Il “nuovo” Presidente salvadoregno

  Articoli (Articles)
  Serena Basso
  20 February 2024
  5 minutes, 38 seconds

Elezioni generali in El Salvador

Nayib Bukele, questo il nome del Presidente di El Salvador eletto attraverso i voti delle elezioni presidenziali lo scorso 4 Febbraio. La sera del giorno stesso il Presidente ha pre-annunciato la notizia sui social network, notizia che nell’immediato ha suscitato scalpore e accuse di irregolarità negli spogli. Le opposizioni hanno denunciato e segnalato l’organo di Policía Nacional Civil per via di minacce di arresto ad appartenenti a liste d’opposizione qualora segnalassero irregolarità o limitazioni della libertà di stampa. I numerosi e ripetuti riconteggi manuali hanno successivamente portato alla conferma ufficiale della schiacciante vittoria di Bukele dal Tribunale supremo elettorale (Tse). Gli altri partiti hanno visto il partito Nueva Ideas primeggiare con un 84,6% dei voti, ottenendo ben 54 dei 60 seggi in assemblea legislativa unicamerale. I restati 6 seggi sono stati ottenuti dall’Alianza Republicana Nacionalista (Arena), dal Partido de Concertación Nacional (PCN) e dal Partido Demócrata Cristiano (PDC). L’unico partito a non avere seggi è il Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN). Secondo l’Università del Centro America il senso di fiducia nei confronti del Presidente è aumentata da un 61,4% nel 2019, per poi passare ad un 67,9% nel 2021 con l’ultimo dato registrato ad un 86,6%.

Il “nuovo” Presidente

Ma chi è Nayib Bukele? Bukele è un salvadoregno di 42 anni figlio di Armando Bukele Kattán, uomo d’affari considerato anche uno dei personaggi più influenti nella politica salvadoregna degli ultimi decenni. Il suo attivismo e le sue prese di posizioni politiche ci sono note già dal 2015 quando assunse la carica di sindaco della città di Nuevo Cuscatlan. Sarà poi il ruolo di sindaco della capitale San Salvador ad iniziare a conferirgli la possibilità di coltivare sempre più la sua popolarità. Infatti è proprio in quegli anni che El Salvador affronta un momento di forte fragilità legato all’emergenza delle bande criminali, elemento su cui il Presidente , già allora, incentra la sua lotta; lotta che lo porta ad emergere come attore politico e su cui concentra il suo primo mandato di governo ottenuto del 2019. Nel frattempo, ad aumentare la sua visibilità, vi è anche il suo discostamento dal Partito FLMN, ad oggi completamente escluso in parlamento, per crearne uno nuovo, il partito Nuevas Ideas. Questo nuovo partito si forgia sull’alternatività, proponendo una soluzione alle critiche dei sistemi tradizionali e portando elementi nuovi. Tra questi l’introduzione del Bitcoin come moneta legale presentata e narrata da Bukele come unico mezzo sicuro, certo e trasparente rispetto alle monete tradizionali. Un’altra strategia fondamentale prevede l’utilizzo dei social network, in particolare Twitter, e della narrativa inclusiva e popolare che portano. Per di più il presidente è il proprietario di un canale televisivo. Questo uso strategico delle tecnologie ha permesso di mettere in pratica un’efficace comunicazione politica costruendo sul personaggio di Bukele l’immaginario di un leader determinato, deciso e forte.

Le politiche di sicurezza

Durante lo scorso mandato Bukele si ritrovò in mano, nel 2019 un Paese soffocato dalla criminalità. I due principali problemi erano le bande criminali e il conseguente elevato tassi di omicidio. Le statistiche parlavano di 53 omicidi ogni 100 000 abitanti. Il tasso di omicidi era tra i più elevati dell’America Latina. La strategia utilizzata previse un paradigma estremizzato del “meno diritti e più sicurezza” con l’iniziale instaurazione di una situazione emergenziale. El Salvador si trova in stato emergenziale dal 27 marzo 2022 con un attuale rinnovo nel nuovo mandato di Bukele. Tale misura prevede politiche di sicurezza severe, elemento che portò fin dall’inizio il Paese a diventare uno stato di polizia e repressione. Le misure introdotte prevedono, la possibilità di revocare temporaneamente il mandato d’arresto consentendo incarcerazioni anche con sospetti non certi. Questo ha permesso negli ultimi 2 anni l’arresto di 75 000 persone incarcerate di cui 12 mila appartenti a bande come Ms13 e Barrio 18 detenuti in condizioni inumane. In aggiunta venne creato il processo di massa con un numero massimo di imputabili pari a 900 e l’informazione dei cittadini non fu più privata e criptata ma a libero accesso dello Stato. Molti attori sulla scena mondiale, tra cui organizzazioni internazionali come Amnesty Interational segnalano una restrizione dei diritti costituzionali eccessiva giustificata dal governo in nome della sicurezza del Paese. Inoltre alcuni organi, come il Dipartimento del tesoro statunitense, a seguito di indagini nel 2019 dimostrarono in realtà degli accordi segreti proprio tra Bukele e le organizzazioni criminali in nome di maggiori voti. Perciò la strategia di ridimensionamento e il contenimento del fenomeno hanno portato sia a risultati efficacia sia, però, alla violazione di norme costituzionali e dei diritti umani dei detenuti aumentando invece sull’altro fronte il potere autoritario del Presidente.

Il “modello Bukele”

Il “modello Bukele” suscita critiche anche perché per la vittoria di questo nuovo mandato la Costituzione è stata infranta. Infatti la Costituzione salvadoregna non prevede la possibilità di effettuare due mandati presidenziali. Bukele però è riuscito nell’ultimo anno a raggirare tale sistema. Infatti la sua strategia ha visto inizialmente l’inserimento di giudici, alla Corte Suprema, eletti da un parlamento a sua volta controllato dal governo. Il governo di Bukele, con questa tattica, riuscì a porre la questione di interpretazione pre elezioni, della legge costituzionale,  da parte di un vertice completamente sotto il suo controllo. Tale giuria ha infatti interpretato tal divieto, di essere rieletti per un secondo mandato, con la possibilità di ricandidarsi se il Presidente in carica presenta dimissioni 6 mesi prima delle nuove elezioni generali. Tutti passi fatti dallo stesso Bukele che oggi è di nuovo in carica.

Ad oggi sembra che la svolta presa da El Salvador negli ultimi anni mostri segni di autoritarismo proprio perché vi è un completo e corrotto controllo dei poteri dello Stato e delle sue istituzioni.

Al momento la comunità internazionale sembra piuttosto divisa. Alcuni stati come la Cina si congratulano per tale vittoria e, anzi, si auspicano un rafforzamento e un miglioramento dei legami.

La società salvadoregna invece sembra continuare ad appoggiare queste politiche repressive in nome però di uno stato e una vita più sicure.

Mondo Internazionale APS- Riproduzione Riservata ® 

Share the post

L'Autore

Serena Basso

Categories

South America

Tag

politicaestera Elezioni presidenziali autoritario