Perchè dobbiamo tornare e rimanere sulla luna

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  Redazione
  18 settembre 2020
  6 minuti, 29 secondi

A cura di Matteo Frigoli

Attualmente, tutte le attività umane dipendono dalle risorse ricavate da un singolo corpo celeste, ossia il pianeta terra. L’esplorazione spaziale e lo sfruttamento delle risorse offerte dallo spazio cosmico e dagli altri corpi celesti consentirà all’economia planetaria di accedere a fonti di energia e di approvvigionamento di materiali pressoché illimitate.

Tra le svariate risorse spaziali utilizzabili, come quella mineraria offerta dagli asteroidi vicini alla Terra (anche detti near earth objects) o quella energetica del sole, questo articolo si focalizzerà sull’analisi delle opportunità offerte dal corpo celeste più vicino al nostro pianeta: la luna.

Infatti, come vedremo, la luna offre sia risorse minerarie che energetiche e, inoltre, può funzionare come un’importante base per l’esplorazione dello spazio profondo.

Nel passato, in particolare durante la guerra fredda, sono stati condotti numerosi studi sulla possibilità di utilizzare la luna come un avamposto spaziale permanente. Le due superpotenze (USA e URSS) effettuarono varie ricerche sperimentali, mai sviluppate in precedenza, per la costruzione di basi permanenti o semipermanenti sulla luna. In particolare, furono svolte ricerche circa la possibilità di utilizzare eventuali basi sulla luna o sui corpi celesti sia a scopo scientifico che scopo militare. Esempi sono lo studio statunitense denominato Project Horizon (del 1959) e i progetti sovietici Kolumb (del 1969) e Zvezda (del 1974)[1]. Inoltre, il programma Apollo, con cui gli Stati Uniti hanno portato i primi astronauti sulla luna, diede avvio ad una serie di studi finalizzati alla creazione di ''basi-laboratorio'' lunari, come lo studio Moonlab dell’Università di Stanford e il progetto Mission Modes and System Analysis della società Lockheed[2]. Un altro rilevante studio fu il progetto LESA (Lunar Exploration System for Apollo) del 1965 circa la realizzazione di una base semi-permanente sulla luna a scopo scientifico[3].

Nonostante i numerosi progetti, non esistono, ad oggi, basi o avamposti sulla luna. Ciononostante, un simile ambiente non ha perso la sua rilevante importanza strategica per lo sfruttamento di risorse e materie prime ivi presenti, e per il rilevante ruolo che potrebbe rivestire come base per il lancio di veicoli spaziali nello spazio profondo.

Quindi, perché dovremmo tornare (e restare) sulla luna?

La prima considerazione riguarda la possibilità di utilizzare le risorse minerarie della luna. Ciò non solo al fine di trasportarle sulla Terra per profitto, ma anche come risorse primarie da utilizzare in loco per la costruzione di avamposti, basi e altre installazioni. Sulla luna sono già stati individuati, grazie ai satelliti che orbitano intorno ad essa, vaste quantità di diversi minerali: basti sapere che il titanio (utile per la costruzione di tecnologia aerospaziale) è abbondante, così come i minerali del gruppo del platino e i minerali del gruppo delle Terre Rare. Inoltre, anche la regolite che ricopre totalmente la luna è ricca di diversi minerali. È importante sottolineare anche la presenza di depositi di Elio-3, un isotopo emesso in enorme quantità dal Sole che si deposita sulla luna a causa della mancanza di una magnetosfera lunare. L’Elio-3 può essere utilizzato come combustibile per una reazione nucleare del tutto pulita. Per comprendere le potenzialità dell'Elio-3 è utile una comparazione con l'energia nucleare che viene prodotta utilizzando l'uranio. É stato stimato che basterebbero 25 tonnellate di Elio-3 per soddisfare il fabbisogno energetico degli Stati Uniti per un anno intero[4], mentre, attualmente, le centrali nucleari statunitensi necessitano di 20.000 tonnellate di uranio l'anno, andando a coprire solo il 20% del fabbisogno totale di energia statunitense[5].

In aggiunta a queste considerazioni di carattere economico, c'è da sottolineare come la luna potrebbe servire da laboratorio scientifico, data la microgravità lunare. In effetti, la microgravità permette di condurre esperimenti che sarebbero di difficile o impossibile compimento sulla Terra. Sulla Stazione Spaziale Internazionale vengono, infatti, condotti centinaia di esperimenti che sfruttano le particolari condizioni fisiche dello spazio cosmico[6]. Inoltre, gli esperimenti sulla luna sarebbero importanti per ricavare dati fondamentali per lo sviluppo di futuri insediamenti ed avamposti lunari[7].

In aggiunta alla microgravità, la mancanza di atmosfera lunare consentirebbe ad una eventuale agenzia spaziale con una base di lancio sulla luna di diminuire drasticamente i costi di lancio di oggetti spaziali[8].

La luna non è però solo energia, risorse minerarie, progresso scientifico ed economico. Infatti, nello spazio cislunare (lo spazio cosmico tra la Luna e la Terra) esistono alcuni punti, detti punti Lagrangiani, che consentono agli oggetti spaziali di posizionarsi su di un’orbita stabile tra la Luna e la Terra. Questi punti rivestono un’importanza geostrategica o, meglio, “cosmostrategica”[9].

Infatti, questi punti possono servire da base di appoggio per riparare veicoli spaziali, rifornirli di carburante o per immagazzinare altri materiali da trasportare dalla luna alla Terra o viceversa. Alcuni analisti hanno anche evidenziato la possibilità di costruire basi spaziali permanenti, sottolineandone l’utilità dal punto di vista militare. In un’ottica meno futurista, si può pensare a questi punti come ottime basi orbitali permanenti per facilitare eventuali operazioni sulla superficie lunare[10].

Numerose aziende private hanno dimostrato interesse nello stabilire basi per lo sfruttamento delle risorse lunari. Esempi sono, tra le molte, Astrobotic Technology, Deep Space
Industries, Golden Spike, Moon Express, Planetary Resources e Shackleton Energy Company
. Insieme a quest’ultime, anche la NASA prevede di stabilire insediamenti permanenti sulla luna con il programma Artemis. Basti pensare che l’Agenzia Spaziale del Lussemburgo ha stimato un possibile introito di oltre 150 miliardi di euro derivante dallo sfruttamento delle risorse minerarie cosmiche in un lasso di tempo di dieci anni.

Infine, se la ricerca e l’estrazione di una parte delle risorse minerarie necessarie alla Terra avvenisse su altri corpi celesti, l’ecosistema planetario ne risentirebbe in maniera più che positiva. In una prospettiva a lungo termine, lo sfruttamento delle risorse sulla luna o su altri corpi celesti vicini alla Terra potrebbe anche servire per preservare il delicato equilibrio naturale terrestre.

Le conseguenze derivanti dallo sviluppo di avamposti spaziali potrebbero, però, non essere benefiche per tutti gli stati. Si pensi, per esempio, a quegli stati la cui economia è dipendente dall’esportazioni di minerali: un'eventuale disponibilità di minerali provenienti da avamposti spaziali potrebbe colpire negativamente quegli stati. A tal fine, pur esorbitando dallo scopo del presente articolo, urge a che le maggiori potenze spaziali ratifichino l’accordo sulla luna, un trattato concluso nel 1979 e ratificato ad oggi da soli 18 stati.


Fonti consultate per il presente articolo:

[1] Si rimanda al documento dell’esercito statunitense Project Horizon, disponibile al sito web: https://history.army.mil/faq/horizon/Horizon_V1.pdf.. Si rimanda inoltre a B. HARVEY, Soviet and Russian Lunar Exploration, Chichester, 2007, pp. 288-289.

[2] P. ECKART, Parametric Model of a Lunar Base for Mass and Cost Estimates cit., pp. 1-2.

[3] Si rimanda allo studio Deployment Procedures for Lunar Exploration Systems for Apollo (LESA), Sunnyvale, 1965, p. 1, disponibile al sito web: https://www.lpi.usra.edu/lunar/documents/LMSC-665606.pdf.

[4] Si veda Ian A. Crawford, Lunar resources: A review in Progress in Physical Geography 2015, Vol. 39(2), pp. 137-167. Riguardo all’Elio-3 si veda Helium-3 Power Generation, disponibile al sito https://explainingthefuture.com/helium3.html.

[5] Si veda il sito web https://www.statista.com/stati...

[6] [7] Spencer" class="redactor-autoparser-object">https://www.nasa.gov/mission_p... Kaplan, Eyes on the Prize: The Strategic Implications of Cislunar Space and the Moon, July 2020, disponibile al sito web: https://aerospace.csis.org/eyes-on-the-prize/.

[8] Ibid.

[9] Si veda T. Col. Vinicio Pelino, I(n)varianti di scala (un sistema complesso non è solo una miriade di parti) e la R.A.M., Centro Militare di Studi Strategici, 2012, pp. 140-145, disponibile al sito web: https://www.difesa.it/SMD_/CASD/IM/CeMiSS/Pubblicazioni/ricerche/Documents/Ricerche_2013/STEPI/variant_20130208_1008_LR.pdf.

[10] Kaplan (nota n.6) p. 8.

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