Katharine Graham

  Domina
  Chiara Giovannoni
  17 gennaio 2023
  3 minuti, 49 secondi

Katharine Graham, prima editrice del giornale americano The Washington Post, e spesso definita la donna più potente d’America, fu colei che prese la decisione di pubblicare i Pentagon Papers.

Nata nel 1917 a New York, era figlia dell’imprenditore plurimilionario e capo della World Bank, Eugene Meyer. Dopo aver frequentato il Vassar College e l’Università di Chicago, divenne reporter per il San Francisco News. Tra il 1933 e il 1934 i Meyer comprarono il Washington Post a un’asta, in seguito alla bancarotta causata dalla Depressione del 1929. Con l’acquisto, il padre decise di trasformare il giornale in una delle voci principali americane, e fu così che Katharine entrò a contatto con il mondo editoriale. Nonostante il talento e la dedizione che negli anni del college metterà nel giornale, la donna era quarta di cinque figli, e proprio per questo motivo, la gestione del giornale sarebbe passata inevitabilmente a qualche personaggio maschile della sua famiglia. Sarà infatti suo marito, Philip Graham, a dirigere il giornale. Conosciuto in una conferenza stampa alla Casa Bianca, Philip rappresentò l’uomo che sarebbe stato l’amore della sua vita. I due si sposarono dopo pochi mesi di conoscenza, nel giugno 1940.

Il giornale fu per molti anni una passione “universitaria”, che Katharine consumò per mettere alla prova la sua scrittura. Dopo il matrimonio la donna deciderà di occuparsi interamente della sfera familiare. Visse una vita agiata, elegante, all’insegna del benessere che ogni tanto riempiva con collaborazioni per il giornale, rimanendo sempre nella discrezione più assoluta a causa del suo coinvolgimento personale. Fu suo marito Philip, avvocato di successo, ad assumere la guida del Post dopo solo sei mesi di gavetta come editore associato. Il giornale andò, in quegli anni, ad affrontare una vera e propria ascesa indipendente. In seguito a una serie di problemi personali, il marito di Katharine, Philip, si suicidò nel 1963, all’età di 48 anni, lasciandole le redini del giornale.

Katharine Graham andò ad assumere il ruolo di editrice, di presidentessa e di amministratrice delegata. All’epoca il numero di donne in posizioni di potere era infinitesimale rispetto a quello degli uomini. La stessa Graham descrisse più volte la sensazione di imbarazzo che spesso provava essendo l’unica donna all’interno di una sala riunioni. Un episodio in particolare la toccò: durante un incontro, l’uomo a capo della riunione chiese ad ogni partecipante uomo la propria opinione, ignorando del tutto la sua.

La dirigenza del giornale portò Katharine ad una nuova vita, ad una nuova personalità, molto più forte e più sicura. Era più che determinata a non rimanere nell’ombra e grazie a queste sue caratteristiche riuscì a creare una serie di relazioni politiche che le permisero di farsi il nome all’interno delle elite dell’epoca, ma anche a prendere un posto nella storia. Infatti, dopo essersi occupata per anni delle vicende che affliggevano l’America dopo il Maccartismo, la guerra fredda e le tante tensioni nate dalle crisi petrolifere, fu nel giugno del 1971 che la Graham si trovò di fronte ad una decisione che avrebbe stravolto non solo il giornale ma anche l’intera storia americana di quegli anni.

Ottenuti i cosiddetti Pentagon Papers - i documenti top-secret che svelavano il reale andamento della guerra in Vietnam - doveva decidere se pubblicare il tutto o lasciar perdere, come gran parte dei colleghi gli aveva suggerito. Dopo anni di scelte condizionate dagli altri, in quel caso la Graham si espresse in modo molto semplice “Let’s go, let’s publish”. Qualche anno più tardi, riferendosi a quella scelta dirà: “What I essentially did was to put one foot in front of the other, shut my eyes, and step off the edge”. Ma la decisione sui Pentagon Papers fu solo una delle grandi azioni della direttrice. Un anno più tardi guidò il Washington Post verso l’inchiesta del Watergate, lo scandalo che costrinse l’allora presidente Nixon alle dimissioni.

Come raccontato nel film di Steven Spielberg “Il Post”, dove una magistrale Meryl Streep interpreta la donna che ha cambiato il volto del giornalismo americano, Katharine Graham è diventata, in tutti gli Stati Uniti e non solo, simbolo di potenza e libertà, colei che è riuscita a trasformare il Washington post in un vero e proprio colosso mediatico indipendente. Lei stessa dirà:

What the president never accepted, or even clearly understood – as most people don't understand – is the autonomy editors have, and must have, to produce a good newspaper. I used to describe it as liberty, not license.”

https://www.rebelstudio.it/2022/05/03/katharine-graham-pentagon-papers/

https://www.britannica.com/biography/Katharine-Graham

https://www.washingtonpost.com/brand-studio/fox/katharine-graham/

Immagine: https://www.rawpixel.com/image/5955894/free-public-domain-cc0-photo

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L'Autore

Chiara Giovannoni

Chiara Giovannoni, classe 2000, è laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Bologna. Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Strategie Culturali per la Cooperazione e lo sviluppo presso l’Università Roma3.

Interessata alle relazioni internazionali, in particolare alla dimensione dei diritti umani e alla cooperazione.

E’ volontaria presso un’organizzazione no profit che si occupa dei diritti dei minori in varie aree del mondo.

In Mondo Internazionale ricopre la carica di autrice per l’area tematica Diritti Umani.

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