La vaccinazione contro l'Herpes Zoster e la nevralgia posterpetica

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  Redazione
  29 settembre 2023
  5 minuti, 38 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, Specialista in Otorinolaringoiatria e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

L'Herpes zoster (HZ), o fuoco di Sant'Antonio, è una malattia infettiva causata dal virus varicella-zoster (VVZ), il quale ha la capacità di localizzarsi dei gangli sensoriali del sistema nervoso periferico e della pelle e ivi rimanere allo stato latente anche oltre i 30 anni. Questa patologia deriva dalla riattivazione biologica del corpo virale nel contesto dei neuroni sensoriali tanto tempo a distanza dall’infezione primaria. Che potrebbe essere ad esempio la varicella tipica dell’età infanto-giovanile oppure una qualsiasi forma di herpes zoster lungo il decorso dei nervi periferici della sensibilità propriocettiva.

L'HZ è caratterizzato clinicamente da dolore radicolare unilaterale di tipo persistente e urente, accompagnato da un'eruzione vescicolare generalmente limitata a un singolo dermatomero (area cutanea di distribuzione di un singolo nervo periferico).

Il dolore neuropatico, tra i peggiori sopportabili, dovuto al danno della struttura organica neuronale e alla flogosi acuta secondaria alla moltiplicazione e diffusione del VVZ riattivato, è una delle manifestazioni cliniche che dominano il quadro sintomatologico dell’Herpes Zoster.

L'eruzione cutanea dermatomerica da HZ è spesso preceduta da persistente dolore neuropatico, lo stesso che accompagna l'eruzione cutanea. Uno dei sintomi più caratteristici può essere l’”allodinia” ovvero il dolore suscitato da uno stimolo che normalmente non è in grado di provocare una sensazione dolorosa e prurito grave.

Tale quadro clinico può persistere e/o svilupparsi dopo la guarigione dell'eruzione dermatomerica, nella forma di una complicanza a carattere debilitante, più nota nosologicamente come "nevralgia post-erpetica" (NPH).

Il dolore e il disagio (anche sociale dovuto al prurito intenso e insistente) associati all'HZ può essere invalidante, compromettendo gravemente la qualità della vita del paziente e la capacità di svolgere le proprie attività della vita quotidiana, anche nel lavoro.

La frequenza e la gravità dell’HZ e della PHN aumentano con l'aumentare dell'età

L’indagine pre-print condotta sotto l’egida e validazione del prestigioso Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha coinvolto circa 40mila persone: più della metà di tutti i casi riconosciuti di HZ e la maggior parte dei casi di NPH clinicamente significativa sono rappresentati da persone prive di deficit immunitari con età superiore ai 60 anni.

La terapia medica antivirale riduce la durata e la gravità dell’HZ, ma non previene la neuropatia periferica (NPH).

La neuropatia può persistere per mesi o addirittura anni ed è spesso refrattaria al trattamento farmacologico. Ciò rende ancora più necessario l’introduzione di alcuni strumenti di profilassi per ridurre l’incidenza ed il peso di questa difficile condizione dolorosa sulle persone anziane; che, alla luce del sensibile aumento della morbilità generale, costituiscono una percentuale crescente della popolazione nella maggior parte dei paesi sviluppati.

La patogenesi

Oggi la ricerca scientifica sotto l’egida del CDC ha dimostrato che l’immunità tissutale sviluppata dall’organismo verso l’Herpesvirus è mediata sostanzialmente dalle cellule immunitarie linfocitarie di tipo T.

L’aumento dell’incidenza e della gravità dello Zoster (HZ) e della Neuropatia osservata negli anziani è strettamente correlato con un progressivo declino correlato all’età dell’immunità specifica verso il virus. Nel contempo il livello di anticorpi sviluppati e presenti nel sangue contro il virus rimangono relativamente costanti con l’aumentare della stessa età.

Il punteggio relativo alla gravità della malattia dell'HZ è stato definito in comparazione con lo standard rappresentato dai soggetti che non hanno sviluppato l'HZ durante lo studio durante la fase sperimentale.

Efficacia del vaccino contro l’Herpes zoster (HZ) per l’incidenza dell’HZ.

Il vaccino HZ ha ridotto significativamente l'incidenza complessiva dell'HZ del 51,3%, sebbene l'efficacia del vaccino verso l'incidenza dell'HZ sia stata sostanzialmente ridotta nei soggetti di età ≥ 70 anni. La cifra si basa sui numerosi dati pubblicati dal CDC.

Sicurezza dei vaccini.

Nella popolazione totale i tassi di mortalità durante l’intero periodo di studio erano assimilabili tra i soggetti trattati con vaccino a quelli con placebo.

Vaccino contro l’Herpes zoster

L’obiettivo primo della vaccinazione contro l'herpes zoster è rappresentato dalla riattivazione della prima immunità indotta dalla varicella in altra epoca.

Questo può essere realizzato con il nuovo vaccino a subunità adiuvato con la glicoproteina gE.

Esso è universalmente noto come “Shingrix”, prodotto dalla multinazionale GlaxoSmithKline

Il vaccino Shingrix è stato appena registrato anche in Italia ed è già disponibile. Verrà somministrato alle persone con età compresa tra i 65 e i 79 anni esenti da qualsiasi tipo di deficit immunitario.

Dovresti ricevere il vaccino Shingrix tranne nei casi in cui :

• Sei allergico a qualsiasi componente del vaccino, molecola

immunogenetica e/o l’adiuvante

• Hai fatto un esame del sangue che dimostra che non hai mai avuto

la varicella (allora dovresti ricevere il vaccino contro la varicella).

• Sei in stato di allattamento.

La raccomandazione è quella di articolare la vaccinazione contro l'herpes zoster con il vaccino Shingrix articolato in due dosi da praticarsi a distanza di 1-2 mesi una dall’altra.

Si può applicare anche nella fascia d’età di 18-50 anni a seconda del tipo di fattori di rischio eventualmente esistenti, come i pazienti che sono gravemente immunocompromessi o che stanno ricevendo, o riceveranno, per la compresenza di svariate comorbilità una terapia immunosoppressiva nel prossimo futuro.

Per anziani con età superiore ai 65 anni non ci sono limitazioni di scelta.

Grado di protezione immunitaria del vaccino contro l’Herpes zoster

L'efficacia del vaccino Shingrix contro l'herpes zoster, misurata nell’ambito degli studi clinici randomizzati e controllati, è molto alta: 91% contro l'herpes zoster e 89% contro la nevralgia post erpetica su una popolazione di 16.596 partecipanti di età superiore ai 70 anni.

L'efficacia nella popolazione selezionata nella fase 4 della sperimentazione è la stessa sopra i 50 anni (94%) o sopra i 70 anni (92%).

Le stime di efficacia dopo che il vaccino è stato messo in commercio sono più basse (circa 68-70%): il che può essere dovuto alle differenze metodologiche e alle maggiori comorbidità presenti nella popolazione valutata.

L'effetto protettivo si mantiene per anni : più precisamente è del 91% dopo un follow-up medio di 7,1 anni.

Effetti collaterali noti del vaccino contro l’Herpes zoster

Il vaccino Shingrix, che contiene l'adiuvante AS01B, è molto sicuro. Tuttavia, la reattogenicità è più alta rispetto alla maggior parte degli altri tipi di vaccino.

Il dolore è il sintomo locale più comune (83%), seguito dal rossore (29%) e dal gonfiore (15%). I sintomi generali più comuni sono il facile affaticamento (48%), dolore muscolare (41%), cefalea (37%) e iperpiressia nel 17%.

Conclusione

Lo studio del CDC sulla prevenzione dell’herpes zoster ha dimostrato che il vaccino HZ ha ridotto significativamente la morbilità dovuta all’HZ e alla NPH negli anziani.

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