Il Labirinto Politico dell’Occidente nella Crisi Ucraina

Dilaga l'incertezza tra i leader occidentali riguardo gli aiuti a Kiev

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  Riccardo Carboni
  01 gennaio 2024
  3 minuti, 33 secondi

La guerra successiva all’invasione russa in Ucraina si sta avvicinando al suo terzo anno, con il numero di vittime e civili in aumento. Lo scenario generale sembra essere sempre più precario, con le forze ucraine bloccate sul campo dai russi fortificati dietro campi minati e trincee. Il non avanzamento ucraino è dovuto ad una mancanza di forniture militari essenziali dagli Stati Uniti e dall’Europa che bloccano le forze di Kiev sul campo di battaglia proprio come l’Ungheria e i repubblicani in America del Nord bloccano rispettivamente i pacchetti d’aiuto europei e statunitensi. Infatti, i leader europei sembrano essere sempre più pessimisti sulla capacità dell'Ucraina di respingere gli avanzamenti militari della Russia e di riconquistare i territori persi nelle province orientali del paese. Lato Stati Uniti, Joe Biden e la sua amministrazione continuano a esprimere sostegno per Kiev seppur gli aiuti degli Stati Uniti all'Ucraina sono diventati una questione partitica e polarizzante, con un elevato numero di repubblicani - incluso l’ex presidente Donald Trump - che biasimano il continuo e dispendioso sostegno militare.

Da un lato si pensa ad un cambio di strategia per indurre Putin al negoziato, mentre dall’altro si crede che ogni segno di cedimento e insicurezza dell’occidente possa incoraggiare il Cremlino ad un’intensificazione della “Operazione Speciale” russa. Pertanto, la necessità di un’azione offensiva e dell’adeguato rifornimento di munizioni e armamenti all’Ucraina sembrano essere elementi essenziali per uno sviluppo dall’attuale situazione di stallo.

L’avvio di negoziati sarebbe certamente più semplice vedendo la Russia in una posizione di svantaggio; quindi, previo adeguato sostegno all’Ucraina ed evitando di aprire la strada a Putin verso conflitti ancora più vicini ai confini NATO. In questo contesto, l'Europa dovrebbe intensificare il suo impegno, aumentando la produzione militare e fornendo maggiori quantità di materiale bellico alle forze ucraine: missili da crociera a medio e lungo raggio, così da consentire all'Ucraina di colpire le infrastrutture russe nelle zone occupate, proteggendo contemporaneamente i soldati in prima linea dal pericolo. Inoltre, fondamentale è stabilire la superiorità aerea con sistemi di difesa aerea e caccia F-16.

Il 27 dicembre, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha presentato l'ultimo pacchetto di aiuti militari per l'Ucraina del 2023, mentre i legislatori continuano a negoziare un accordo di bilancio che garantirebbe il sostegno a Kiev nel nuovo anno. Il nuovo pacchetto include una vasta gamma di munizioni e armamenti per un ammontare di circa 250 milioni di dollari. Tale esitazione da parte del principale fornitore occidentale di armamenti all’Ucraina ha diffuso preoccupazione e perplessità in molti leader europei.

Tornando in Europa, in seguito al veto posto dal premier ungherese Viktor Orban sull’accordo per garantire all’Ucraina un totale di 50 miliardi di euro tra prestiti (33 miliardi) e sussidi a fondo perduto (17 miliardi), l’Unione Europea ha deciso elaborare una strategia di riserva. Infatti, pare che la Commissione Europea possa prendere in prestito dai mercati di capitali dei fondi sganciati dal bilancio UE, il tutto grazie alle garanzie degli Stati Membri con il miglior rating creditizio. Il verdetto finale verrà stabilito il 2 febbraio in seguito al vertice straordinario dei capi di stato e di governo dell’UE, ma la cifra accessibile si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi di euro in prestiti. Un cambio di rotta da parte dell’Ungheria sarebbe auspicabile, catalizzando l’arrivo dei sostegni verso Kiev, ma in caso contrario i Paesi UE e la Commissione Europea riusciranno a bypassare l’unanimità dei 27.

La vaga e incrementale strategia attuale di supporto a Kiev rende difficile credere che ne possa conseguire un risultato netto. L’Ucraina necessita di un approccio deciso e di un chiaro obiettivo da parte dell’Europa per riportare al centro l’equilibrio ora in favore della Russia. Ridurre il supporto all'Ucraina indebolirebbe ulteriormente la posizione negoziale occidentale in vista di un ipotetico negoziato.

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L'Autore

Riccardo Carboni

Classe 1999, laureato in Scienze internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Bologna e da sempre appassionato di affari internazionali. Studente all’ultimo anno di Master in International Relations presso la LUISS, ha approfondito tematiche riguardanti la sicurezza internazionale seguendo forum e partecipando a programmi di pianificazione militari secondo la dottrina NATO. Autore all’interno di Mondo Internazionale per l’area tematica “Organizzazioni Internazionali”.

Born in 1999, he holds a bachelor’s degree in International and Diplomatic Sciences from the University of Bologna and have always been passionate about international affairs. Currently a final-year student in the Master's degree program in International Relations at LUISS, he has delved into issues related to international security by following forums and participating in military planning programs based on NATO doctrine. Author and contributor to Mondo Internazionale for the "International Organisations” section.

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