Biden e Putin a confronto: la guerra in Ucraina

Cosa ci raccontano i discorsi dei leader americano e russo

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  Lorenzo Graziani
  13 marzo 2023
  5 minuti, 4 secondi

Il 21 febbraio, davanti ad una grande folla raccolta fuori dal palazzo reale polacco, Biden ha tenuto un appassionante discorso per richiamare le nazioni di tutto il mondo ad una solida e unitaria difesa dell'Ucraina e della democrazia globale. Solo qualche ora prima Putin, in un intervento alle Camere, aveva parlato dell'operazione militare speciale cominciata dal suo governo il 24 febbraio del 2022.

Questi due discorsi, per quanto l'amministrazione americana abbia tenuto a specificare come la conferenza di Biden non sia in nessun modo stata programmata in risposta a quella di Putin, arrivano in un momento storico decisamente importante: entrambi i leader vedono ormai la loro legacy strettamente legata al risultato della guerra, che secondo gli analisti militari americani si avvicina ad una svolta decisiva con l'arrivo della primavera.

Questo duplice intervento ci dà inoltre modo di analizzare le grandi differenze nella propaganda del conflitto e nell'individuazione dei colpevoli, delle cause e delle conseguenze, presentate dalla maggiore carica americana e da quella russa.

"[...] Arrivo da una visita a Kiev, e posso assicurare che Kiev rimane forte. Rimane fiera. E, più importante, rimane libera", queste le parole del Presidente Americano dopo la sua visita a sorpresa nella capitale ucraina. Biden riconosce però anche le difficoltà ammettendo che "la difesa della libertà non è lavoro di un giorno o di un anno [...]. Mentre l'Ucraina continua a difendersi dall'offensiva russa e lancia una controffensiva, continueranno ad esserci giorni duri, vittorie e tragedie".

Si è poi prodigato in una forte prova di coralità occidentale, descrivendo il conflitto come una sfida per il mondo interno, per l'Europa, per l'America, per la NATO e in generale per tutte le democrazie, che sempre nelle parole del presidente, non hanno voltato le spalle all'Ucraina rispondendo in maniera decisa e unita.

Inoltre, confermando le dichiarazione del Vicepresidente Harris, ha accusato il leader russo di essersi macchiato di gravi depravazioni e crimini contro l'umanità "senza vergogna o pentimento", di aver afflitto i civili ucraini con morte e distruzione, usando gli stupri come arma di guerra e rapendo bambini nel tentativo di rubare il futuro della nazione.

Il Presidente Russo, nel suo intervento, ha invece glissato sulle crescenti perdite derivanti dalla guerra o sulle difficoltà economiche da essa causate, ma ha dato una diversa visione del conflitto, secondo la quale la Russia non sarebbe un'autocrazia che ha fatto scoppiare una guerra senza alcuna provocazione, ma una nazione vittima degli Stati Uniti e dell'Occidente: "le nostre relazioni sono degradate (con l'Ucraina), e questo è totalmente colpa degli Stati Uniti [...]. Sono stati loro a cominciare la guerra. Abbiamo usato e stiamo continuando ad usare la forza per fermarli". A riprova di ciò, Putin ha incolpato gli alleati dell'Ucraina di aver aiutato Kiev ad attaccare con droni aerei le basi strategiche russe contenenti armamenti nucleari.

In questo senso, la guerra riguarderebbe il diritto russo ad "esistere come nazione" formata da un popolo che secondo il suo Presidente, si farà forza e fiorirà anche a discapito delle sanzioni, diventerà più forte creando un'economia autosufficiente basata sulle medie-piccole imprese, sfrutterà a suo vantaggio l'isolamento per "pulirsi" da pericolose ideologie esterne e cercherà di tornare al suo status di superpotenza indipendente.

Il leader russo, in seguito ad una lunga disamina storica, ha inoltre raccontato di come, l'anno passato, la decisione di intraprendere l'operazione militare speciale sia nata dalla necessità di proteggere e assicurare la sicurezza futura dei cittadini che abitano le storiche terre russe, oltre che dalla volontà di eliminare la minaccia del regime neo nazista salito al potere in Ucraina dopo il colpo di stato del 2014. Putin racconta infatti, di come dal 2014, anno di inizio della crisi russa-ucraina, i cittadini del Donbass abbiano combattuto per ottenere il diritto di vivere nella terra che gli spetta e di parlare la loro lingua madre.

Per risolvere il problema, la massima carica russa ha detto di aver provato un approccio pacifico e diplomatico, ma di essersi reso ben presto conto di come, alle sue spalle, i leader occidentali avessero cominciato a complottare per prendere il controllo della situazione.

Le accuse di Putin hanno ricevuto una pronta risposta: il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Americano Jake Sullivan ha dichiarato che se la Russia cessasse i combattimenti e tornasse a casa, la guerra finirebbe, ma che se l'Ucraina smettesse di combattere e gli alleati smettessero di aiutarla, quest'ultima sparirebbe dalle cartine mondiali.

Forte del fatto di aver fatto il suo intervento per secondo, anche Biden ha potuto dare una risposta alle accuse di Putin, sostenendo che non ci sia mai stata da parte occidentale l'intenzione di attaccare la Russia e che quindi "questa è stata una guerra di scelta, non di necessità, cominciata da un singolo uomo", che potrebbe farla finire in qualunque momento.

Ha però fatto scalpore la decisione di Putin di sospendere la partecipazione al New START, l'ultimo trattato di non proliferazione nucleare attualmente in vigore tra USA e Russia: il massimo rappresentante russo ha annunciato che la Russia non si sarebbe ritirata completamente dall'accordo, ma che non avrebbe permesso alla NATO di fare ispezioni sugli arsenali nucleari russi.

Quello che ci dimostrano i due interventi sono le profonde diversità delle politiche dei due leader, da Putin e la sua costante campagna di propaganda, alla parata e agli inni che hanno accolto il messaggio di libertà e unità di Biden, al quale hanno però fatto seguito diverse proteste da parte dei cittadini polacchi, che fuori dal suo hotel hanno richiesto con grandi cartelloni l'invio in Ucraina degli F-16, oltre che delle belle parole.

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https://www.politico.com/news/... 

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http://en.kremlin.ru/events/pr... 

https://www.washingtonpost.com... 

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