Le ultime novità riguardo i vaccini bivalenti

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  Redazione
  13 gennaio 2023
  5 minuti, 53 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, Specialista in Otorinolaringoiatria e membro del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

I vaccini COVID bivalenti sono in uso da alcuni mesi. Essi hanno come protagonista la variante Omicron del Coronavirus-19.

I vaccini hanno svolto un ruolo esclusivo e decisivo nel successo terapeutico contro la pandemia di COVID, da quando il loro lancio è iniziato poco più di due anni fa.

Da allora, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che l’utilizzo delle vaccinazioni di massa abbia salvato dalla morte o invalidità permanenti alcune centinaia di milioni di vite in tutto il mondo.

All’inizio dell’epidemia i vaccini anti-Covid sono stati prodotti allo scopo di sensibilizzare il nostro sistema immunitario a riconoscere specificamente la proteina “spike” localizzata sulla superficie di membrana del ceppo originale di SARS-CoV-2 (nome scientifico del virus responsabile del COVID-19).

Ma, come ben sappiamo, da quando SARS-CoV-2 è stato identificato per la prima volta, ha continuato a mutare ed evolversi ad ogni replicazione in una serie di varianti distinte geneticamente una dall’altra.

La risposta alle mutazioni

Alcune di queste varianti recano mutazioni nei loro genomi capaci di aumentare la capacità del virus di trasmettersi ad altre persone (virulenza) ed eludere gli anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario oppure influenzare la gravità clinica della malattia.

La variante denominata “Omicron” è attualmente il principale agente responsabile delle infezioni da COVID in tutto il mondo. Essa ha sviluppato finora più di 50 mutazioni nel suo patrimonio genetico (genoma) ed è più facilmente trasmissibile (virulenza) rispetto alle varianti precedenti.

Alcune delle mutazioni di omicron gli consentono di eludere gli anticorpi indotti attraverso precedenti infezioni, vaccinazioni e terapie anticorpali.

La risposta della Scienza medica e di laboratorio si è prontamente attivata per l’elaborazione di vaccini adeguatamente adattati in guisa tale da prendere di mira sia il ceppo originale di SARS-CoV-2 che le varianti più recenti del virus, in particolare l'Omicron.

Non a caso questi nuovi vaccini sono chiamati “bivalenti”.

Temporibus illis, i vaccini bivalenti potevano essere testati e approvati abbastanza rapidamente in quanto la loro sintesi di laboratorio era basata sulla stessa tecnologia mRNA adoperata nei vaccini COVID di prima generazione.

Non solo, ma ora con lo sperimentato utilizzo dei bivalenti anche nelle dosi di richiamo nel mondo reale per alcuni mesi, si stanno raccogliendo significative e positive dimostrazioni di efficacia anche contro l’Omicron.

Vaccini mRNA: un recente aggiornamento

Sia “Moderna” che “Pfizer / BioNTech” (sono tra principali e rinomate aziende produttrici di vaccini) hanno aggiornato i loro vaccini mRNA per fornire una protezione immunitaria più ampia ed efficace.

Questi vaccini contengono brevi catene di materiale genetico noto come “RNA messaggero” che recano precise istruzioni alle nostre cellule immunitarie affinché producano copie esatte della proteina spike del coronavirus.

Una volta che queste proteine spike sono sintetizzate, vengono utilizzate per sensibilizzare le nostre cellule immunitarie a riconoscere ed eliminare i SARS-CoV-2, se ne siamo infetti.

In definitiva, i vaccini bivalenti contengono due tipi di molecole di RNA messaggero che forniscono le istruzioni per due diversi tipi di proteina spike del virus: uno dal ceppo originale SARS-CoV-2 e un altro da omicron BA.1.

Un successivo aggiornamento di laboratorio si è focalizzato sull'Omicron BA.4 e BA.5, cercando di aggiornare anche il nostro sistema immunitario verso le "sottovarianti" di omicron, esse pure in rapida riproduzione ed evoluzione.

Gli studi sulla sicurezza vaccinica hanno indicato che sia i vaccini bivalenti di Moderna che quelli di Pfizer/BioNTech erano sicuri. Eventuali effetti collaterali sono stati simili a quelli riscontrati dopo la vaccinazione con le versioni originali di questi vaccini, come il dolore percepito al sito di iniezione e intensa astenia.

Test di laboratorio e di farmacodinamica hanno anche dimostrato che i vaccini bivalenti hanno innescato livelli più elevati di anticorpi contro l'Omicron rispetto ai vaccini originali.

Sulla base di queste prove scientifiche, tali vaccini hanno ricevuto l'approvazione con procedura di emergenza in numerose nazioni, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea.

Nel Regno Unito questi vaccini bivalenti hanno iniziato a essere somministrati a persone clinicamente vulnerabili e adulti sopra i 50 anni nell'autunno del 2022.

Al termine, quanto bene stanno funzionando?

Un ampio e approfondito studio dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie ( l’autorevole CDC) ha preso in esame gli adulti con COVID sintomatico tra settembre e novembre 2022: scoprendo che la somministrazione di una dose di richiamo bivalente mirato al virus originale più la variante omicron BA.4 / BA.5, ha provocato un’ulteriore protezione immunitaria contro l'infezione sintomatica rispetto a un richiamo monovalente rivolto al solo ceppo originale.

Altri studi statunitensi hanno dimostrato che il rischio di ospedalizzazione era ridotto di almeno il 38% nelle persone che avevano ricevuto un richiamo bivalente rispetto a quelli che avevano ricevuto due o più dosi dei vaccini originali. Negli adulti sopra i 65 anni la protezione aggiuntiva era pari al 73%.

Nel frattempo, recenti ricerche suggeriscono che i booster bivalenti offriranno protezione contro le sottovarianti emergenti di omicron. I campioni di siero di persone che hanno ricevuto i booster bivalenti contenenti BA.5 hanno avuto una migliore attività neutralizzante contro tutte le sotto varianti di omicron, finora emerse (in particolare BA.2.75.2, BQ.1.1 e XBB) rispetto a coloro che hanno praticato uno o due richiami regolari.

Cosa ci riserva il futuro?

A tale proposito , i media sono ancora inquinati da pseudo esperti , per lo più catastrofisti, che pubblicano e diffondono notizie del tutto prive di fondamento scientifico, atte solo a fare titolo sui giornali e seminare ansia nella popolazione e nei creduloni.

Oggi, invece, le prove già raccolte dimostrano scientificamente che il richiamo eseguito con un vaccino bivalente aggiornato è il modo più sicuro ed efficace per ridurre il rischio di malattie gravi, menomazioni e morte per COVID.

Prevedere quale sarà la prossima variante e quando o se sarà necessario un vaccino aggiornato in futuro, è difficile da dirsi.

Di certo sappiamo che i vaccini mRNA sono ideali per rispondere a questa necessità in quanto possono essere adattati in tempi relativamente rapidi verso le ultime varianti di Omicron e possono essere prodotti altrettanto prontamente.

Tale è la loro flessibilità biologica che sono stati allestiti progetti sperimentali nel Regno Unito per testare il loro utilizzo ed efficacia come vaccini personalizzati anche nei pazienti oncologici.

Diversi altri approcci al vaccino COVID sono in fase di sviluppo per fornire una protezione più ampia contro le varianti attuali e future.

Alcuni sono progettati per stimolare l’azione immunitaria dei nostri linfociti T.

Altri sono costituiti da piccole nanoparticelle contenenti frammenti delle proteine spike di SARS-CoV-2 e molti altri virus correlati.

Qualunque sia il futuro, i dati continuano a dimostrare che, indipendentemente dal tipo di richiamo utilizzato, la vaccinazione è il modo più sicuro ed efficace per ridurre la trasmissione della malattia e proteggere l’organismo umano da malattie gravi, ospedalizzazione e morte.

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Redazione

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Salute e Benessere

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Vaccini covid salute benessere