ESCLUSIVA: IL GENERALE VAKHTANG KAPANADZE RISPONDE A MONDO INTERNAZIONALE SULLA QUESTIONE PRIGOZHIN E WAGNER

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  Giusy Criscuolo
  09 settembre 2023
  5 minuti, 34 secondi

Chief della Forze Armate Georgiane (Capo di Stato Maggiore Difesa) dal 22 novembre 2013 al 22 novembre 2016, Vakhtang Kapanadze. Consapevoli del fatto che la Georgia, ha vissuto in un passato non molto lontano, vicissitudini simili a quelle ucraine ci siamo rivolti al Generale Kapanadze. La sua pluridecennale esperienza nella materia e nelle tematiche affrontate ci ha dato nuovi spunti di riflessione, avendo lui vissuto in primis cosa è accaduto durante la seconda Guerra in Ossezia del Sud, conosciuta anche come Guerra dei 5 giorni nell’agosto 2008.

Sulla dibattuta questione della morte del Capo della Wagner, Yevgeny Viktorovich Prigozhin, che ipotizzava due versioni sulla caduta dell’aereo, quella che parlava di 2 C-400/S-400 che sarebbero stati lanciati dal sistema di difesa russo Triumph e quella che prediligeva la versione del boicottaggio interno, Kapanadze sembra non avere molti dubbi e sosterrebbe l’ipotesi del tradimento. Quanto denunciato anche sui canali ufficiali Wagner (come Grey Zone e non solo) che parlavano di traditori. Si opterebbe per la manomissione interna operata da persone vicinissime all’ex Capo e sulle quali lo stesso riponeva grande fiducia.

“Si tratta della Russia - dice Kapanadze - e probabilmente non sapremo mai tutta la verità sull'incidente, ma tra le versioni lanciate sull'aereo di Prigozhin sono favorevole a quella secondo cui, a bordo dell'aereo, sarebbe stato collocato un ordigno esplosivo. Credo che l’esplosione potrebbe aver causato la rottura dell'ermeticità della cabina di pilotaggio e l'immediata perdita di coscienza delle persone a bordo, per questo motivo non sarebbe stato trasmesso alcun messaggio a terra” dando la sua versione sull’improbabilità di un missile lanciato.

Spiegando come secondo lui, se fosse stato utilizzato un missile, si sarebbe evinto dalle tipiche tracce lasciate dallo stesso nei cieli: “Si osserverebbe una traccia caratteristica nel cielo, l'aereo avrebbe un sistema di allarme e l'equipaggio sarebbe in grado di inviare un SOS. Se venisse utilizzato un tale sistema antiaereo, testimoni oculari avrebbero registrato l'impatto del missile”. Qui giunge l’ipotesi del tradimento, poiché il dubbio sorge spontaneamente su come sia stato possibile che un comandante come Prigozhin, attento ad ogni movimento, non avesse fatto controllare l'aereo prima della partenza: “La bonifica dell'aereo potrebbe essere stata effettuata da personale tecnico di fiducia di Prigozhin. In questo caso Prigozhin non ha potuto controllare tutto direttamente, né scoprire il dispositivo”.

Restando in tema Wagner e sulla fine che potrebbe fare la Compagnia si ritorna sul nodo che ha creato la rottura tra Putin e la PMC. Ricordando come il Presidente russo, subito dopo la “Marcia della Giustizia” operata da Prigozhin il 23 giugno scorso contro gli alti Ufficiali della Difesa russa, abbia “invitato” i militanti del PMC prima ad arruolarsi nell’esercito regolare o a continuare la loro affiliazione Wagner altrove e successivamente subito dopo la morte del Comandante abbia reso obbligatorio il passaggio all’esercito regolare per i wagneriti.

Kapanadze sottolinea come la Wagner abbia un'immagine ben consolidata in Russia, come vengano girati dei serial, create organizzazioni giovanili e come si ritenga che il recente successo della Russia sul campo di battaglia (prendendo Bakhmut e Soledar) sia da imputare alla Wagner. “Non possiamo ignorare il fatto che la Wagner si è rivelata un’unità in grado di combattere sul campo nella guerra in Ucraina. Quindi dovrebbe essere nell’interesse di Putin mantenere Wagner nel pieno controllo piuttosto che dissimularlo. Si parla di nominare Anton Elizarov, soprannominato "Lotus", come nuovo capo, anche se qui c'è un fattore importante: era il preferito di Prigozhin, e questo potrebbe non piacere a Putin”.

Ma alla luce di quanto accaduto con il gruppo Wagner, di fatto diviso in due rami, uno rientrato nei ranghi dell'esercito russo e l'altro divenuto “indipendente” in Bielorussia. Sull’ ipotesi che il futuro del gruppo autonomo sia una “milizia” a sostegno degli stati dell'Africa e dell'America Latina chiedo conto a Kapanadze, il quale sostiene che la Wagner si stia muovendo in modo astuto: “Wagner ha dimostrato quanto sia efficace un’armata in Africa, Medio Oriente e in altre regioni instabili. Si adatta perfettamente al concetto di “guerra di nuova generazione” (variazione russa della guerra ibrida). Pertanto, è vantaggioso per i leader politici ed economici della Russia continuare a utilizzare attivamente questo meccanismo e sono d'accordo con la sua ipotesi”.

Sui rumors che si rincorrevano sulle chat Telegram riguardo a possibili vendette contro Mosca per la morte di Prigozhin Il Generale non ha dubbi: “Organizzazioni come quella di Wagner sono solitamente unite attorno a leader carismatici. Wagner è stata privata dal suo capo manager Prigozhin e dal comandante militare Utkin. Dubito che Wagner possa compiere qualche odioso atto di vendetta nel prossimo futuro, anche se ciò non esclude un ulteriore utilizzo degli stessi, da parte di ipotetici anti-putinisti in futuro”.

Sulla mancata partecipazione delle autorità russe ai funerali del leader della PMC, l’ex Chief della Difesa georgiana sostiene che: “Tutti coloro che erano legati a Prigozhin sono stati arrestati dal governo (ad esempio il generale Surovikin) o hanno cercato di prendere le distanze da questo nome. Inoltre è probabile che i familiari siano stati avvertiti dai servizi competenti che la sepoltura doveva avvenire in forma chiusa”.

Sulle ipotesi lanciate da chi sostiene che Prigozhin sia ancora vivo e che la presunta moglie del suo più famoso sosia fosse presente al funerale del comandante Wagner (si parla della moglie di Leonid Krasavin, Irina) sembra non avere dubbi: “Dubito che sia vivo. La sua apparizione un giorno da vivo sarebbe un completo disastro per Putin. Ma non lo so: mai dire mai sulla Russia”.

Ma le battute finali dell’intervista non potevano non concentrarsi con una domanda sull’enclave Wagner in Africa e sui recenti disordini e colpi di Stato. Premesso che non è una novità che da molti anni la Wagner abbia creato un'enclave molto forte nel vecchio Continente, non risulta anacronistico ipotizzare che quanto sta accadendo nel continente africano possa essere causato proprio dalla PMC. “Il sostegno e l'attività di Wagner sono chiaramente visibili in Niger. - dice Kapanadze - In altri casi, sono necessari più fatti per trarre una conclusione. Dubito che i processi politici siano avviati direttamente dalla Compagnia, anche se è un dato di fatto che politici o gruppi locali possano utilizzare Wagner”.

A confermare il rispetto e l’affiliazione creata da Prigozhin negli Stati Africani sarebbero proprio alcune delle sue ultime foto scattate nella Repubblica Centrafricana poco prima della sua ultima partenza. Prigozhin dai locali veniva chiamato “Il secondo/bianco Nelson Mandela”.

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Giusy Criscuolo

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