Che cosa sono i Greenbond?

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  Filippo del Monte Alia
  20 febbraio 2023
  10 minuti, 5 secondi

A cura di Filippo del Monte Alia e Federico Quagliarini

Le obbligazioni verdi, più comunemente note con il termine di green bond, sono strumenti
finanziari nati nel 2007 la cui crescita è stata da allora esponenziale. In quanto obbligazioni
consistono in un prestito di denaro da parte degli investitori a favore dell’ente emittente
(una banca o una società di capitali ad esempio), il quale si impegna a spendere questa
somma di denaro in azioni che possono avere un impatto positivo per l’ambiente.
La prima istituzione internazionale ad emettere un’obbligazione verde è stata la Banca
Europea degli Investimenti (BEI), anche in virtù del ruolo centrale che l’Unione Europea ha
avuto nello sviluppo della finanza sostenibile; nel 2021, infatti, l’Euro rappresentava il 50%
delle valute concernenti la finanza sostenibile, contro il 27% del dollaro statunitense.

Inquadramento normativo

Sebbene siano obbligazioni finanziarie, le obbligazioni verdi non hanno un quadro normativo
ben preciso.
Rientrano nella fattispecie delle obbligazioni finanziarie e come tali sono
regolamentate differentemente a seconda dell’ordinamento giuridico in considerazione (in
Italia, ad esempi, sottostanno alle norme del Testo Unico della Finanza (TUF).
Tuttavia, negli ultimi anni si è avvertita sempre di più l’esigenza di avere un adeguato
strumento normativo in grado di poter inquadrare a livello giuridico con precisione le
obbligazioni verdi. In questo senso si è mossa l’International Capital Market Association
(ICMA), la quale, oltre ad elaborare una definizione di Green Bond, ha sviluppato
quattro principi base: Utilizzo dei Proventi, Processo di Valutazione e Selezione del progetto,
Gestione dei Proventi , Attività di Reporting. Bisogna però tenere presente che l’ICMA non è
un’Organizzazione Internazionale, quindi i suoi atti e le sue linee guida non sono vincolanti
per coloro che ne fanno parte. Ad ogni modo, nella prassi finanziaria i principi dei green bond hanno acquisito sempre di più importanza e sono sono un punto di riferimento per il mercato
internazionale e per le istituzioni internazionali.

A questa situazione sta cercando di porre rimedio l’Unione Europea: un primo passo è stato
fatto grazie al Regolamento 2020/852, più comunemente noto come il Regolamento per gli
investimenti sostenibili,
in cui si parla per la prima volta di “obbligazioni che perseguono
obiettivi ecosostenibili”. A questo a fatto seguito la COM(2021)390 del 6 luglio 2021 in cui
la Commissione Europea ha parlato apertamente di voler dare attuazione ad una proposta di
regolamento sulle obbligazioni verdi europee (Green Bond Standard) a cui però adoggi
(febbraio 2023) non ha fatto seguito una proposta vera e propria.

I green bond sono efficaci?

Una domanda che tuttavia dobbiamo porci è se queste obbligazioni portino veramente dei
risultati concreti
a livello ambientale. Secondo uno studio pubblicato dall’Autorità Europea
degli Strumenti Finanziari e dei Mercati (ESMA), sono due gli aspetti da analizzare per
rispondere a questo quesito: se i green bond finanzino dei progetti effettivamente green e se
parallelamente non vengano svolte attività dannose per l’ambiente e che ne vanifichino
quindi l’azione positiva. Verificare che questi due criteri vengano effettivamente rispettati è
un compito estremamente complicato. Uno dei motivi principali è che, nonostante la presenza
di alcuni strumenti regolatori di queste obbligazioni, viene ancora lasciato uno spazio di
manovra troppo ampio alle imprese che hanno la possibilità di approfittarne per definire
green attività che non necessariamente portano benefici all’ambiente. Si parla in questo caso
di un rischio ancora non trascurabile di greenwashing, ossia di iniziative, in questo caso obbligazioni, che vengono presentate come green e di cui vengono occultate le reali
conseguenze negative per l’ambiente.

A livello aziendale, i green bond si concentrano prevalentemente sulla riduzione dell’impatto
climatico delle attività umane, andando quindi ad incidere sulle emissioni di gas serra. Ciò
presenta un’ulteriore complicazione per la nostra analisi, in quanto i dati diffusi dalle aziende,
nonostante le nuove regolamentazioni e le pressioni esercitate da investitori e organizzazioni
non-profit, sono spesso confusi e frammentati. Anche quando tali dati vengono diffusi in
modo corretto, di solito riguardano le emissioni complessive dell’azienda ed è difficile andare
a individuare l’impatto effettivo del singolo progetto finanziato da un green bond.

Gli studi effettuati

Anche tenendo in considerazione questi problemi, il quadro non accenna a diventare più
chiaro, in quanto l’opinione degli esperti che analizzano gli effetti ambientali di queste
obbligazioni è spesso discordante
. Secondo uno studio della Bank of International
Settlements (BIS), infatti, l’emanazione di un’obbligazione verde da parte di un’azienda non
ha portato a variazioni significative dell’intensità di carbonio - ossia la quantità di emissioni
in rapporto al profitto - a livello della singola impresa. Secondo lo stesso studio, il mercato dei green bond necessita di un sistema di rating delle
obbligazioni efficiente, che fornisca incentivi alle aziende che decidono di investire in questo
settore, assista gli investitori nel loro processo decisionale e renda il settore più trasparente,
riducendo così i casi di greenwashing.

Un altro studio - condotto dagli economisti Serena Fatica e Roberto Panzica – ha ottenuto
risultati diversi da quello della BIS. Secondo questo studio, i green bond che generalmente
hanno un impatto ambientale più positivo sono i cosiddetti “non-refinancing bonds”, vale a
dire quelle obbligazioni che non vanno a rifinanziare un progetto precedentemente
sovvenzionato attraverso obbligazioni normali, ma vanno a creare un progetto nuovo. Le
aziende che si servono di questa tipologia di green bond, infatti, presentano una decrescita del
proprio impatto ambientale in termini di produzione di gas serra a due anni dall’emissione
dell’obbligazione. Con quest’ultima opinione concorda anche lo studio dell’ESMA,
menzionato in precedenza, che oltre ad aver riscontrato una riduzione dell’intensità di
carbonio di queste aziende ha anche registrato una riduzione delle loro emissioni dirette e
indirette. Allo stesso tempo però, l’ESMA sostiene di non poter trovare un nesso causale
diretto tra l’emissione dei green bond da parte dell’azienda e la riduzione della sua intensità
di carbonio, in quanto spesso i green bond finanziano progetti a lungo termine che non
impattano direttamente sulla singola impresa.

Riproduzione Riservata ®

Fonti utilizzate per l’articolo:

Cosa sono i Green Bond - Borsa Italiana

Regole per veri investimenti green | ISPI

Green Bond Principles » ICMA

Strategia rinnovata in materia di finanza sostenibile

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1044028322000138?casa_token=ZgOxL63yhiIAAAAA:RtMvtaS6OHEhI98cl5tIYP7BU17Bf2LyP1mH1gPbaJvnJzLcyleLloAIBIZXMjQ7-4NnsNwqyQ

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/bse.2771

https://www.esma.europa.eu/sites/default/files/trv_2021_2-environmental_impact_and_liquidity_of_green_bonds.pdf

https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3748440

http://tesi.luiss.it/28023/1/704281_CAMPANER_FRANCESCO.pdf

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L'Autore

Filippo del Monte Alia

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grenbonds finance impact investing regulation