La Responsabilità degli Stati Uniti nella Crisi Palestina-Israele

Sotto l'ombra del conflitto: Il ruolo degli Stati Uniti nei confronti di Israele

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  Riccardo Carboni
  23 ottobre 2023
  3 minuti, 59 secondi

Successivamente alla fatidica data del 7 ottobre 2023 e all’attacco da parte dell'organizzazione terroristica di Hamas allo Stato di Israele, vari governi della comunità internazionale, in particolar modo gli Stati Uniti, hanno mostrato supporto nei confronti di quest’ultimo. Il Paese a stelle e strisce ha infatti fornito assistenza militare sostenendo che Israele aveva il diritto alla legittima difesa.

Tale controffensiva si è poi realizzata attraverso diversi bombardamenti e lo schieramento di un importante numero di truppe lungo il confine sud da parte delle forze di difesa israeliane (IDF), dirette a Gaza con lo scopo di neutralizzare Hamas. A seguire, Israele ha spinto la popolazione civile di Gaza (oltre 2 milioni di persone) ad evacuare il territorio in vista di una probabile penetrazione.

I crimini commessi da Hamas nei giorni scorsi hanno violato numerose norme internazionali, proprio come la prima risposta da parte dell’IDF. In questo contesto Israele dovrebbe cercare di attenersi alle norme del diritto bellico, non solo con lo scopo di rispettare gli obblighi imposti dal diritto internazionale, ma anche per ragioni etiche e strategiche. L’interruzione di approvvigionamento di cibo, elettricità, carburante e acqua dell’11 ottobre che si riversa soprattutto sulla popolazione civile di Gaza, è una chiara violazione del diritto internazionale e della Convenzione di Ginevra, nonostante il successivo ripristino in determinate zone del territorio. È in questo momento che gli Stati Uniti devono agire e influenzare le scelte di Israele per evitare che vengano violate norme di diritto internazionale con le loro armi. Gli Stati Uniti devono ritenere Israele responsabile per la conduzione delle ostilità, così da dimostrare il loro rispetto nei confronti delle norme di diritto internazionale, proprio come accadde lo scorso anno quando l’Ambasciatrice Statunitense alle Nazioni Unite condannò l’approccio della Federazione Russa alla guerra in Ucraina - gli abitanti di Mariupol rimasero senza acqua, cibo ed elettricità. Una diversa reazione da parte della Casa Bianca, seppur l’amministrazione Biden giustifichi la difesa israeliana, non motiva la violazione delle norme che disciplinano il comportamento in guerra nonostante Hamas non le rispetti. In caso contrario, si creerebbe un precedente per cui nessuna parte in causa si sentirà mai costretta a seguire tali norme. Oltretutto, è negli interessi degli Stati Uniti evitare che i Paesi da loro sostenuti violino diritti umani per mantenere solida la capacità di sostenere l’ordine internazionale, basato su delle regole.

Nel 2022 gli Stati Uniti hanno avviato il Civilian Harm Mitigation Response Action Plan, con lo scopo di assicurarsi che i propri security partners abbiano gli stessi obblighi legali per ridurre al minimo i danni causati ai civili. Inoltre, il 23 febbraio 2023 il presidente Biden ha emesso la nuova Conventional Arms Transfer policy, la quale consente l’interruzione di forniture di armamenti a Paesi che danneggiano civili con armi americane. Tali politiche vertono a scoraggiare i partner statunitensi a commettere i loro stessi errori del passato. Se facciamo un passo indietro e prendiamo in considerazione l’operazione in Iraq “We are coming, Nineveh” del 2016, gli Stati Uniti hanno combattuto e bombardato Mosul utilizzando armamenti di dimensioni sproporzionate, causando centinaia di migliaia di sfollati e svariate morti civili, anche a causa dell’astuto quanto barbaro metodo dell’ISIS di nascondersi, creare basi sotto infrastrutture critiche civili e utilizzare questi ultimi come scudo umano. Caso simile accadde in Siria il 22 settembre 2014, dove, a seguito di svariati bombardamenti da parte degli Stati Uniti per eliminare l’ISIS nelle province di Hasakah, Deir ez-Zor e nella cittadina di Raqqa, molti civili si ritrovarono senza casa né acqua potabile.

Porre la protezione dei civili come priorità è una lezione che gli USA hanno appreso dopo non pochi passi falsi, ma che devono infondere e ricordare a Israele nell’attuale e più che delicato momento storico per evitare di generare ulteriore odio nei loro confronti e scoraggiare il reclutamento di gruppi armati.

Le conseguenze sul piano internazionale degli avvenimenti nei territori del Medio Oriente saranno condizionate dalle modalità con cui le parti affronteranno e tratteranno la complessa situazione al confine tra i territori palestinesi e Israele, per cui gli Stati Uniti hanno una notevole responsabilità.


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Fonti utilizzate per il seguente articolo:

https://www.foreignaffairs.com/israel/what-israel-can-learn-americas-counterterrorism-missteps

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/i-palestinesi-tra-due-fuochi-148009

https://www.theguardian.com/world/2023/oct/19/joe-biden-warning-israel-nod-mistakes-made-in-war-on-terror

“President Biden Issues Conventional Arms Transfer Policy That Emphasizes Human Rights Considerations.” American Journal of International Law 117, no. 3 (2023): 500–505. doi:10.1017/ajil.2023.31.

“L’operazione militare internazionale contro lo Stato Islamico in Iraq e Siria”. Centro Studi Internazionali (Ce.S.I.), G. Iacovino, A. Ranelletti, F. Tosato. (2014).

Fonte immagine: https://unsplash.com/photos/a-black-and-white-photo-of-a-jet-flying-in-the-sky-9kz5QQEUq7o

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L'Autore

Riccardo Carboni

Classe 1999, laureato in Scienze internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Bologna e da sempre appassionato di affari internazionali. Studente all’ultimo anno di Master in International Relations presso la LUISS, ha approfondito tematiche riguardanti la sicurezza internazionale seguendo forum e partecipando a programmi di pianificazione militari secondo la dottrina NATO. Autore all’interno di Mondo Internazionale per l’area tematica “Organizzazioni Internazionali”.

Born in 1999, he holds a bachelor’s degree in International and Diplomatic Sciences from the University of Bologna and have always been passionate about international affairs. Currently a final-year student in the Master's degree program in International Relations at LUISS, he has delved into issues related to international security by following forums and participating in military planning programs based on NATO doctrine. Author and contributor to Mondo Internazionale for the "International Organisations” section.

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