Costituzionalismo ambientale: utopia, tradizione o innovazione? - Parte I

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  Filippo del Monte Alia
  07 marzo 2023
  5 minuti, 16 secondi

Ad oggi esiste un dibattito nel mondo accademico su come si possano definire fenomeni come il costituzionalismo ambientale, in quanto non esistono né una definizione univoca né una teoria dominante. Si può, tuttavia dire che tale fenomeno viene generalmente definito come l’inclusione a livello costituzionale di articoli e principi a protezione dell’ambiente. Anche se si guarda oltre il dibattito intellettuale sul tema, la realtà che ci viene presentata è tutt’altro che omogenea e di facile comprensione.

Una tassonomia fondamentale

Uno dei maggiori esperti di costituzionalismo ambientale italiani, il Professor Domenico Amirante, afferma che, dal punto di vista ambientale, esistono tre tipi di costituzione nel mondo: costituzioni ambientali, costituzioni ambientali revisionate e costituzioni ambientali silenti. La caratteristica di questa prima categoria di costituzioni è di presentare al proprio interno degli articoli, o una sezione, specificatamente dedicati all’ambiente sin dalla stesura del testo legislativo. Questi testi sono prevalentemente molto giovani, in quanto l’interesse della comunità internazionale per l’ambiente iniziò a svilupparsi negli anni 70 con la Conferenza di Stoccolma. La seconda categoria include quelle costituzioni con all'interno articoli che tutelano l’ambiente, ma che sono stati inseriti soltanto dopo un processo di revisione del testo, come dice il nome, e che pertanto vengono inclusi in un sistema costituzionale che non è di base orientato verso la protezione della natura. Sono pertanto caratterizzate da un impegno sensibilmente più debole rispetto alle costituzioni ambientali “pure”. Fanno parte di questa categoria la stragrande maggioranza delle costituzioni del Nord sviluppato del mondo. L’ultimo tipo di testo legislativo è quello che non include alcuna norma avente esplicita funzione di proteggere l’ambiente, che è dunque delegata alle legislazioni di grado inferiore e alle decisioni dei singoli magistrati.

Breve storia del costituzionalismo ambientale

Fondamentale per la nostra analisi, è la già menzionata Conferenza di Stoccolma del 1972 la quale, pur non producendo alcun documento vincolante per gli Stati, portò all’istituzione del United Nations Environmental Program (UNEP) e influenzò moltissimo le politiche domestiche e internazionali. Dopo Stoccolma, diversi paesi iniziarono a modificare i propri testi costituzionali o quando ne venivano scritti di nuovi era sempre più comune che includessero provvisioni a favore dell’ambiente. In questa fase, le costituzioni europee, soprattutto quella spagnola e quella portoghese, furono delle vere e proprie pioniere.

L’inizio della fase seguente, invece, si può ricondurre agli anni 90 con la Conferenza di Rio de Janeiro del 1992, momento storico in cui la protezione dell’ambiente attraverso la sottoscrizione di documenti come l'Agenda 21 e la Dichiarazione di Rio. La Conferenza di Rio rinnovò l’interesse internazionale per il tema dell’ambiente e coincise con un periodo di grande rinnovo in tutti i settori dovuto alla fine della Guerra Fredda e il crollo dell’URSS poco tempo prima. La coincidenza di due eventi storici di tale portata permise un ulteriore sviluppo del costituzionalismo ambientale all’interno del percorso di riforme costituzionali che stava attraversando in quel momento l’ex area sovietica. L’esempio più importante di questo periodo è la riforma della costituzione tedesca, che vide l'aggiunta dell’articolo 20a, che affermava il compito dello Stato, in quanto obbligo verso le generazioni future, di proteggere le “natürlichen Lebensgrundlagen”, ovvero i “fondamenti naturali della vita”. Questo concetto, tuttavia, non corrisponde alla protezione dell’ambiente, non menzionata esplicitamente nell’articolo, ma solo dei suoi elementi giudicati come fondamentali par la vita, caratteristica sintomatica della tendenza al compromesso che caratterizza tutti i testi costituzionali revisionati.

La svolta del Global South

La vera e propria svolta in questo campo si verificò con l’inizio del nuovo millennio, quando in molte nuove costituzioni, prevalentemente di Stati del Sud del mondo, la protezione dell’ambiente diventò uno dei valori cardine dello Stato. Una delle plausibili spiegazioni è che gli stati del cosiddetto “Global South” sono mediamente più recenti e pertanto presentano testi costituzionali più giovani e che incarnano ideali più moderni, ma è una spiegazione sufficiente?

Forse il fenomeno più interessante di questo periodo, e per questa analisi, è il cosiddetto “nuovo costituzionalismo ambientale”, originatosi nell’America Latina ma, secondo Amirante, diffusosi in tutto il Sud del mondo. Le costituzioni della Bolivia e dell’Ecuador si possono considerare le più importanti. Il preambolo della costituzione boliviana, infatti, menziona la divinità incaica Pachamama (Madre Terra), trasformandola, per così dire, in un principio morale fondante dello Stato boliviano. Nell’Articolo 8 del testo, infatti, vengono inclusi una serie di principi etici appartenenti alla cultura indigena e che si concentrano su una vita in armonia con questa entità, incoraggiando le generazioni del presente a preservare la Madre Terra per il bene delle generazioni del futuro (Art 9.6). Il diritto a un ambiente sano e a intraprendere azioni legali in sua difesa viene esplicitato negli Articoli 33 e 34, in una sezione appositamente dedicatagli. Nel caso della costituzione equadoregna, è presente una sezione denominata “Diritti della Natura”, implicando quindi che la Pachamama, qui interpretata come il luogo dove la vita si riproduce ed esiste, è un’entità avente diritti in sé e per sé (Articoli 71-74) e la responsabilità di preservarla è un compito che si estende anche ai singoli cittadini (Art. 83.6), introducendo quindi anche una dimensione individuale, oltre a quella istituzionale. Una responsabilità simile si può anche ritrovare nella costituzione del Bhutan. Le costituzioni Latinoamericane sono soltanto gli esempi più importanti, impiegano similmente principi indigeni le costituzioni del Sud Africa e della Tanzania.

L’applicazione di visioni indigene panistiche a un tema come l’inserimento in un testo costituzionale di norme e principi a protezione dell’ambiente potrebbe essere il segno di una visione alternativa a quella che tradizionalmente permea il diritto nei paesi sviluppati. Alcuni studiosi concordano sul fatto che se i maggiori paesi inquinanti vogliono evolvere la protezione che le loro costituzioni, ma anche leggi ordinarie, danno all’ambiente, devono necessariamente intraprendere un dialogo con questi nuovi modelli e superare il rapporto antropocentrico che caratterizza tutt’oggi il diritto.


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Fonti utilizzate per la stesura dell'articolo:

Domenico Amirante e Silvia Bagni Environmental Constitutionalism in the Anthropocene (1° edizione, 2022, Routeledge)

https://www.un.org/en/conferences/environment/rio1992

https://www.gesetze-im-internet.de/gg/GG.pdf pagina 7

https://www.pul.it/cattedra/upload_files/310/Legge%20fond.Repubblica%20Federale%20di%20Germania.pdf pagina 10

https://www.environmentandsociety.org/arcadia/constitution-republic-ecuador-pachamama-has-rights

https://www.un.org/en/conferences/environment/stockholm1972

    https://www.limesonline.com/rubrica/bolivia-evo-morales-e-il-modello-costituzionale-indigenista

    https://www.federalismi.it/ApplOpenFilePDF.cfm?artid=12926&dpath=document&dfile=11052009152347.pdf&content=Cost%2E%2BCostituzione%2Bdella%2BBolivia%2B%28lingua%2Boriginale%29%2B%2D%2B%2B%2D%2B%2B%2D%2B

    https://federalismi.it/ApplOpenFilePDF.cfm?artid=13018&dpath=document&dfile=19052009120919.pdf&content=Costituzione%2Bdell%27Ecuador%2B%28lingua%2Boriginale%29%2B%2D%2Bdocumentazione%2B%2D%2Bdocumentazione%2B%2D%2B

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    environmental rights constitution