Disastri economici, sanitari, ambientali: quanto stiamo rischiando? La risposta delle Nazioni Unite

Un breve riepilogo sui risultati, più o meno raggiunti, in occasione della riunione di metà percorso dell’accordo di Sendai

  Articoli (Articles)
  Ilde Mattei
  22 maggio 2023
  4 minuti, 30 secondi

Un breve riepilogo sui risultati, più o meno raggiunti, in occasione della riunione di metà percorso del Quadro di Riferimento di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri (accordo di Sendai).

Cos'è l'accordo di Sendai

È negli anni successivi alla crisi economica del 2008 che gli stati membri delle Nazioni Unite, spinti dalla volontà di far ripartire l’economia, ma ben consapevoli delle conseguenze di una nuova crisi, si sono riuniti per delineare un quadro di riduzione dei rischi. Dopo 3 anni di colloqui, nel 2015 si è giunti ad un accordo a Sendai (Giappone).

La missione principale è quella di far sì che gli stati membri adottino misure concrete per proteggere il progresso dai “disastri”, ovvero da tutti quegli eventi che, di natura antropologica o naturale, possano causare danni economici, ambientali, sanitari o politici.

Anche se un accordo simile era già stato raggiunto nel 2004 con il Quadro di riferimento di Hyogo, il documento di Sendai si concentra ancora di più sull'importanza di spostare l'attenzione sul prevenire i rischi, piuttosto che gestirne le conseguenze. Oltre a ciò, il documento fissa degli standard comuni, sette obiettivi concreti e da perseguire durante il periodo 2015-2030, e strumenti legislativi per raggiungerli.

L’avanzamento sull’accordo

A sette anni dal raggiungimento dell’accordo, l'UNDRR (Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi) ha fissato una riunione di “metà percorso” che si è tenuta il 17, 18 e 19 maggio in cui si è discusso dello stato di avanzamento degli obiettivi previsti dall’accordo. Secondo i dati inseriti dai paesi firmatari in un’apposita piattaforma, i risultati sono i seguenti.

  • Obiettivo A: Riduzione delle morti causate dai disastri ✔

Riduzione di più del 50% delle morti nel decennio 2012-2021 (omettendo le morti causate dal Covid-19) rispetto al decennio precedente;

  • Obiettivo B: Riduzione delle persone coinvolte nelle conseguenze dei disastri Χ

Aumento del 80% delle persone coinvolte nel decennio 2012-2021 rispetto a quello precedente;

  • Obiettivo C: Ridurre i danni economici direttamente causati dai disastri Χ

Le perdite economiche sono stimate al ribasso a più di 330 milioni di dollari

  • Obiettivo D: Ridurre i danni alle infrastrutture e ai servizi primari ?

Nonostante una diminuzione significativa delle unità danneggiate del 2020 e 2021 rispetto ai cinque anni precedenti, non è possibile capire se ciò sia dovuto a dei programmi di prevenzione migliori (poco probabile) o alla temporanea paralisi causata dal Covid-19;

  • Obiettivo E: Aumentare le strategie locali e nazionali per la prevenzione dei disastri ✔

Aumento di più del 50% sia a livello locale che nazionale dal 2015 ad oggi;

  • Obiettivo F: Aumentare la cooperazione internazionale ?

Questo dato risulta incerto in quanto la gran parte dei paesi aderenti non ha riportato informazioni a riguardo;

  • Obiettivo G: Aumentare l’accesso ai dispositivi in grado di segnalare l’arrivo di un disastro ✔

Aumento di quasi il 50% dei paesi che hanno dei sistemi accessibili dal 2015 ad oggi, anche se questi continuano ad essere meno della metà dei paesi esistenti.

Anche se non tutti gli obiettivi sono stati raggiunti, si è registrato un aumento di interesse dei paesi firmatari dimostrato all'incremento di dati nazionali resi disponibili ai ricercatori e alle riunioni organizzate sul tema. Questo cambiamento non è da attribuire solo agli sforzi stimolati dall’accordo, ma anche alle due grandi recenti crisi: il Covid-19 e il cambiamento climatico. Esse hanno sottolineato la natura sistemica e l'effetto domino che le crisi possono avere in un mondo interconnesso come quello attuale. Ciò rende necessario un approccio completo per sviluppare strategie di resilienza efficaci.

La situazione attuale

Nonostante gli sforzi e i miglioramenti compiuti, i dati raccolti dimostrano che i risultati attuali non sono in linea con quelli che garantirebbero gli obiettivi prefissati. Per raggiungerli entro il 2030 bisognerà fare molto di più. A maggior ragione perché lo sforzo richiesto non è titanico: le linee guida per sviluppare piani di prevenzione dei rischi sono già fornite ed è stato dimostrato che 1$ investito nella prevenzione può farne risparmiare fino a 15 durante la fase di ricostruzione dopo il disastro.

Considerando che negli ultimi 20 anni il numero di eventi estremi è duplicato, i prossimi sette anni saranno decisivi per determinare le condizioni di vita (o morte) delle popolazioni dei paesi ONU, la quasi totalità degli umani.

Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2023

Fonti consultate per il presente articolo:

The Report of the Midterm Review of the Implementation of the Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 | UNDRR

Avoiding disaster in a dangerous world | UN News

What is the Sendai Framework for Disaster Risk Reduction? | UNDRR

High-Level Meeting on the Midterm Review of the Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030

foto: https://images.unsplash.com/photo-1561900478-5001f6b4d8ed?ixlib=rb-4.0.3&ixid=MnwxMjA3fDB8MHxwaG90by1wYWdlfHx8fGVufDB8fHx8&auto=format&fit=crop&w=1172&q=80

Condividi il post

L'Autore

Ilde Mattei

Laureata in Philosophy, International and Economic Studies all’Università Ca’Foscari di Venezia, sta collaborando con un’organizzazione no-profit francese a Strasburgo per creare ed implementare progetti volti alla sensibilizzazione dei giovani sull’importanza di essere cittadini europei.

Si interessa principalmente di migrazione e all’ambiente con l’intento di rendere accessibili a tutt* queste tematiche.

All’interno di Mondo Internazionale è autore per l’area tematica di Organizzazioni Internazionali.

Tag

UN Nazioni Unite Accordo di Sendai prevenzione Cooperazione internazionale