Systemic racism: una falla nel sistema – parte 1

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  Francesca Alfonzi
  23 ottobre 2022
  3 minuti, 12 secondi


A partire dai primi anni del 2000, il progresso della democrazia ha iniziato in modo lento ma costante ad arrestare il suo corso. Secondo gli studi di Freedom House (un’organizzazione internazionale con sede a Washington D.C, Stati Uniti) si sta assistendo a un declino della libertà globale. Questa crisi è accentuata dall’erosione dei diritti politici e civili presente in molti Paesi e dal vacillamento di pilastri democratici fondamentali come lo stato di diritto o la salvaguardia dei diritti e delle libertà dell’uomo.

Parte di questo problema, come è ben noto, è reindirizzabile a questioni di discriminazione, a politiche riguardanti l’immigrazione e a episodi di razzismo. Ad affiancare problematiche evidenti come quelle precedentemente elencate ve ne sono altre, che sono invece più sottili e meno palesi alla società nel suo insieme: questo è il caso del razzismo istituzionale o systemic racism (in inglese).

In senso più generico, il razzismo è un fenomeno che si manifesta attraverso diverse forme, sebbene di base consista in una criminalizzazione delle differenze basata su attributi naturali. Vi è però da distinguere tra il razzismo individuale e quello che si manifesta nel mondo delle istituzioni, degli organi e degli agenti governativi, che viene invece definito come razzismo istituzionale o sistemico. Mentre il primo fa riferimento a un tipo di razzismo interiorizzato negli individui stessi e le discriminazioni contro persone o gruppi di origine straniera che ne conseguono sono palesi e facilmente riconoscibili (es. pregiudizi, xenofobia, ecc.), il secondo è più specifico e nascosto; esso consiste infatti in politiche, leggi e prassi amministrative che consolidano la disuguaglianza e ostacolano il godimento dei diritti e delle libertà dell’uomo in base all’etnia, la cultura o la religione. Più semplicemente, queste pratiche risultano nell’emarginazione di alcuni individui e, di conseguenza, nel privilegio di altri poiché “spesso senza intenzione o consapevolezza, determinano che le minoranze etniche siano trattate in modo ingiusto e meno ugualmente” (MacPherson).

Il systemic racism può manifestarsi in due modi: sotto forma di razzismo strutturale o di razzismo istituzionale.

Il primo termine fa riferimento a una serie di dinamiche radicate in tutti gli aspetti della società (a livello culturale, istituzionale, storico, ecc.) che esclude una determinata porzione della popolazione – le minoranze – da istituzioni pubbliche e sociali. Gli indicatori che si possono osservare in modo da identificarlo sono: disuguaglianza nell’accesso a opportunità e servizi, ma anche l’impatto di politiche e leggi, sia internazionali che nazionali.

Dall’altro lato, il termine ‘razzismo istituzionale’ indica un tipo di discriminazione che avviene all’interno del mondo istituzionale (es. scuole, forze dell’ordine, ecc.) e viene perpetrata da individui con pregiudizi, o che eseguono ordini di superiori con pregiudizi, come attraverso il potere conferitogli dall'istituzione che rappresentano o attuando un trattamento discriminatorio nei confronti di minoranze.

Questa forma di razzismo, essendo radicata nel mondo delle istituzioni governative, non è semplice da individuare e riconoscere. Inoltre, risulta anche difficile stimare a che livello le istituzioni di un Paese piuttosto che di un altro siano coinvolte in comportamenti di questo tipo. Come verrà illustrato nella seconda parte di questo articolo, solitamente quando si parla di systemic racism l’esempio più citato è quello degli Stati Uniti, tuttavia ciò non significa che il resto del mondo sia esente da questi eventi. Anche Paesi europei come l’Italia o l’Olanda hanno svolto una parte in questo genere di discriminazioni.


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Fonti consultate per la stesura dell’articolo:

Citazioni:

  • W. MacPherson, The Stephen Lawrence Inquiry: Report of an Inquiry by Sir William MacPherson, Cm. 4262-I (London, 15-2- 1999), § 6.30
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L'Autore

Francesca Alfonzi

Laureata nel 2021 in International Relations and Diplomatic Affairs presso l'Alma Mater Studiorum di Bologna; al primo anno di Magistrale in Relazioni Internazionali presso l'Università Sapienza di Roma.

Autrice per l'area tematica 'Diritti Umani'

Categorie

Diritti Umani

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