8 gennaio 2024: si apre il processo contro Ousman Sonko per crimini contro l’umanità

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  Giorgia Milan
  08 gennaio 2024
  3 minuti, 51 secondi

Oggi, lunedì 8 gennaio 2024, si apre in Svizzera il processo contro l’ex ministro dell’interno gambiano Ousman Sonko, arrestato a Berna il 26 gennaio 2017, per crimini contro l’umanità.
Ousman Sonko ha operato sotto la ventennale dittatura di Yahya Jammeh, è stato infatti ministro dell’interno della Gambia dal 2000 al 2016, periodo in cui ha commesso gli abusi in questione. 

Ousmane Sonko è dunque accusato di innumerevoli crimini contro l’umanità. Nel 2000 infatti, poco dopo aver ottenuto la carica di ministro dell’interno, ha ucciso Almamo Manneh, un soldato sospettato di essere coinvolto in un colpo di stato. Poco dopo la sua uccisione, Sonko ha ripetutamente violato la vedova, dal 2000 al 2002 e successivamente nel 2005.
Nel marzo del 2006 un altro colpo di stato ha causato la detenzione illegale e la tortura dei maggiori esponenti collegati, ai quali è necessario aggiungere anche numerosi membri dell’esercito, politici e giornalisti. Nel 2011 inoltre Ousman Sonko ha ucciso Baba Jobe, ex membro dell’assemblea nazionale.
Una manifestazione pacifica nell’aprile 2016 è stata violentemente repressa da Sonko, a questa repressione è seguita l’uccisione di Ebrima Solo Sandeng, considerata una delle principali organizzatrici della manifestazione.
A tutto ciò, va aggiunta la regolare detenzione illegale e tortura di diversi membri dell’opposizione. Qualsiasi minaccia per il governo veniva puntualmente presa di mira ed eliminata tramite percosse con pugni e oggetti, ustioni, avvelenamenti, scosse elettriche, stupri, soffocamenti con sacchetti di plastica e addirittura sepolture da vivi. Sonko, infatti, è da considerarsi come una figura essenziale della dittatura creata da Yahya Jammeh, senza il quale il sistema di repressione non sarebbe andato avanti.

Sonko è solo uno dei tanti colpevoli. Il 24 dicembre 2021 la commissione gambiana ha pubblicato un rapporto riguardo il ventennio di potere di Jammeh. Questo rapporto ha rilevato come insieme a Jammeh, altri 69 collaboratori potrebbero essere responsabili di crimini contro l’umanità.
Sino a questo momento è stato condannato solo un esponente gambiano, Bai Lowe (nel 2023), ex membro dell’unità paramilitare “Junglers”, creata dallo stesso Jammeh. Lowe è stato accusato di due omicidi e un tentato omicidio, considerati in sede di processo come crimini contro l’umanità, e quindi condannato all’ergastolo. Oggi inizia il processo contro Sonko, ma la strada per la giustizia in Gambia è evidentemente ancora molto lunga.

Quello contro Sonko è un procedimento penale storico per tre motivi principali. In primo luogo, finalmente in Gamba iniziano ad affrontare le atrocità commesse durante due decenni di dittatura, dando dunque avvio a una fase di giustizia di transizione. In secondo luogo, il processo di Sonko è il secondo caso di giurisdizione universale giudicato dal tribunale penale federale, dopo quello di Alieu Kosiah nel 2021. Infine, è fondamentale perché una persona di così alto rango non era mai stata processata in Europa con la giurisdizione universale.

La giurisdizione universale è dunque fondamentale. Si trattadi un principio che prevede la giurisdizione di uno stato sui crimini contro il diritto internazionale anche quando questi crimini non sono avvenuto sul suo territorio, e né la vittima né l’autore sono cittadini di quello stato. Il principio consente ai tribunali nazionali dei paesi terzi di occuparsi dei crimini internazionali che si verificano all’estero, di ritenere i responsabili penalmente responsabili e di prevenire l’impunità”.
Questo concetto si riferisce al fatto che un tribunale nazionale (in questo caso quello svizzero) può perseguire degli individui per gravi crimini contro il diritto internazionale (crimini contro l’umanità, crimini di guerra, genocidio, tortura), sulla base del principio che tali crimini danneggiano la comunità internazionale o l’ordine internazionale stesso.

La giurisdizione universale viene dunque invocata quando non ci sono basi tradizionali della giurisdizione penali alle quali appellarsi. Nel caso di Sonko infatti, l’imputato non è cittadino svizzero, non ha commesso crimini in territorio svizzero o contro i suoi cittadini, né tanto meno ha leso gli interessi nazionali della Svizzera. Ha comunque commesso dei crimini contro l’umanità, crimini troppo gravi per tollerare la possibilità di sottrarli a punizione. Crimini che devono essere quindi perseguiti.

L’Italia non riconosce il principio di giurisdizione universale, questo perché non ha completato il processo di adeguamento dell’ordinamento interno allo Statuto della Corte penale internazionale, lo statuto di Roma. Quello che accadrà da oggi in Svizzera contro Ousman Sonko non sarebbe mai potuto accadere in Italia.

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L'Autore

Giorgia Milan

Giorgia Milan, classe 1998, ha conseguito una laurea triennale in “scienze politiche, relazioni internazionali e governo delle amministrazioni”, con una tesi riguardo la condizione femminile in Afghanistan, e successivamente una laurea magistrale in “Human rights and multi-level governance”, con una tesi riguardo la condizione delle donne rifugiate nel contesto dell’attuale guerra Russo-Ucraina, il tutto presso l’Università degli studi di Padova.

I suoi interessi principali sono i diritti umani, in particolare i diritti delle donne. È proprio il forte interesse per questi temi che l’ha spinta a intraprendere un tirocinio universitario presso il Centro Donna di Padova, durante il quale ha avuto la possibilità di approcciarsi al mondo della scrittura e della creazione di contenuti riguardanti la violenza di genere e le discriminazioni.

In Mondo Internazionale Post Giorgia Milan è un'autrice per l'area tematica di Diritti Umani.

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Diritti Umani

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Gambia crimini contro l'umanità Ousman Sonko