Amnesty International porta alla luce nuove stragi di civili a Gaza

Amnesty international documenta nuove prove di attacchi illegali israeliani a Gaza

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  Wiam Kessab
  18 febbraio 2024
  3 minuti, 40 secondi

Amnesty International ha rilevato nuovi attacchi illegali da Israele su Gaza che hanno causato morti tra i civili. Le prove dimostrano che le forze israeliane persistono nel non rispettare il diritto internazionale umanitario, portando alla distruzione di intere famiglie senza subire conseguenze legali.

L'organizzazione ha condotto un'indagine su quattro attacchi israeliani - tre nel dicembre 2023, dopo la fine della "pausa umanitaria”, e uno nel gennaio 2024 - che hanno provocato la morte di almeno 95 civili, di cui 42 bambini. Questi attacchi hanno colpito il governatorato di Rafah, situato all'estremità meridionale della Striscia di Gaza, una zona precedentemente considerata la "più sicura". Tuttavia, le forze israeliane stanno ancora accelerando i preparativi per un'operazione terrestre in questa zona, con conseguenze potenzialmente devastanti per oltre un milione di persone confinate in un'area di 63 chilometri quadrati a seguito di ripetuti sfollamenti di massa. 

In nessuno dei quattro attacchi è emersa qualche indicazione che gli edifici colpiti potessero essere considerati legittimi obiettivi militari, sollevando così preoccupazioni che gli attacchi potessero essere stati diretti contro i civili, e fossero, quindi, da considerare come possibili crimini di guerra. Anche nel caso in cui le forze israeliane avessero mirato a obiettivi militari legittimi nelle vicinanze, è evidente che negli attacchi non hanno fatto alcuna distinzione tra obiettivi militari e civili. Le prove raccolte da Amnesty International hanno inoltre concluso che l'esercito israeliano non ha fornito alcun preavviso o avvisi efficaci degli attacchi almeno alle persone residenti negli edifici colpiti.

Erika Guevara-Rosas, direttrice delle ricerche di Amnesty International, ha dichiarato che intere famiglie sono state annientate dagli attacchi israeliani, anche dopo aver cercato rifugio in zone considerate "sicure" e senza aver ricevuto alcun preavviso. Questi attacchi seguono un costante modello di violazione del diritto internazionale umanitario e smentiscono le affermazioni delle autorità israeliane, secondo le quali le loro forze stanno prendendo maggiori precauzioni per limitare i danni ai civili. Inoltre, Amnesty ritiene che ci sia un "rischio concreto di genocidio".

Tra le vittime dei raid esaminati dall'organizzazione c'erano una neonata di meno di tre settimane, un medico in pensione di 69 anni, un giornalista che aveva offerto ospitalità a sfollati e una madre con la figlia di 23 anni. Guevara-Rosas ha affermato che dopo che la Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato in una sua sentenza provvisoria il rischio di genocidio come concreto e imminente, le descrizioni orribili di questi quattro attacchi sottolineano l'urgente necessità che tutti gli stati agiscano per un immediato e duraturo cessate il fuoco, che rappresenta il mezzo più efficace per attuare le misure cautelari disposte dalla Corte, e l'importanza di imporre un embargo totale sulle armi rivolte a tutte le parti coinvolte nel conflitto.

La direttrice delle ricerche ha anche riportato le parole dei familiari delle vittime, i quali affermano che "la lotta per ottenere qualche forma di giustizia" è ciò che li fa andare avanti nonostante le loro perdite. Queste parole evidenziano l'importanza di porre fine alla duratura impunità per i crimini di guerra e le altre violazioni del diritto internazionale commessi dalle forze israeliane. Di conseguenza, c'è un'urgente necessità che l'ufficio del procuratore della Corte Penale Internazionale acceleri le sue indagini sui crimini di guerra e altre atrocità commessi da tutte le parti coinvolte nel conflitto.

Amnesty International ha esaminato i siti dei quattro attacchi, catturando fotografie e video delle devastazioni e intervistando 18 persone, di cui 14 sopravvissuti e 4 familiari che hanno partecipato alle operazioni di soccorso. Il Crisis Evidence Lab dell'organizzazione ha analizzato immagini satellitari, fotografie e video per localizzare e verificare gli attacchi e i danni causati.

L'attuale aumento della violenza in Israele e a Gaza è senza precedenti, con migliaia di vittime civili da entrambe le parti e una situazione umanitaria drammatica. Amnesty International, nel rispetto dei principi di imparzialità e indipendenza, sta monitorando le attività di tutte le parti coinvolte nel conflitto e continuerà a pubblicare le sue indagini sulle violazioni dei diritti umani nell'area. Amnesty International continuerà a esercitare pressioni affinché le autorità israeliane e i gruppi armati palestinesi rispettino il diritto internazionale umanitario.


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L'Autore

Wiam Kessab

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Wiam Kessab, classe 2001, ha conseguito la laurea triennale presso la Fondazione UniverMantova in mediazione linguistica; lingue per le relazioni internazionali.

Attualmente sta frequentando il corso di laurea magistrale in relazioni internazionali e diplomazia, curriculum in diritto internazionale ed economia presso l’Università degli studi di Padova.

Durante i suoi studi ha sviluppato un forte interesse sia per le relazioni internazionali che per le lingue.

Attualmente è autrice di Mondo internazionale Post per "Società e Legge".

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Wiam Kessab, born in 2001, graduated from the Fondazione UniverMantova in language mediation; languages for international relations.

She is currently attending the Master's degree course in international relations and diplomacy, curriculum in international law and economy at the University of Padua.

During her studies, she developed a strong interest for the international relations and languages.

She is currently author of International World Post for 'Society and Law'.



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Società

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#Gaza #Rafah #Attacchi #DirittoUmanitario #Palestina #Amnesty