La migrazione resta un argomento di dibattito e scontro continuo all’interno dell’Unione Europea e degli Stati membri. Per far fronte a questa tematica, è stata adottata da Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione Europea, su proposta della Commissione europea, un nuovo regolamento che vuole risolvere alcuni vuoti su questa materia.
L’accordo politico tra le parti è stato trovato a dicembre 2024, quando dopo tre giorni di continuo dibattito si è arrivati finalmente ad una bozza in seguito adottata in Parlamento il 10 aprile 2024 e infine adottato in Consiglio il 14 maggio 2024.
Questo è quello che viene descritto come un momento rivoluzionario del processo di integrazione dell’Unione Europea verso una politica sempre più comunitaria anche in materia di asilo e migrazione.
“Il 20 dicembre 2023 passerà alla storia. Il giorno in cui l'Unione europea ha raggiunto un accordo fondamentale su una nuova serie di regole per gestire la migrazione e l'asilo. Ancora una volta l'Europa ha sfidato le previsioni. Sono molto orgogliosa del fatto che con il Patto per la migrazione e l'asilo abbiamo ottenuto risultati e fornito soluzioni", così scrive Roberta Metsola presidente del Parlamento europeo su X.
Il regolamento di Dublino, in vigore dal 1997, prevede che gli unici responsabili per esaminare la richiesta di asilo e dell’accoglienza di un migrante, sia il Paese di arrivo. Questo sistema è stato contestato soprattutto da paesi considerati come primo ingresso quali Italia, Malta, Spagna e Grecia. Nonostante i vari tentativi di riforma, trovare un accordo non è mai stato semplice.
Ad oggi, è stato presentato un nuovo regolamento che mira a “determinare lo Stato membro competente per l'esame di ciascuna domanda di protezione internazionale e garantire una più equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri attraverso un meccanismo di solidarietà obbligatorio ma flessibile” come riporta il sito ufficiale del Consiglio dell’Unione Europea.
I principali cambiamenti proposti da questo nuovo regolamento sono riassumibili in questo modo:
Border procedure o procedura di frontiera: Questo termine indica una procedura particolare da poter utilizzare nei confronti dei migranti che possano essere considerati un pericolo, oppure che provengano da paesi sicuri o da paesi con un tasso di domande d’asilo accolte sotto il 20 per cento. Essa prevede un tempo di soluzione di massimo dodici settimane prima del trasferimento in strutture apposite se la richiesta viene approvata, o il rimpatrio se essa viene rifiutata.
Banca dati Eurodac: Si tratta di un sistema con lo scopo di fornire maggiore informazioni e dati su speciali categorie di migranti.
Meccanismo solidarietà obbligatoria: Si tratta di un obbligo di collaborazione tra i paesi che più frequentemente accolgono migranti e i paesi interni all’Unione. Tale obbligo prevede che essi debbano decidere se accettare un certo numero di migranti, se fornire assistenza operativa al Paese che accoglie, oppure se versare 20mila euro per ogni richiedente che rifiutano di accogliere in un fondo comune dell’Unione. Se uno dei paesi interni all’Unione si rifiuta di adempiere a questo obbligo, sarà compito della Commissione incorrere in una procedura di infrazione che potrebbe prevedere un ricorso per inadempimento di fronte alla Corte di Giustizia dell’Unione.
Oltre a questo sono state introdotte delle misure che mirano a redistribuire la responsabilità degli Stati che si trovano ad accogliere il maggior numero di migranti, con delle norme di trasferimento in presenza di condizioni particolari, quale il ricongiungimento familiare.
Infine, sarà compito della Commissione elaborare un piano di attuazione comune che dovrà essere introdotto nel giugno 2024 e che vedrà l’attuazione sei mesi dopo l’entrata in vigore dei regolamenti.
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L'Autore
Maria Pol
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