Accordi tra UE-MERCOSUR

Uno stallo ventennale

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  Alessia Boni
  28 dicembre 2023
  4 minuti, 58 secondi

Introduzione

Per oltre due decenni, l'Unione Europea e il MERCOSUR hanno lottato con un accordo che sembra faticare a vedere la luce alla fine del tunnel. Il MERCOSUR, conosciuto come Mercado Común del Sur in spagnolo (Mercado Común Do Sul in portoghese), è nato con l'ambizione di promuovere il libero commercio tra i Paesi membri, con un impegno a valorizzare e proteggere i prodotti interni durante gli scambi con altre nazioni. L'idea di formare un blocco comune ha preso forma negli anni Ottanta, durante l'era democratica che segnò la fine del nazionalismo economico e spinse i paesi sudamericani, accomunati da un simile passato, verso una visione cooperativa anziché competitiva. Il Trattato di Asunción, firmato il 26 marzo 1991 da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, ha formalmente istituito il MERCOSUR. Nel 1995, i dazi doganali tra i quattro Paesi fondatori sono stati aboliti, e si è istituita una tariffa doganale comune nei confronti dei Paesi terzi. Oltre ai fondatori, il MERCOSUR ha accolto Paesi associati come Cile, Colombia, Suriname, Ecuador e Guyana, mentre la Bolivia è ancora in fase di adesione. La Presidenza del MERCOSUR, che si alterna ogni sei mesi, è attualmente detenuta dal Brasile sotto la guida di Lula da Silva. Il processo decisionale si concentra sul Consiglio del Mercato Comune, composto dai Ministri degli Affari Esteri e dell'Economia dei Paesi membri.

Posizionamenti

Le lunghe trattative tra l'UE e il MERCOSUR, iniziate nel 2000 e concluse positivamente nel 2019, hanno anticipato la firma di un ampio accordo di libero scambio globale. Tuttavia, la ratifica è stata ostacolata dalle richieste dell'UE sullo stop alla deforestazione amazzonica e l'impegno del Brasile contro il cambiamento climatico. Le divisioni tra gli Stati Membri dell'UE sono evidenti, con la Francia, l'Irlanda, l'Austria e i Paesi Bassi contrari per timori legati alle lobby agricole e alla concorrenza della carne bovina sudamericana a basso costo. Il Governo tedesco, al contrario, si è mostrato favorevole, guidato dagli interessi dell'industria automobilistica. Il Presidente brasiliano Lula ha respinto le preoccupazioni ambientaliste, accusando l'UE di protezionismo. La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato in risposta che l'accordo è "a portata di mano" e si impegna a risolvere le divergenze rimanenti a margine della conferenza sul clima COP28 delle Nazioni Unite di Dubai. 

Numerose critiche emergono dalle opposizioni, soprattutto da parte delle ONG, che accusano gli interessi europei di neocolonialismo, con l'unico obiettivo di sfruttare e di estrarre dal territorio sudamericano le materie prime di cui dispone, come anche le terre rare (specialmente rame e litio). In questo modo verrebbe confermato il ruolo del Sudamerica quale fornitore di beni agroalimentari grezzi, materie prime e ricettore di prodotti finiti e industriali, reiterando lo schema colonialista a discapito del territorio e dei diritti umani di popoli indigeni e agricoltori. Sorge l'interrogativo se l'accordo possa entrare in contrasto con le disposizioni del Green Deal europeo, favorendo esclusivamente le industrie chimiche e agroalimentari a discapito della protezione ambientale e del clima.

Timori e incertezze

Il vertice del 7 dicembre a Rio de Janeiro ha evidenziato la volontà di stringere e firmare definitivamente un accordo, ma allo stesso tempo anche molte perplessità, specialmente da parte del Presidente francese Emmanuel Macron e dei Paesi Bassi. La posizione dell'Argentina con il nuovo governo di Milei è incerta, mentre Brasile e Germania si dichiarano pronti alla firma.

Con l'ascesa della Cina nei mercati internazionali, l'UE cerca di assicurarsi una stabile presenza in America Latina, essendo uno dei principali investitori con quasi 700 miliardi di euro di investimenti esteri. Dal 2013 infatti, la Comunità Europea ha aumentato gli scambi commerciali con l'America Latina, raggiungendo un totale di 369 miliardi di euro. L'UE si protrae verso la ricerca di garanzie su temi divisivi come ambiente, democrazia e diritti umani, puntando all'obiettivo di "deforestazione zero" e alla creazione di un fronte unico in sostegno all'Ucraina contro l'invasione russa. Tuttavia, la regione del Mercosur guarda anche a Cina, Russia, Sud Africa e India (ovvero i paesi del blocco BRICS) per rafforzare la sua posizione internazionale attraverso alleanze multipolari. Durante la presidenza di Santiago Peña nel MERCOSUR, le vedute si stanno allargando verso i paesi asiatici e mediorientali, e le priorità per il blocco adesso riguardano gli Emirati Arabi Uniti e Singapore. L'ingresso della Bolivia nel MERCOSUR dimostra una strategia a lungo termine, nonostante le minacce di abbandono e le limitazioni ambientali imposte dall'accordo con Bruxelles.

Cosa succederà

La conclusione di un accordo rappresenterebbe un significativo successo per Bruxelles, specialmente considerando che soltanto un mese fa la capitale europea ha dovuto affrontare il fallimento dei negoziati per un'intesa di libero scambio con l'Australia. Questo scenario segna una svolta positiva per l'Unione Europea, che vede nel raggiungimento di un accordo con il Mercosur un'opportunità di riscatto dopo l'insuccesso precedente.

Dall'altro lato, il Mercosur gode di considerevoli vantaggi derivanti dalla conclusione di un accordo, particolarmente perché le trattative si sono protratte per un periodo di tempo interminabile. Tuttavia, resta incerta la tempistica con cui la procedura per sigillare l'accordo avverrà nel breve termine, considerando le divergenti posizioni su temi cruciali che richiedono una sintonia evidente ed urgente, come la lotta contro le disuguaglianze e la transizione verso politiche più sostenibili e green. Un ulteriore elemento di incertezza è rappresentato dalla preoccupazione dell'Unione Europea riguardo alla potenziale concorrenza dei prodotti sudamericani a basso costo rispetto a quelli di produzione interna. Questa sfida economica accentua la necessità di trovare un equilibrio che soddisfi entrambe le parti coinvolte.

Nonostante le sfide, le trattative e le relazioni hanno conosciuto un rinnovato slancio a inizio dicembre. Questo rilancio alimenta la speranza di raggiungere un compromesso definitivo, ma al contempo evidenzia la complessità dei temi in discussione e la necessità di superare le divergenze per giungere a una conclusione soddisfacente per entrambe le parti.

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L'Autore

Alessia Boni

Alessia Boni è originaria di Modena, Emilia-Romagna ed è nata il 13 giugno 1998. Ha una profonda passione per la politica internazionale, l'economia, la diplomazia, le questioni ambientali e i diritti umani.

Alessia ha conseguito una laurea in Relazioni internazionali e Lingue straniere, con un semestre trascorso come studentessa di scambio per il programma Overseas in Argentina presso l'Universidad Austral de Buenos Aires, dove ha sviluppato il suo profondo interesse per l'America Latina.

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America del Sud

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