La visita di Xi Jinping nel Golfo: conclusi 34 accordi con l’Arabia Saudita

Belt and Road Initiative, Saudi Vision 2030, indebolimento del prestigio degli Stati Uniti nella regione, con la visione verso una nuova riforma dell'ordine mondiale

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  Michele Bodei
  13 dicembre 2022
  3 minuti, 50 secondi

Il 7 dicembre Xi Jinping è atterrato a Riyadh, in Arabia Saudita, per partecipare alla prima edizione di due summit multilaterali. Il primo con i 22 paesi della Lega Araba, mentre il secondo, con i 6 paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo consolidando ulteriormente, la collaborazione già esistente tra la Cina e i paesi del Medio Oriente. Primi incontri in presenza del leader cinese, dopo gli ultimi due anni di isolamento a causa della pandemia. Dopo il G20 in Indonesia e il summit APEC in Thailandia, la visita di Pechino in Arabia Saudita dimostra l’ambizione della Cina di raggiungere un ruolo centrale nella scena internazionale. Negli ultimi dieci anni quest'ultima ha stretto, numerosi accordi con altri paesi asiatici e in Africa, riuscendo a esercitare una certa influenza attraverso i suoi prestiti ingenti. Toccherà la stessa sorte, ai paesi del Golfo?

Il risultato più importante di questo viaggio, consiste nella conclusione di 34 accordi commerciali bilaterali con i sauditi, per un valore stimato di 29,62 miliardi di dollari in ambito di risorse energetiche rinnovabili e non, infrastrutture, sanità e sviluppo digitale. L’Arabia Saudita è già il principale fornitore di petrolio per la Cina, con 81 milioni di tonnellate esportate nel 2021, ma i due paesi hanno anche altre importanti ragioni, per rafforzare ulteriormente i loro rapporti bilaterali. Uno dei principali obiettivi dell’agenda cinese è la diversificazione delle risorse energetiche, mentre Riyadh riconosce due fattori strategici importanti: da un lato, teme i prezzi scontati del greggio, che la Russia – colpita dalle sanzioni per la guerra in Ucraina – sta offrendo alla Cina, dall’altra la diatriba tra Stati Uniti e l’OPEC+ spinge l’Arabia Saudita, a rivolgersi verso partner diversi da quelli occidentali.

Gli accordi inaugurano una “partnership strategica complessiva”, in cui i due attori puntano sui loro rispettivi programmi di sviluppo di lungo termine. Xi Jinping è interessato a cooperare e costruire infrastrutture nella regione del Golfo, in ambito dell'ambizioso progetto della Belt and Road Initiative. L'obiettivo è paragonabile, a quello del principe Mohamed bin Salman Al Sa’ud, nel progetto Saudi Vision 2030; un quadro strategico che consentirà  all’Arabia Saudita di svincolarsi dalla dipendenza dal petrolio e diversificare l’economia sviluppando altri settori. Per questa ragione, la partnership si estende anche sugli ambiti dell’intelligenza artificiale e del cloud computing, nei quali è stata coinvolta anche l’azienda cinese Huawei in un memorandum.

La conclusione dei 34 accordi può suscitare un’impressione colossale. La verità è che la cooperazione tra i due paesi non decolla, a  quanto sembra. Di fatto Pechino e Riyadh si impegnano a continuare i rapporti già esistenti come negli anni passati; il petrolio saudita viene venduto in Cina e gli investimenti cinesi vanno in Arabia Saudita. Va notato che da tempo, si lavora su un accordo di libero scambio, che invece non è stato concluso. Un’altra vittoria di Pechino, sarebbe stata ottenere il pagamento del petrolio saudita in renminbi, – monete ufficiale della Repubblica Popolare Cinese - che però, alla fine non è successo. Xi Jinping non sta esercitando nel Golfo la stessa influenza che ha guadagnato in Africa e in Asia, ma questo era anche prevedibile, in quanto l’Arabia Saudita è il diciottesimo stato per PIL nominale e non si lascerà controllare dagli investimenti cinesi com’è accaduto in altri contesti internazionali.

Resta certamente importante il messaggio che la visita nel Golfo invia agli Stati Uniti. Se Washington negli ultimi anni si sta allontanando dal Medio Oriente, dall’altra Pechino ha venduto droni militari per un totale di 4 miliardi di dollari, spingendo l’Arabia Saudita lontana dall’orbita americana e verso quella cinese. Quasi in modo provocatorio Biden incontrerà oggi gli stati membri dell’Unione Africana in un summit a Washington, a cui ha già promesso di proporre l’ammissione dell’organizzazione africana nel G20, nel tentativo di rimediare all’influenza che gli Stati Uniti hanno permesso alla Cina di esercitare nel continente. Questa dinamica si evolverà in un risiko diplomatico tra Washington e Pechino?

https://www.quotidianosanita.it/m/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=105054

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/10/cina-partner-strategico-dei-paesi-del-golfo-xi-jinping-firma-34-accordi-con-i-sauditi-petrolio-infrastrutture-e-it-in-chiave-anti-usa/6901032/amp/

https://www.ispionline.it/it/global-watch/global-watch-speciale-geoeconomia-n128-36898

https://formiche.net/2022/12/xi-jinping-golfo/

https://www.limesonline.com/notizie-mondo-questa-settimana-guerra-ucraina-russia-cina-arabia-saudita-xi-mbs-castillo-peru-ecowas-sahel/130338

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#golfo #Arabia Saudita #cina #pechino #riyadh #xijinping #summit #saudivision2030 #g20 #mondomultipolare #BeltandRoadInitiative