COP27: cronaca di un fallimento

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  Redazione
  27 novembre 2022
  4 minuti, 25 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, membro del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Di recente si è chiuso il COP27, ovvero la 27esima Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici, sotto l’egida delle Nazioni Unite. E’ bene anticipare che l’incontro è stato definito un sonoro fallimento su tutti i punti posti all’ordine delle discussioni congressuali.

Pur con tutti i parametri climatici in aggravamento e le polluzioni inquinanti in costante crescita, le aspettative su questo vertice si erano concentrate attribuendo ad esso tutte le migliori attenzioni ed auspici. Erano presenti quasi tutti i paesi in via di sviluppo i quali hanno colto l’occasione per cercare i finanziamenti necessari per ricostruire le infrastrutture fisiche e sociali dei paesi letteralmente devastati da condizioni meteorologiche estreme che imperversano da circa tre decenni.

Il primo obiettivo strategico è stato quello di raggiungere un accordo sul finanziamento di una sorta di consistente fondo di soccorso. Non c'è ancora accordo su come fornire il finanziamento e da dove dovrebbe provenire.

Segue l’elenco dei fallimenti principali :

1,5 ° Celsius

L’Accordo internazionale di Parigi del 2015 esponeva due obiettivi relativi al conseguimento di una riduzione della temperatura atmosferica di almeno 2,0 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali e mantenere comunque ogni sforzo per non superare l’aumento medio di 1,0° C.

Fin da allora l’obiettivo era parso difficile sia da raggiungere che da mantenere. Alla Cop27, alcuni paesi hanno cercato di rinnegare l'obiettivo di 1,5°C.

Hanno fallito in questo, ma è stata presa una risoluzione di scarsa importanza per far raggiungere tale picco delle emissioni entro il 2025. Con lo sgomento della maggioranza dei presenti.

Basse emissioni di CO2

Il testo finale della Cop27 conteneva una disposizione per promuovere la produzione di energia a basse emissioni di CO2.

Ciò potrebbe significare, ad esempio, la diffusa realizzazione di parchi eolici e solari, reattori nucleari e centrali elettriche a carbone dotate di cattura e stoccaggio della CO2.

Potrebbe anche essere interpretato come maggiore utilizzo del gas fossile che ha emissioni inferiori rispetto al carbone.

Molti paesi della Cop27, in particolare quelli africani con grandi riserve da sfruttare, sono venuti a Sharm el-Sheikh proprio con la speranza di concludere lucrosi accordi ed affari con la propria produzione di gas.

Combustibili fossili

Nel 2021, al COP26 di Glasgow è stato concordato l’impegno di ridurre gradualmente l'uso del carbone. È stata la prima volta che una risoluzione in merito ai combustibili fossili è stata inclusa nel testo.

Alla Cop27, alcuni paesi - guidati dall'India - proponevano di andare oltre e includere l'impegno a ridurre gradualmente tutti i combustibili fossili. Questo obiettivo alla fine è fallito e la risoluzione inclusa è stata ripetuta esattamente identica a quella di Glasgow.

Riforma della Banca mondiale

Un numero crescente di paesi sviluppati e in via di sviluppo chiede cambiamenti urgenti specie alla Banca Mondiale e ad altre istituzioni pubbliche, che secondo loro sono responsabili del mancato finanziamento necessario per aiutare i paesi poveri a ridurre sensibilmente le loro emissioni di gas serra e adattarsi agli effetti della crisi climatica.

Adattamento ambientale

Sono state proposte alcune misure che possono essere d’ausilio ai paesi poveri ad essere più pronti e preparati all’impatto dei cambiamenti climatici: costruire difese strutturali e funzionali contro le inondazioni soprattutto in zone abitate, preservare le zone umide anche per la tutela e conservazione delle specie animali , ripristinare le paludi di mangrovie grandemente estese nei litorali tropicali e far ricrescere le foreste iniziando da quella amazzonica.

Punti di non ritorno, l'IPCC e la salute

Dal meeting Cop26, il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) ha pubblicato i capitoli più cruciali della sua ultima quanto vasta valutazione operata dalla scienza sul clima, avvertendo la comunità mondiale sugli eventuali e probabili impatti catastrofici, i quali potranno essere evitati solo mediante tagli drastici e urgenti delle emissioni carboniose.

L'IPCC è stato istituito dalle Nazioni Unite per fornire consulenza scientifica di un elevato livello, ma alcuni paesi hanno voluto rimuovere le sue ultime scoperte scientifiche dal testo finale.

Invece, è stata inserita la scoperta dei "punti critici" : un avvertimento che il clima non si riscalda seguendo una modalità graduale e lineare, ma è vero il rischio di far scattare i cicli di feedback negativi che fatalmente potrebbero provocare effetti in rapida escalation e successione.

Questi includono il riscaldamento dell'Amazzonia, che potrebbe trasformare la foresta pluviale in un’arida savana, trasformandola da un deposito vivente di carbonio a una fonte di carbonio da miscelare nell’atmosfera, e lo scioglimento del permafrost in tutti i territori artici che rilascerebbe enormi quantità di gas serra come il metano, tra i principali produttori dell’effetto serra.

È stato inoltre inserito un capitolo dedicato al "diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile".

Il mondo medico ha iniziato a svolgere un ruolo destinato ad essere sempre più importante nei futuri colloqui sul clima e nelle recriminazioni per le patologie climatiche ovvero tracciando un chiaro limite ma anche un legame che già oggi vige tra riscaldamento atmosferico globale e condizioni di salute dell’umanità.

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