora è un Internet negativamente frammentato con aree di forte pericolosità.

Occorre una innovativa politica estera per il cyberspazio secondo i seguenti principali principi:

  1. L'era di Internet globale come l’abbiamo storicamente conosciuto è formalmente finita.
  2. La politica statunitense che a suo tempo ha promosso un Internet aperto e globale è fallita e Washington non si ritiene in grado di fermare o, peggio ancora, invertire l’attuale tendenza verso un’ulteriore quanto inutile e a-finalistica frammentazione strutturale.
  3. I dati passanti e gestiti da internet sono considerati universalmente una fonte di potere geopolitico e di competizione. Non a caso sono valutati come critici e preminenti in una posizione centrale ai fini della sicurezza economica nazionale nonché nella gestione dei grandi gruppi ed enti internazionali.
  4. Già oggi gli Stati Uniti si sono in gran parte ritirati dal commercio digitale e il continuo fallimento nell'adozione di regole complete sulla privacy e sulla protezione dei dati in patria, mina la capacità degli USA di prevalere anche all'esterno del proprio territorio nazionale.

In Sintesi

  1. L'aumento della digitalizzazione di ogni aspetto della società, specie di quelle più ricche ed evolute, aggrava la vulnerabilità, dato che quasi ogni aspetto del business e dell'arte di governo è esposto a interruzioni nel flusso dei dati, furti o manipolazioni tra le più sofisticate.
  2. Non è un caso che la maggior parte degli attacchi informatici che violano la privacy e la sovranità si pongono su un piano nettamente inferiore alla soglia d’utilizzo della forza materiale umana o degli attacchi armati.
  3. Notoriamente tali violazioni sono sempre più di frequente utilizzate a scopo di spionaggio, come privilegio politico o nell’arte del governo internazionale, ma gli attacchi più dannosi sono quelli che minano grandemente la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni sociali, politiche ed economiche.
  4. Il rischio per la sicurezza
  5. Il crimine informatico è un rischio per l’utilizzo degli attacchi ransomware nei confronti di ospedali, scuole, aziende e governi locali.
  6. RAMSONWARE: è programma informatico capace di limitare gravemente l'accesso e l’utilizzo del dispositivo che infetta, richiedendo successivamente un lauto riscatto da pagare in breve tempo per rimuovere la limitazione.
  7. Gli Stati Uniti non possono e non desiderano più trattare le operazioni informatiche frammentate, trovandosi pericolosamente con più domini separati dal proprio controllo.
  8. L’avvento ed i progressi nel campo dell’intelligenza artificiale (AI) e altre nuove tecnologie potranno incrementare l'insicurezza strategica.
  9. Per il momento gli Stati Uniti non sono riusciti a imporre validi e duraturi deterrenti o contromisure agli aggressori.
  10. Le normative sono più utili nell’incrementare i legami che intercorrono con gli alleati piuttosto che nell’adoperarsi per vincolare gli avversari, mentre le sanzioni finora previste, all’atto pratico, sono state inefficaci nel fermare i pirati informatici (hacker), specie quelli sostenuti ed istruiti da uno stato.

I tre pilastri

I provvedimenti allo studio sono fondamentalmente tre per la realizzazione di una politica estera che deve o dovrebbe guidare i paesi occidentali, in primis gli USA, verso un dominio o supremazia in tutto il complesso campo cibernetico affinché sia più variegato e meno rischioso di quello odierno.

In primo luogo, gli USA dovrebbero prendere atto della realtà e rafforzare i legami con gli attuali alleati per la creazione di un progetto di Internet che sia condiviso, affidabile e super protetto

In secondo luogo, gli Stati Uniti dovrebbero esercitare una costante pressione tramite gli strumenti diplomatici ed economici sugli avversari, nonché elaborare operazioni informatiche più adeguate ed incisive che siano accompagnate da dichiarazioni chiare e fungenti da monito.

In terzo luogo, gli Stati Uniti devono riordinarsi in casa propria sotto il profilo dell’unione d’intenti, ponendo la complessa realtà del cyberspazio e la sua concorrenza digitale in sinergia con le varie esigenze della strategia elaborata a vantaggio esclusivo della sicurezza nazionale.

Quali potrebbero essere alcune di queste esigenze?

  • Trovare un accordo commerciale nel campo digitale solo tra soci stimati e di fiducia.
  • Elaborare un rispettato sistema di tutela della privacy digitale che sia in sintonia con il “Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR)” approvato dalla Unione europea.
  • Realizzare un centro internazionale unificato sulla criminalità informatica.
  • Investire maggiormente con i propri soci al solo scopo di mantenere la supremazia nel campo delle alte ed altissime tecnologie.
  • Varare Leggi e normative a difesa dagli attacchi informatici verso i sistemi elettorali, della finanza pubblica e privata e, non per ultimi, sulla protezione dei sistemi di comando e controllo nucleari.
  • Ritenere i singoli Stati come esclusivi responsabili di attività dannose provenienti dai loro territori e adottare un proporzionato ma sempre efficace regime sanzionatorio verso di essi.
  • Affrontare il divario di intelligence interna.

Negli ultimi trent’anni le società democratiche hanno considerato internet come aperto e da estendere globalmente.

Oggi. alcuni eventi e fenomeni degenerativi richiedono provvedimenti e cambiamenti delle politiche informatiche all’interno dei singoli stati e nelle estensioni internazionali.

Gli obiettivi primari della comunità libera internazionale sono già noti: dovranno essere magari più limitati ma solo per questo più facilmente raggiungibili.

E soprattutto, essere di gran lunga più efficaci nello sconfiggere in tempo reale le minacce notoriamente più dannose nei confronti della democrazia

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