La sospensione dei brevetti sui vaccini anti-COVID

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  Irene Boggio
  11 maggio 2021
  4 minuti, 53 secondi

La questione relativa ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini anti-COVID-19, che tutelano le aziende farmaceutiche che li hanno sviluppati, è affiorata più volte nel dibattito pubblico nel corso dell'ultimo anno. È da tempo, in effetti, che cittadini, rappresentanti politici, istituzioni e organizzazioni della società civile si confrontano sui costi e sui benefici che quei diritti comportano – peraltro non solo in relazione alla malattia da SARS-CoV-2, di cui da più di un anno cerchiamo di arginare la diffusione.

L'argomento è recentemente tornato alla ribalta, dopo che l'ambasciatrice e Rappresentante statunitense per il commercio, Katherine Tai, ha dichiarato pubblicamente il sostegno dell'amministrazione Biden-Harris alla proposta, avanzata dall'India e dal Sudafrica in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio, di una temporanea sospensione dei brevetti sui vaccini anti-COVID-19[1]. La proposta, oggetto di discussione all'interno dell'Organizzazione, riguarda più propriamente l'introduzione di deroghe temporanee ad alcuni degli obblighi previsti in materia di tutela della proprietà intellettuale dall'accordo TRIPS (Agreement on Trade-Related aspects of Intellectual Property rights)[2]. Obblighi che, in questo modo, non si applicherebbero ai vaccini anti-COVID-19, per un certo periodo di tempo (di durata ancora da definirsi, ma sicuramente limitata).

La dichiarazione rilasciata il 5 maggio dall'ambasciatrice Tai è stata accolta con grande stupore, rappresentando una radicale trasformazione della posizione (contraria) sino a quel momento mantenuta dagli Stati Uniti nelle discussioni tenutesi a riguardo in seno al WTO[3]. Alla decisione dell'amministrazione statunitense di appoggiare la proposta, avanzata nell'ottobre 2020 da India e Sudafrica e oggi sostenuta da un totale di 60 Paesi membri dell'Organizzazione, molti hanno riconosciuto una portata storica. Ciò nonostante il sostegno statunitense non sia sufficiente ad assicurare che l'iniziativa abbia successo (e che, dunque, i brevetti sui vaccini anti-COVID subiscano realmente una sospensione).

Perché questo accada, infatti, è necessario che la proposta riceva l'approvazione di tutti e 164 i membri dell'Organizzazione, rappresentati all'interno del Consiglio Generale. Ma l'unanimità è ancora lontana. I sostenitori della proposta ne presenteranno a breve una nuova versione, emendata proprio allo scopo di agevolare il raggiungimento di un compromesso. Questa sarà discussa prima informalmente, nella seconda metà di maggio, e poi ufficialmente, in occasione della riunione del Consiglio TRIPS (l'organo responsabile di monitorare l'implementazione dell'accordo), prevista per inizio giugno. Questi sarebbero quindi i prossimi passi, secondo quanto stabilito nel corso dell'ultima riunione del Consiglio Generale WTO, tenutasi proprio il 5 e 6 maggio scorsi[4].

L'attenzione è ora rivolta agli effetti che la mutata posizione statunitense potrebbe sortire sugli altri paesi coinvolti nelle negoziazioni, specialmente se alleati. Nel suo intervento alla Conferenza sullo Stato dell'Unione, organizzata il 6 maggio dall'Istituto Universitario Europeo di Firenze, la Presidente von der Leyen ha espresso la disponibilità dell'Unione Europea di discutere qualsiasi proposta che affronti in maniera efficace e pragmatica l'attuale crisi[5]. Per questo, ha aggiunto, “siamo pronti a discutere in che modo la proposta statunitense di sospendere i brevetti per i vaccini contro la COVID-19 possa contribuire al raggiungimento di tale obiettivo”. Ha poi indirizzato un appello a tutti i paesi produttori di vaccini “a consentirne l'esportazione e ad evitare misure che possano perturbare le catene di produzione”.

La logica che sembra sottostare alle parole della Presidente von der Leyen è la seguente. Potrebbero passare mesi prima che la proposta di sospensione dei brevetti venga approvata (in caso di accordo) e le misure in essa contenute entrino in vigore. Se l'obiettivo cui essa risponde è quello di garantire un accesso equo e universale ai vaccini (estendendone la produzione), perché non iniziare con l'autorizzarne l'esportazione? Nel breve periodo, questo contribuirebbe a garantire una distribuzione più equa delle dosi disponibili. A questo proposito, nel suo intervento, la Presidente von der Leyen ha sottolineato come l'Unione Europea sia il principale esportatore mondiale di vaccini (nonché l'unica regione democratica al mondo ad esportarne in larga scala), “mentre altri non hanno condiviso la propria produzione di vaccini con nessuno” – con riferimento, tra gli altri, proprio agli Stati Uniti.

L'Unione, insomma, sembra invitare gli Stati Uniti a mobilitarsi sin da subito per il conseguimento degli obiettivi che ispirano la proposta oggetto di discussione in seno al WTO, attraverso la condivisione della produzione vaccinale statunitense con i paesi più svantaggiati. Ma si dice anche aperta al confronto, nonostante la sua posizione riguardo alla sospensione dei diritti di proprietà intellettuale non sia ancora chiara, per via delle divisioni sul tema tra gli Stati membri. La Germania, per esempio, si è detta contraria alla proposta, sostenendo che da un lato, a limitare la produzione di vaccini siano la ridotta capacità produttiva e gli alti standard di qualità (e non i brevetti) e dall'altro, la tutela della proprietà intellettuale vada preservata, in quanto promotrice d'innovazione. Anche la Francia, che si è invece detta favorevole alla sospensione dei brevetti, ha sottolineato come essa vada accompagnata da un trasferimento di tecnologie – o sarebbe “come avere la ricetta di un piatto ma non la padella o un coltello”[6].

[1]https://ustr.gov/about-us/policy-offices/press-office/press-releases/2021/may/statement-ambassador-katherine-tai-covid-19-trips-waiver

[2]L'accordo fu concluso durante l'Uruguay Round (1986-94) di negoziazioni multilaterali in materia di restrizioni al commercio internazionale. L'Uruguay Round è stato l'ultimo di 8 round negoziali portati a termine negli anni del GATT (General Agreement on Tariffs and Trade), tra il 1947 e il 1994 (anno in cui è stata istituita l'Organizzazione Mondiale del Commercio). L'accordo TRIPS è stato siglato, appunto, nel 1994, quale allegato all'accordo istitutivo della WTO, ed è entrato in vigore nel 1995. Esso armonizza le normative vigenti nei paesi firmatari in materia di tutela della proprietà intellettuale. Per maggiori informazioni: https://www.wto.org/english/tratop_e/trips_e/intel2_e.htm https://www.wto.org/english/docs_e/gattbilaterals_e/indexbyround_e.htm https://www.treccani.it/enciclopedia/trips_(Dizionario-di-Economia-e-Finanza)/ https://www.wto.org/english/thewto_e/whatis_e/tif_e/agrm7_e.htm

[3]https://www.politico.eu/article/coronavirus-vaccine-patent-europe-united-states-joe-biden-india-summit/

[4]https://www.wto.org/english/news_e/news21_e/gc_05may21_e.htm?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

[5]https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/speech_21_2284

[6]https://www.politico.eu/article/coronavirus-vaccine-patent-europe-united-states-joe-biden-india-summit/

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