Febbre da fieno: perché alcune persone ne soffrono e altre no

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  Redazione
  04 aprile 2023
  5 minuti, 44 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, Specialista in Otorinolaringoiatria e membro del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale Post

All'arrivo della primavera, la vegetazione va in fiore, segnando l'esordio della stagione delle allergie ai pollini per molte persone. Sono le cosiddette “pollinosi”. Si tratta delle allergie respiratorie a carico delle alte e basse vie respiratorie. Nel linguaggio popolare si parla anche di “febbre da fieno”. Coloro che ne soffrono, iniziano a manifestare una sintomatologia classica di starnuti, per lo più a raffica, prurito agli occhi e naso che cola profusamente e/o asma bronchiale.

La febbre da fieno colpisce fino al 42% delle persone di tutte le età – concentrate maggiormente nella fascia di 12-35 anni (in certi luoghi e in certe nazioni), deprimendo la qualità della vita degli ammalati, specie durante i mesi primaverili ed estivi.

Quando il malato di un’allergia respiratoria da pollini entra in contatto con un allergene (contenuto nel polline), il suo sistema immunitario lo identifica come una minaccia. Oppure, in ogni caso, come una sostanza estranea alla propria composizione, e anziché produrre un anticorpo “giusto” ne produce uno “sbagliato” chiamato immunoglobulina di classe E , o IgE, al fine di neutralizzarlo. Gli anticorpi IgE si legano quindi a un tipo di cellule immunitarie chiamate mastociti, quelli che si trovano nel naso, negli occhi e nei polmoni, innescando il rilascio di istamina e altre proteine e causando una flogosi intensa con i relativi sintomi dell’allergia.

Uno degli interrogativi che le persone si pongono è: ma perché così tante persone hanno la febbre da fieno, mentre altre no?

Ci sono una serie di fattori in gioco: oggi la scienza medica ha dimostrato che la genesi è multifattoriale.

Genetica, immunità e ambiente

I fattori genetici giocano un ruolo significativo nel determinare la suscettibilità di una persona alla allergia. Diversi geni, compresi quelli coinvolti nella regolazione e nella risposta del sistema immunitario, sono stati collegati a un aumento del rischio di sviluppare questa patologia.

Se gli appartenenti ad una data famiglia sono affette da un’allergia respiratoria, è più probabile che una componente importante di questo stesso ceppo familiare manifesti la tendenza ad ammalarsi di allergia

Fattori ambientali come l'esposizione all'inquinamento atmosferico, al fumo di tabacco e ad altre sostanze irritanti possono rendere una persona più suscettibile all’ allergia respiratoria. Ciò può essere dovuto a microlesioni inferte alle mucose delle vie nasali e, più in generale, dell’intero sistema respiratorio (rinite-asma), facilitando l'ingresso di allergeni nell’organismo con la secondaria attivazione biologica di una risposta flogistica di natura allergica.

Allo stesso modo, l'esposizione al fumo passivo nei primi anni di vita è un fattore di rischio per il successivo sviluppo di allergie. Alcune persone possono essere esposte agli allergeni più frequentemente o in quantità maggiori rispetto ad altre, rendendole più suscettibili allo sviluppo delle allergie. Ciò può essere dovuto, ad esempio, al fatto di vivere in un'area con alti livelli di polline atmosferico o di essere continuamente esposti a determinati allergeni nell’ambiente di lavoro.

Perché i sintomi possono essere peggiori in alcune stagioni più di altre?

La quantità di polline o altri allergeni nell'aria può variare di anno in anno e di stagione in stagione. In alcuni anni, la conta dei pollini può essere più alta, determinando i sintomi tipici dell'allergia respiratoria.

Le condizioni meteorologiche, come temperatura, umidità e vento, possono influenzare la quantità e la distribuzione del polline nell'atmosfera. Una primavera piovosa può ridurre la concentrazione del polline, mentre un'estate calda e secca può determinare la condizione opposta.

Anche il sistema immunitario del corpo può cambiare nel tempo, con azione sulle modalità di risposta dell’organismo agli allergeni.

Lo stesso elemento clinico, ad esempio, potrebbe significare che il paziente con gravi sintomi di allergia respiratoria sofferti nel passato, potrebbe manifestare sintomi più lievi con l’avanzare dell’età.

Quando una persona invecchia, il suo sistema immunitario può diventare meno reattivo agli allergeni, portando a una riduzione dei sintomi di questa malattia.

Il ragazzino che si sfrega gli occhi.

Le persone possono essere esposte a diversi allergeni in diversi anni o stagioni, che possono influenzare la gravità dei loro sintomi.

Ad esempio, qualcuno che è allergico al polline di varie erbe verrà attivato in momenti diversi rispetto a quelli attivati ​​da determinati pollini degli alberi (diverso periodo di rilascio dei pollini).

Alcuni fattori relativi allo stile di vita come lo stress, la dieta e l'esercizio fisico possono influenzare il sistema immunitario, contribuendo così a determinare la gravità dei sintomi dell'allergia respiratoria.

È dimostrato che lo stress prolungato può indebolire il sistema immunitario, rendendolo più suscettibile alle allergie. Anche il cambiamento climatico sta alterando la quantità e la composizione del polline che le piante rilasciano, così come i tempi del suo rilascio nell’atmosfera.

Attualmente, l'aumento della temperatura globale e dei livelli di anidride carbonica atmosferica sta facendo sì che alcune piante allunghino il periodo della fioritura e producano più polline, mentre altre specie stanno spostando i loro periodi di fioritura all'inizio dell'anno.

Ciò significa che le stagioni dei pollini iniziano prima, durano più a lungo e diventano pericolosamente più intense.

Suggerimenti per la gestione della febbre da fieno

Evitare gli allergeni: per quanto possibile, è necessario stare lontano dall'esposizione agli allergeni specifici che scatenano la sintomatologia respiratoria. Ciò può comportare il divieto di trascorrere il tempo libero nelle campagne durante l’elevata concentrazione stagionale dei pollini.

Utilizzare filtri dell'aria: prendere in considerazione l'utilizzo di specifici filtri dell'aria da adottare in casa o sul posto di lavoro per aiutare a rimuovere gli allergeni dall'aria.

Tenere le finestre chiuse: chiudere le finestre durante il periodo di massima concentrazione pollinica atmosferica per impedire l’ingresso dei pollini nell’ambiente domestico.

Assunzione di antistaminici: questi sono farmaci sintomatici che riducono sensibilmente i sintomi della pollinosi riducendo sensibilmente gli effetti dell'istamina, mediatore che viene rilasciata abbondantemente nel corso di una reazione infiammatoria allergica.

Prendere in considerazione l'immunoterapia specifica: l'immunoterapia è l’unico rimedio terapeutico capace di combattere le cause primarie dell’allergia, Essa, infatti, stimola l’organismo a produrre gli anticorpi “giusti” , le IgG, che esercitano un effetto farmacologico “bloccante” la reazione antigene-anticorpo, desensibilizzando così il sistema immunitario verso allergeni specifici responsabili della malattia.

Gestisci lo stress: questa è una componente spesso trascurata. Invece, risulta scientificamente che lo stress può peggiorare sensibilmente i sintomi di un’allergia respiratoria. Quindi bisogna cercare di gestirlo attraverso trattamenti psicologici o tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga o esercizi di respirazione profonda, non senza escludere le cause primarie che generano lo stress.

Non per ultimo: riferisci i tuoi sintomi e malesseri al tuo Medico prima di assumere nuovi farmaci o trattamenti di qualsiasi tipo. Men che meno rimedi vari dei quali non è dimostrata scientificamente l’efficacia e gli eventuali effetti collaterali

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