Agenda 2030 – Afghanistan: cenni sullo “stato dell’arte”

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  Redazione
  02 settembre 2021
  2 minuti, 17 secondi

In questo 20° incontro mensile sugli “stato dell’arte” dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile promossa dalle Nazioni Unite, toccherò un Paese tornato alla ribalta in questi giorni: l’Afghanistan. Nazione asiatica “da sempre” teatro di grandi manovre geopolitiche, l'Afghanistan si sta apprestando a vivere un’altra stagione ricca di incognite, dovute principalmente al ritiro delle truppe occidentali e al ritorno al potere dei Talebani.

A seguito di questa situazione è lecito quindi chiedersi dove si riposizioneranno, nella scala delle priorità, gli obiettivi dell’Agenda 2030, se ci sarà spazio per una loro implementazione o se si tornerà indietro nel tempo. Il punto di partenza in questo senso è il “Quadro Nazionale per la Pace e lo Sviluppo” promosso nel luglio 2020 dall’allora Governo in carica, un quadro ambizioso che tocca vari punti e si concentra in primis sullo sradicamento della povertà e lo sviluppo economico. [1]

L’avvento dei Talebani, almeno stando alle prime parole di uno dei maggiori leader - Abdul Ghani Baradar - non dovrebbe modificare l’obiettivo di combattere l’indigenza e rafforzare l’economia. La Russia e la Cina si sono già dimostrate disponibili a mantenere le loro Ambasciate aperte, a riconoscere il nuovo Governo e a rafforzare i legami economici.

L’incognita più grande riguarda però i diritti delle donne, in quanto, durante la precedente “esperienza talebana” al Governo del Paese, l’emancipazione di queste ultime subì una battuta d’arresto brusca e decisa. [2]

Che ne sarà delle ragazze che andavano a scuola e si laureavano?

Che ne sarà delle donne che lavoravano e cercavano una realizzazione anche al di fuori del nucleo familiare?

A vedere le prime immagini dei proprietari dei centri estetici di Kabul che si affrettavano a coprire le loro vetrine con immagini femminili subito prima dell’arrivo dei nuovi padroni dell’Afghanistan, niente lascia presagire belle novità.

Dall’altro lato, però, una certa forza della parte più progressista della società civile e il raggiungimento di un certo grado di libertà (soprattutto nella capitale), oltre a sacche di resistenza anti-talebana soprattutto nella terra del fu “Leone del Panjshir” - storico combattente del Fronte Unito contro il vecchio regime talebano - lasciano accesa una fioca luce di speranza per chi non si riconosce nella visione dei “vecchi – nuovi” padroni di questa splendida terra asiatica.

Solo il tempo ci dirà con certezza se le istanze più oscurantiste avranno la meglio su tutti i fronti o se alcuni innegabili avanzamenti sociali guadagnati con fatica dalla popolazione afghana continueranno ad essere garantiti.

[1] https://sustainabledevelopment...

[2]https://www.bing.com/videos/se...

Immagine: https://www.pexels.com/it-it/f...


A cura di Alessandro Fanetti

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