Il Numero di Sfollati Interni Raggiunge il Picco nella Repubblica Democratica del Congo

  Articoli (Articles)
  Valentina Ruaro
  02 novembre 2023
  4 minuti, 38 secondi

Un dramma umanitario di proporzioni senza precedenti si sta verificando nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), dove un numero record di almeno 6,9 milioni di individui è stato costretto a fuggire dalle proprie residenze a causa del conflitto in corso. Questo conflitto vede opposti i ribelli del Mouvement de 23 Marzo (M23) alle milizie fedeli al governo, generando un grave spopolamento.

I combattimenti si sono intensificati a partire dall'inizio di ottobre, con particolare ferocia nei pressi di Goma, la capitale della provincia del Nord Kivu. Il M23, che ha progressivamente esteso il suo controllo su parti dell'est del Paese dal 2021, rappresenta solo una delle numerose milizie che dominano gran parte della regione, nonostante la presenza di forze internazionali di mantenimento della pace. La situazione in Congo è ulteriormente aggravata dalla costante escalation della violenza, rendendo il Paese uno dei principali epicentri di crisi umanitarie a livello globale. In base alle segnalazioni dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), nell'ottobre 2023, si stimava che, su 6,9 milioni di sfollati interni, circa 5,6 milioni si trovassero nelle province orientali del Nord Kivu, Sud Kivu, Ituri e Tanganyika. Nel Nord Kivu, in particolare, quasi un milione di persone è stato costretto a lasciare le proprie case a causa dei conflitti in corso.

Questo grave stato di crisi ha acuito una situazione umanitaria già estremamente precaria, colpendo in modo sproporzionato le popolazioni civili dell'area, trasformatesi in sfollati. Queste comunità si trovano ora isolate a causa dei combattimenti in corso, con conseguenze devastanti sulla loro capacità di accedere alle cure mediche, in un sistema sanitario nazionale già fragile, in parte compensato dalla presenza delle squadre di Medici Senza Frontiere (MSF) nella zona.

In risposta a questa catastrofe, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha dichiarato che la stragrande maggioranza degli sfollati richiede urgentemente assistenza umanitaria. "L'OIM sta rafforzando i propri sforzi per affrontare la crisi nella Repubblica Democratica del Congo, dove il numero di sfollati interni ha raggiunto il picco senza precedenti di 6,9 milioni", ha affermato l'agenzia delle Nazioni Unite.

Il capo della missione dell'OIM nella Repubblica Democratica del Congo, Fabien Sambussy, ha dichiarato: "Il recente aumento delle violenze ha spinto un numero straordinario di persone a fuggire dalle loro case in un lasso di tempo estremamente breve. È fondamentale fornire rapidamente aiuti umanitari a coloro che ne hanno più bisogno".

Va notato che, quando si parla di questa regione, ci sono in gioco immense risorse naturali custodite nel sottosuolo della Repubblica Democratica del Congo. Queste risorse spesso sono la causa di numerosi microconflitti locali, che, al di là delle motivazioni ufficiali dei vari gruppi ribelli, nascondono l'obiettivo di mantenere il controllo su vaste porzioni di territorio. Purtroppo, queste lotte non sono motivate dagli interessi della popolazione congolese, ma piuttosto da quelli di Stati stranieri e multinazionali dell'industria estrattiva, che forniscono supporto finanziario a vari gruppi di mercenari.

La RDC è il terzo produttore mondiale di diamanti, sebbene gran parte della produzione sia destinata all'uso industriale, piuttosto che alla gioielleria. Inoltre, il Paese vanta la seconda foresta pluviale più grande al mondo, vaste aree di terreno fertile e ricchezze idriche infinite. Vi si trovano anche enormi depositi di rame, cobalto, oro, zinco e, soprattutto, coltan, un minerale prezioso fondamentale per l'industria della telefonia cellulare. Senza dimenticare il petrolio, che contribuisce in modo significativo alla ricchezza del Paese. Per di più, la RDC coltiva importanti prodotti commerciali come cacao, caffè, cotone, olio di palma, tè, gomma,  zucchero, corteccia di china, nonché mais, riso, patate e anacardi. Tuttavia, queste ricchezze, come spesso accade in molte nazioni africane, non vengono distribuite in modo equo, ma finiscono in conti esteri gestiti da un apparato politico corrotto e avido.

Nella regione a nord di Goma, le squadre di Medici Senza Frontiere (MSF) stanno monitorando da vicino le conseguenze della crisi nei territori di Masisi, Rutshuru e Lubero. A causa dello spostamento dei fronti di combattimento, la maggior parte delle principali vie di accesso alla regione è stata interrotta. Questo ha avuto gravi conseguenze sul commercio nel Nord Kivu, poiché i collegamenti con questa regione agricola, conosciuta come i "granai della provincia", sono fondamentali. Tagliati fuori dal resto della provincia, gli abitanti non sono stati in grado di vendere i loro raccolti o di acquistare i beni di prima necessità, il cui prezzo è raddoppiato.

Con l'incremento dei costi e la diminuzione dell'accessibilità ai servizi sanitari, si sta verificando un peggioramento della scarsità di cibo nella provincia. Secondo i rapporti delle Nazioni Unite, oltre un terzo della popolazione residente nel Nord Kivu, ossia tre milioni di individui, si trova attualmente in una situazione di pericolo legato alla disponibilità di cibo. Monique Doux, coordinatrice del progetto di MSF a Rutshuru, ha fornito dati rivelatori, affermando: "Nei centri medici che abbiamo supportato nella regione di Rutshuru, durante il 2022 abbiamo curato oltre 8.500 bambini colpiti da malnutrizione, registrando un aumento del 70% rispetto all'anno precedente". Nel territorio di Rutshuru, così come a Lubero e Masisi, si osserva chiaramente una mancanza di organizzazioni in grado di offrire l'aiuto necessario. Monique Doux ha concluso: "È come se la popolazione qui fosse stata lasciata in solitudine. MSF è stata l'unica organizzazione umanitaria a operare nella zona di Rutshuru per diversi mesi, ma le esigenze della comunità superano notevolmente la nostra capacità di risposta".

Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2023

Condividi il post

L'Autore

Valentina Ruaro

Sono laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Bologna e attualmente sto frequentando il corso di laurea magistrale in Studi sulla Sicurezza, l'Intelligence e la gli studi strategici, con un percorso accademico che include prestigiose istituzioni come l'Università di Glasgow, l'Università di Trento e l'Università Karlova di Praga.

Nel campo accademico, collaboro come autrice per Mondo Internazionale, affrontando temi fondamentali sul ruolo delle organizzazioni internazionali, con particolare attenzione all’Unione Europea e alla NATO. Inoltre, per coinvolgere un pubblico più ampio, produco anche contenuti su Instagram per MI Post. Attualmente, sto svolgendo un tirocinio presso il NATO Defense College a Roma, dove approfondisco le mie competenze nell'ambito dell'educazione, della sicurezza e della difesa.

Ho maturato esperienza nel settore della ricerca lavorando per l'European Army Interoperability Centre di Bruxelles, concentrandomi sull'interoperabilità degli stati membri e sul ruolo esterno dell’UE.

I miei interessi ruotano attorno alla geopolitica, alla CSDP dell'UE, alla difesa NATO, con un focus geografico sulla regione Euro-Atlantica e il Medio Oriente, in particolare la Siria.

Motivata dall'empatia e da una determinazione incessante per il cambiamento, sono pronta a continuare a plasmare conversazioni e azioni nel campo della sicurezza internazionale e della difesa.

-

I hold a Bachelor's degree in International Relations and Diplomatic Affairs from the University of Bologna, and I am currently pursuing a Master's degree in Security, Intelligence, and Strategic Studies. My academic journey includes esteemed institutions such as the University of Glasgow, the University of Trento, and Charles University in Prague.

Within the academic realm, I collaborate as an author for Mondo Internazionale, addressing pivotal topics concerning the roles of international organisations, particularly focusing on the European Union and NATO. Additionally, I engage a broader audience by creating content on Instagram for MI Post. I am currently interning at the NATO Defense College in Rome, further honing my skills in the education, security, and defence sectors.

I have gained research experience while working at the European Army Interoperability Centre in Brussels, where I focused on member states' interoperability and the EU's external role.

My interests revolve around geopolitics, EU Common Security and Defence Policy (CSDP), and NATO defence, with a geographical focus on the Euro-Atlantic region and the Middle East, specifically Syria.

Driven by empathy and an unwavering determination for positive change, I am prepared to continue shaping discussions and actions in the field of international security and defence.

Tag

congo ONU MSF Oim sfollati