La situazione umanitaria in Venezuela

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  Chiara Andreoli
  06 dicembre 2022
  4 minuti, 53 secondi

Il Venezuela continua a vivere una crisi politica e socio-economica senza precedenti che sta avendo gravissime ripercussioni sulla popolazione, costretta a convivere con l'iperinflazione, la mancanza di cibo e dei servizi di base. Questa crisi ha scatenato uno dei più grandi flussi migratori della storia, con più di 5 milioni di venezuelani che hanno lasciato il Paese.

Contesto: i tre aspetti della crisi

Dal 2013 il Paese è scosso da problemi politici, economici e sociali che concorrono alla situazione di crisi. Considerando l’aspetto economico, il crollo dei prezzi del petrolio, gli espropri e le restrizioni al controllo dei cambi hanno scatenato nello Stato sudamericano una forte recessione economica. Dall'inizio della crisi, le statistiche hanno riportato un calo progressivo del reddito delle famiglie e un aumento della povertà. In base ad un rapporto pubblicato nel 2020 dalla Missione degli Stati Uniti presso le Agenzie delle Nazioni Unite a Roma, il reddito medio in Venezuela corrisponde a 72 centesimi di dollaro (0.68 euro) al giorno, con il 96% della popolazione venezuelana costretta a vivere in povertà ed il 70% in condizioni di estrema povertà.

Uno degli altri fattori aggravanti della crisi è la carenza dei prodotti di prima necessità, fenomeno responsabile di una disastrosa crisi umanitaria. E’ una situazione che si verifica in un contesto di regolamentazione del prezzo dei prodotti, come alimenti, medicinali e persino banconote.

Infine, dal punto di vista politico, il grave livello di corruzione del governo venezuelano ha portato alla soppressione della libertà di stampa, cui è seguita una feroce repressione contro gli oppositori politici. Alla corruzione è inoltre attribuibile lo stato di degrado delle strutture sanitarie del Paese e gli esorbitanti costi dei medicinali. Il governo Maduro, tramite il controllo dei mezzi di comunicazione, diffonde messaggi negativi con l'intento di provocare discriminazione politica. Secondo una dichiarazione di Amnesty International “nel 2019 la correlazione tra stigmatizzazione attraverso i mezzi di comunicazione e arresti arbitrari politicamente motivati era stata del 29%, nel 2020 era salita al 42% e nel 2021 è arrivata al 77%”.

Un popolo in fuga

Tutti gli aspetti di questa crisi impattano negativamente sul benessere sociale e sui diritti della popolazione e, come ha affermato Tamara Taraciuk Broner, responsabile per le Americhe dell’organizzazione Human Rights Watch, "milioni e milioni di persone sono state obbligate a emigrare dal Venezuela". Nel 2014 l’ UNHCR dichiara che il Venezuela è un Paese afflitto da una crisi di rifugiati. Tale crisi non ha fatto altro che peggiorare e nel corso degli  anni, si è verificato un  aumento dell’ 8.000% nel numero di venezuelani che hanno richiesto lo status di rifugiato.

Con la pandemia da Covid-19 le circostanze si sono ulteriormente aggravate, questo perché il Venezuela non era pronto ad affrontare una situazione emergenziale di tale portata. Ciò ha inciso soprattutto sulla sanità e l’istruzione - la maggior parte dei bambini non possiede un computer o l’accesso a internet per seguire le lezioni da remoto. Secondo i dati dell’UNHCR, le persone maggiormente colpite dalla crisi e successivamente anche dalla pandemia, sono state gli anziani -spesso costretti a vivere da senzatetto. Inoltre, la pandemia ha fornito una scusa al governo per attuare nuove repressioni, inducendo ancora più persone ad emigrare verso i Paesi confinanti.

Molti dei migranti arrivano nella città frontaliera di Huaquillas, al confine tra Ecuador e Perù, che accoglie ogni giorno decine di persone che dal Venezuela arrivano a piedi dopo aver attraversato l’Ecuador e la Colombia. A causa della diffusione del virus, la frontiera con il Perù è stata bloccata e le organizzazioni internazionali sono state costrette a chiudere i loro uffici nel Cebaf - il Centro binazionale di attenzione frontaliera.

L’unico centro di prima accoglienza di Huaquillas ancora operativo è il centro di accoglienza 8 de Septiembre, gestito da un congiunto di organizzazioni internazionali tra cui UNCHR, USAID e IOM. Il centro è obbligato ad una capacità ridotta, a causa delle misure di sicurezza contro il virus e può ospitare un numero massimo 75 persone, a fronte dei 150 posti disponibili. In seguito all’aumento dei flussi migratori, risulta evidente la difficoltà di far fronte a tutte le domande dei migranti che si ritrovano a dover passare la notte nella città. Inoltre, una recente ordinanza locale, vieta ai migranti di dormire nelle aree verdi o nei parchi di Huaquillas, occupati regolarmente dai migranti all'inizio del 2021. Daniel Torres, presidente del centro di accoglienza, spiega che "il flusso migratorio è notevolmente aumentato negli ultimi mesi e le azioni repressive implementate dalle autorità locali impediscono ai migranti anche solo di fermarsi o fare una pausa nei parchi e nelle piazze della città, questo li obbliga a disperdersi o a camminare avanti e indietro senza una destinazione". 

L’assenza di adeguate misure di accoglienza non impedisce i flussi migratori - al contrario, causa la nascita di attività illegali come estorsione, tratta e furto. La crescente militarizzazione dei confini obbliga molte persone ad attraversare la frontiera in modo irregolare, spesso di notte, esponendole a maggiori rischi. Le trochas, ossia i passaggi illegali che attraversano il confine, infatti sono in mano ai coyotes, ovvero i trafficanti di migranti, i quali estorcono una sorta di pedaggio da coloro che li attraversano. Secondo Silvia Campoverde, responsabile locale della Missione Gesuita per i Rifugiati “esistono decine di passaggi clandestini [...] questi percorsi illegali aumentano i rischi ai quali i migranti sono esposti".

La crisi venezuelana non è una crisi qualunque: la situazione umanitaria, la violazione dei diritti umani e la condizione dei rifugiati la rendono una situazione prioritaria, a cui gli organi internazionali competenti dovrebbero prestare più attenzione e su cui dovrebbero intervenire, assicurando la protezione dei diritti umani fondamentali della popolazione venezuelana.

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Fonti consultate per il presente articolo


https://www.osservatoriodiritti.it/2021/08/24/crisi-umanitaria-venezuela-migranti/

https://www.sjesjesuits.global/it/sj-reflections/forgotten-stories-crisi-umanitarie-in-venezuela/

https://www.linkiesta.it/2022/02/intervista-broner-venezuela-humans-rights-watch/

https://pixabay.com/it/photos/venezuela-striscione-bandiera-paesi-2696937/ 

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L'Autore

Chiara Andreoli

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sudamerica Venezuela crisi umanitaria rifugiati Diritti umani Maduro