Crocevia MES

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  Tiziano Sini
  22 giugno 2023
  3 minuti, 16 secondi

Uno dei temi maggiormente dibattuti a livello europeo, ma anche nazionale, come mostra la situazione italiana, è quello relativo al MES, acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità, ma più comunemente conosciuto come Fondo Salva Stati[1].

Lo strumento, la cui genesi rimane piuttosto complessa ed articolata, infatti, necessita della ratifica proprio da parte dell’Italia, che ne garantirebbe l’entrata in vigore e soprattutto la piena operatività a fronte delle novità discusse ed approvate negli ultimi anni.

Per comprendere l’ostentata e reiterata opposizione è però necessario fare un passo indietro. Lo strumento, infatti, nasce in un periodo di fortissime turbolenze economiche a livello europeo, caratterizzato dalla cosiddetta “crisi del debito sovrano”, che colpì diversi Paesi dell’Euro-area. Per sopperire alla gravissima situazione economica, in un primo momento furono ideati degli strumenti temporanei: EFSF (European Financial Stability Facility)[2] e EFSM (European Financial Stability Mechanism), che ben presto lasciarono spazio ad uno strumento, anch’esso finanziato dai Paesi stessi, ma con una struttura più stabile, l’European Stability Mechanism di cui tratta l'articolo.

La peculiarità di questo strumento e probabilmente anche l’aspetto più critico risiedono nella sua forma giuridica: non risulta, infatti, incardinato all’interno del framework europeo, ma come organizzazione internazionale, istituzionalizzato attraverso la definizione di un apposito Trattato, che di fatto si affianca a quelli europei, ma non ne fa parte.

Il secondo aspetto che invece ha giocato un ruolo assolutamente negativo, in particolare sulla percezione da parte dell’opinione pubblica, fa riferimento alla prima fase operativa dello strumento, quando è stato utilizzato come strumento di salvataggio nei confronti dei Paesi in difficoltà, superando le limitazioni imposte dall’art. 123 dei Trattati[3].

La richiesta da parte dei Paesi di accesso ai fondi precludeva, infatti, la sottoscrizione di un Memorandum di intesa (Memorandum of Understanding), in accordo con Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale, che precludeva l’erogazione degli aiuti a rigide condizionalità e stringenti riforme, al fine di realizzare interventi economici strutturali in grado di migliorare la situazione nel Paese[4]. Interventi che a più riprese sono stati valutati eccessivi ed estremamente punitivi, a tal punto da segnare in maniera estremamente negativa l’opinione pubblica.

Gli ultimi anni sono stati però essenziali per attuare un processo di revisione di questo strumento, partendo proprio dalla funzione principale, quella relativa al salvataggio degli Stati, attraverso una ridefinizione degli interventi che accompagnano questo tipo di interventi, partendo proprio dalla ristrutturazione del debito[5].

Ma non è l’unica novità che è stata introdotta, visto che è stato demandato proprio al MES una funzione essenziale, quella relativa al beckstop, che va ad implementare il Fondo di risoluzione comune delle banche. Un passaggio essenziale per completare i tre pilastri dell’Unione bancaria, attraverso la definizione di uno strumento di sostegno di fronte a future crisi del sistema bancario.

Di fronte a questo quadro, già di per sé complesso, se si tiene in considerazione anche l’instabile situazione economica attuale, è possibile riscontrare anche numerose difficoltà politiche.

Per ultima la posizione italiana, dove il Governo sembra non essere disposto a ratificare il Trattato del MES, bloccando di fatto, non solo la riforma relativa al meccanismo “salva Stati”, preoccupato per l’esposizione debitoria di cui soffre il Paese, ma anche gli strumenti di salvaguardia relativi all’Unione bancaria, in un periodo in cui alcuni colossi bancari hanno mostrato dei preoccupanti scricchiolii.

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[1] https://www.esm.europa.eu/

[2] https://www.esm.europa.eu/about-us/efsf/before-the-esm

[3] https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:12012E/TXT:it:PDF

[4] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/mes-cose-e-come-funziona-25385

[5] https://www.affarinternazionali.it/tre-dossier-europei-cruciali-per-litalia-e-tre-sfide-per-il-governo/

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Tiziano Sini

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