Il Nutriscore, i pro e i contro

Il Nutriscore, il famoso ( e per alcuni famigerato ) semaforo con i colori che vanno dal verde acceso al rosso intenso e con lettere dalla A alla E usato per aiutare i consumatori a scegliere gli alimenti più sani, con meno sale, meno zuccheri…

Di per sé l’intento è veramente ottimo, preservare la salute dei consumatori e anche l’ambiente perché il Nutriscore premia tutti quei prodotti alimentari che sono più sani e più attenti all’ambiente, con meno coloranti e conservanti ma come per tutte le cose non è tutto oro quello che luccica. Alcuni pensano che dietro ci siano sempre gli interessi delle grandi aziende multinazionali e sottolineano che alcuni dei nostri prodotti di eccellenza sono indicati con la lettera E in rosso intenso mentre prodotti industriali e lavorati sono contrassegnati con lettera A in verde acceso. Ovviamente nessuno vuole che i propri prodotti di punta finiscano per essere considerati come nemici della salute e dell’ambiente

Ma sappiamo davvero cos’è e come funziona il Nutriscore? Sembra che ci sia un po’ di confusione quindi proveremo a fare un po’ di chiarezza. Il Nutriscore, come già accennato, è una etichetta che dovrebbe aiutare i consumatori a scegliere i cibi più sani ed equilibrati dal punto di vista nutrizionale con una etichetta che indica con la lettera A di colore verde brillante i prodotti più genuini e via via fino alla lettera F in rosso acceso per tutti quegli alimenti con più sale, zuccheri o semplicemente più grassi.

Sappiamo che, come in tutte le cose, anche nel Nutriscore ci sono i pro e i contro.

Da una parte il Nutriscore potrebbe ridurre le spese per la salute, aumentare gli anni in vissuti bene, aumentare il numero di ore al lavoro e diminuire l’obesità che nei Paesi più industrializzati come il nostro sta diventando un problema grave.

Alcuni esperti fanno presente che il Nutriscore è “già stato adottato da sei Paesi dell’Unione Europea – Francia, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Spagna – più la Svizzera”, quindi se bel sette Paesi lo hanno scelto vuole dire che pensano che potrebbe avere dei benefici sulla salute dei cittadini.

Come ha spiegato l’ideatore del Nutriscore Serge Hercberg, professore emerito di nutrizione all’Università Sorbona Parigi Nord: “Anche in Francia la lobby dei produttori rifiutava il Nutri-score per difendere i propri interessi, e spesso era appoggiata dai politici. Ma di fronte alle evidenze scientifiche, nel 2017 l’etichetta con il semaforo è stata introdotta in Francia, anche se in modo volontario. Difatti ancora oggi alcune multinazionali come Ferrero, Lactalis, Coca Cola continuano a rifiutarlo”.

Dall’altra parte produttori italiani e non solo vogliono evitare che questa etichetta a punti diventi obbligatoria e vincolante per tutti i Paesi dell’Unione Europea perché hanno paura che penalizzi i loro prodotti più tipici.

E il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, dice chiaramente: “Se il Nutri-score venisse approvato dall’Unione Europea sparirebbero dalle tavole le eccellenze locali che caratterizzano i nostri territori e con la loro la storia e le tradizioni che li accompagnano. (…) I sistemi di etichettatura a colori come il Nutri-score escludono paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali, che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. L’etichetta nutrizionale a colori boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp), che la stessa Unione Europea dovrebbe invece tutelare e valorizzare”.

Mentre il dibattito sul Nutriscore si infiamma bisogna ricordare che la cosa migliore da fare è sempre leggere molto bene le etichette, stare attenti a quello che mettiamo nel nostro carrello al supermercato e portiamo sulle nostre tavole perché solo essendo ben consapevoli di quello che si mangia possiamo salvare il nostro pianeta e anche la nostra salute.

Non dobbiamo farci condizionare da un simbolo con dei colori che assomigliano a quelli di un semaforo, sta a noi decidere cosa ci fa bene e cosa no e tutti dovremmo averlo già capito bene e se ogni tanto vogliamo fare qualche strappo alla regola sappiamo che poi dobbiamo mangiare cose sane e leggere. E questa è la salute del pianeta e anche la nostra.

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