Crisi nel Mar Rosso: Il Conflitto tra Stati Uniti e Houthi Minaccia la Sicurezza Globale
Gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi mercantili nel Mar Rosso hanno scatenato la reazione degli Stati Uniti, che nelle ultime settimane hanno lanciato una serie di raid aerei contro obiettivi nello Yemen. Un’escalation che rischia di destabilizzare ulteriormente il Medio Oriente e di avere ripercussioni globali. Ma chi sono gli Houthi? Perché colpiscono le navi occidentali? E cosa sta spingendo Washington a intervenire con la forza?
Gli Houthi: da ribelli locali ad attori regionali. Gli Houthi sono un gruppo armato sciita zaidita emerso negli anni ’90 nel nord dello Yemen. Inizialmente nato come movimento di opposizione al governo centrale, il gruppo ha guadagnato terreno durante la guerra civile scoppiata nel 2014, arrivando a prendere il controllo della capitale Sana'a. Da allora, gli Houthi sono il principale attore politico e militare in Yemen, in lotta contro il governo riconosciuto a livello internazionale e contro la coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Considerati il principale alleato dell’Iran nella regione, gli Houthi ricevono da Teheran supporto militare, droni e missili balistici. Tuttavia, molti analisti li descrivono non come una semplice pedina iraniana, ma come un gruppo con una propria agenda, che sfrutta il sostegno di Teheran per rafforzare la loro posizione nella regione.
Perché attaccano Israele e le navi nel Mar Rosso? La guerra tra Israele e Hamas ha spinto gli Houthi a entrare direttamente nel conflitto, dichiarandosi a fianco della resistenza palestinese. Dal novembre 2023, hanno iniziato a colpire navi commerciali legate a Israele nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, con l’obiettivo dichiarato di infliggere danni economici a Tel Aviv. Il blocco degli aiuti umanitari verso Gaza imposto da Israele il 2 marzo 2025 ha ulteriormente inasprito la loro strategia. Dopo aver lanciato un ultimatum a Israele per la riapertura dei valichi, il 7 marzo gli Houthi hanno ripreso le operazioni contro le navi dirette verso il Canale di Suez.
Le conseguenze economiche non si sono fatte attendere. Con il 15% del commercio globale che transita attraverso il Mar Rosso, molte compagnie di navigazione hanno deviato le loro rotte, scegliendo di circumnavigare l’Africa. Una mossa che ha aumentato i tempi di percorrenza e i costi del trasporto, con effetti diretti sull’inflazione globale.
L’intervento degli Stati Uniti. La sicurezza delle rotte marittime è una priorità strategica per Washington. Un’interruzione prolungata del traffico nel Mar Rosso metterebbe a rischio non solo il commercio globale, ma anche la stabilità dei mercati energetici. Il 15 marzo, gli Stati Uniti hanno risposto con una serie di raid aerei contro obiettivi Houthi in Yemen. Le incursioni hanno colpito la capitale Sana'a, la provincia settentrionale di Saada e il porto di Hodeidah. Secondo il Pentagono, l’obiettivo era indebolire la capacità militare degli Houthi e scoraggiarli dal continuare gli attacchi. Ma le operazioni americane hanno avuto un costo umano elevato. Secondo fonti locali, almeno 53 persone, tra cui diversi bambini, sono rimaste uccise, mentre altre 100 sono rimaste ferite. Gli Houthi hanno denunciato l’uccisione di civili, diffondendo immagini che hanno infiammato l’opinione pubblica in Yemen e rafforzato la loro propaganda anti-occidentale.
La risposta degli Houthi e il rischio di escalation. Dopo i raid statunitensi, gli Houthi hanno dichiarato di aver colpito la portaerei USS Harry S. Truman nel Mar Rosso. Il Pentagono ha negato che l’attacco abbia avuto successo, ma la tensione resta altissima. Anzi, il gruppo ha minacciato di intensificare ulteriormente le operazioni. “Gli attacchi americani dimostrano la loro incapacità di gestire la situazione”, ha dichiarato il Consiglio Politico Supremo degli Houthi, promettendo di rispondere con maggiore forza.
Gli attacchi statunitensi contro gli Houthi nel Mar Rosso potrebbero innescare un’escalation ancora più ampia, portando a un confronto diretto con l’Iran. I bombardamenti, che hanno colpito anche civili, rischiano di alimentare la radicalizzazione e rafforzare il reclutamento jihadista.
Sul fronte diplomatico, mentre Washington ha il sostegno del Regno Unito, Russia e Cina la accusano di aggravare la crisi. Intanto, l’instabilità nella regione continua a pesare sul commercio globale, facendo lievitare i costi di trasporto e delle materie prime.
Quale via d’uscita? La crisi nel Mar Rosso non è solo una questione regionale, ma un nodo strategico che coinvolge sicurezza, economia ed equilibri geopolitici globali. Se l’uso della forza non basterà a fermare gli Houthi, sarà necessaria una soluzione diplomatica per evitare che il conflitto si trasformi in un’altra guerra senza fine. Tuttavia, con le tensioni in costante aumento, la strada verso una de-escalation appare sempre più in salita.
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L'Autore
Federica Placidi
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USA Houthi Yemen Sicurezza Globale