Gaza: la risoluzione ONU per il cessate il fuoco

Cosa prevede la risoluzione ONU approvata per il cessate il fuoco

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  Wiam Kessab
  31 marzo 2024
  4 minuti, 34 secondi

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato a favore di una risoluzione per fermare le ostilità a Gaza durante il periodo del Ramadan. La risoluzione è stata accettata con quattordici voti favorevoli e un'astensione, quella degli Stati Uniti. Questa è stata la prima risoluzione dell'ONU sul cessate il fuoco a Gaza dal 7 ottobre 2023.

La nuova bozza di risoluzione richiede un immediato cessate il fuoco durante il mese di Ramadan che sia rispettato da tutte le parti coinvolte e che conduca a un cessate il fuoco permanente e sostenibile. Inoltre, si richiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, garantendo loro l'accesso umanitario per soddisfare le necessità mediche e altre esigenze umanitarie. È anche richiesto alle parti di rispettare i propri obblighi previsti dal diritto internazionale verso tutte le persone detenute. Altre disposizioni includono l'urgente necessità di ampliare l'assistenza umanitaria e rafforzare la protezione dei civili in tutta la Striscia di Gaza. A tal fine, si chiede al Consiglio di sottolineare l'importanza di eliminare ogni ostacolo alla fornitura di assistenza umanitaria su vasta scala, in linea con il diritto umanitario internazionale e le risoluzioni 2712 (2023) e 2720 (2023).

Durante la discussione della risoluzione, l'ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla sostituzione della parola "permanente". Di conseguenza, la delegazione russa ha proposto un emendamento orale per ripristinare la parola "permanente" nella bozza della risoluzione. Tuttavia, l'emendamento verbale proposto dalla Russia non è stato approvato a causa della mancanza di voti. Nonostante ciò, durante la votazione sostanziale, la risoluzione è stata approvata con quattordici voti favorevoli e l'astensione degli Stati Uniti. Quindi, la risoluzione è stata adottata nonostante il fallimento dell'emendamento russo.

L'esortazione di Callamard, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, a una "mutata pressione politica" accompagna la necessità di un embargo immediato e totale sulle forniture di armi, con l'obiettivo di raggiungere una cessazione permanente dei combattimenti e di modificare la difficile situazione a Gaza nel lungo periodo.

Il testo della risoluzione rappresenta un compromesso tra le diverse proposte avanzate dalle varie parti coinvolte, cercando di stabilire il grado di vincolatività del dispositivo della risoluzione. Nella prassi delle Nazioni Unite, il "cessate il fuoco" è considerato generalmente una "misura provvisoria" ai sensi dell'articolo 40 della Carta delle Nazioni Unite, ossia una misura temporanea che il Consiglio può adottare per prevenire un'ulteriore escalation del conflitto. La risoluzione 2728 rientra in questa categoria, poiché istituisce una pausa temporanea delle ostilità e fa riferimento ai negoziati in corso. Tuttavia, di solito si ritiene che queste misure provvisorie non abbiano un carattere vincolante, poiché l'articolo 40 si limita a un "invito" alle parti in conflitto, avvertendo che il Consiglio terrà conto delle azioni in caso di mancato rispetto della risoluzione.

Se si analizza il linguaggio utilizzato nella risoluzione 2728, risulta difficile non considerarla un ordine effettivo. Il verbo "demand" ("richiedere" in una traduzione approssimativa) non sembra essere semplicemente esortativo. Inoltre, il "cessate il fuoco" è indicato con una richiesta di immediata attuazione e fa riferimento a un periodo di tempo specifico, il mese del Ramadan.

Subito dopo il voto, il portavoce statunitense Matthew Miller e Linda Thomas-Greenfield, che rappresenta gli Stati Uniti presso il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, hanno descritto la risoluzione come un testo "non vincolante", senza però specificare le differenze rispetto alle risoluzioni precedenti. Thomas-Greenfield ha affermato che gli Stati Uniti sostengono pienamente alcuni degli importanti obiettivi di questa risoluzione non vincolante. La stessa posizione è stata adottata anche dal rappresentante della Corea del Sud, che ha però fornito maggiori dettagli: ha sostenuto che la risoluzione non sarebbe vincolante perché non utilizza il verbo "decidere" e non è stata adottata nell'ambito del Capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite, che elenca le misure che il Consiglio può adottare per ripristinare la pace in situazioni di conflitto.

Tuttavia, questa interpretazione fornita dagli ufficiali statunitensi e dal rappresentante sudcoreano è stata criticata dagli altri membri del Consiglio e da vari esperti di diritto internazionale, i quali hanno sostenuto che queste ragioni, pur indebolendo l'efficacia della risoluzione, non sono sufficienti a renderla non vincolante.

Il voto favorevole del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite oggi ha portato una speranza di tregua per oltre un milione di bambini intrappolati a Gaza. È ora di trasformare le parole in azioni concrete per proteggere questi bambini. Anche se la risoluzione sul cessate il fuoco è un passo cruciale, deve essere attuata immediatamente e sostenuta in modo definitivo per proteggere i bambini e prevenire ulteriori atrocità.

Xavier Joubert, Direttore di Save the Children nei territori palestinesi occupati, ha commentato che la decisione odierna del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha il potenziale di essere una salvezza per i bambini di Gaza che stanno vivendo bombardamenti, mutilazioni e fame. Ha inoltre aggiunto che le vite dei bambini sono in pericolo. La comunità internazionale - il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, l'Assemblea Generale e tutti gli Stati membri - deve agire rapidamente e in modo significativo per attuare immediatamente questa decisione e fare tutto il possibile per garantirne l'estensione permanente. Le vite dei bambini dipendono da questo.

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L'Autore

Wiam Kessab

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Wiam Kessab, classe 2001, ha conseguito la laurea triennale presso la Fondazione UniverMantova in mediazione linguistica; lingue per le relazioni internazionali.

Attualmente sta frequentando il corso di laurea magistrale in relazioni internazionali e diplomazia, curriculum in diritto internazionale ed economia presso l’Università degli studi di Padova.

Durante i suoi studi ha sviluppato un forte interesse sia per le relazioni internazionali che per le lingue.

Attualmente è autrice di Mondo internazionale Post per "Società e Legge".

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Wiam Kessab, born in 2001, graduated from the Fondazione UniverMantova in language mediation; languages for international relations.

She is currently attending the Master's degree course in international relations and diplomacy, curriculum in international law and economy at the University of Padua.

During her studies, she developed a strong interest for the international relations and languages.

She is currently author of International World Post for 'Society and Law'.



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Società

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#Gaza #risoluzione #ONU #contenuto #cessateilfuoco