Focus sullo stato di diritto prima parte: origine storica e caratteristiche

In questa prima puntata dedicata allo stato di diritto proviamo a partire dall'espressione stessa, per illustrarvi le sue caratteristiche principali per darne un significato

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  Federico Quagliarini
  06 aprile 2021
  4 minuti, 43 secondi

Lo stato di diritto costituisce un pilastro fondamentale per le democrazie odierne. Tale concetto ha assunto un carattere primario anche nel diritto dell’Unione Europea. Tuttavia pochi sono effettivamente a conoscenza del suo reale significato e dell’importanza che assume nel funzionamento del processo democratico. Questa prima parte si pone come obbiettivo di introdurre il tema partendo dalla definizione del costrutto e, in seguito, concentrandosi sull’evoluzione storica e le principali proprietà che la compongono.

ORIGINE DEL TERMINE

L’espressione stato di diritto deriva dalla traduzione in lingua tedesca del termine Rechtsstaat. Tale locuzione venne coniata per la prima volta all’inizio dell’Ottocento dalla dottrina germanica, in particolar modo dal giurista Robert Von Mohl, professore di scienza politica all’Università di Tubinga.

Inizialmente il concetto di stato di diritto, secondo Von Mohl, era incentrato sul buon andamento dello Stato, come strumento necessario ed efficace al corretto funzionamento della democrazia. In seguito, invece, andrà ad assumere un significato molto diverso da quello originario.

EVOLUZIONE STORICA

Sebbene l'espressione stato di diritto sia stata menzionata solo nel corso dell’Ottocento, alcune prerogative si possono ritrovare già qualche secolo prima o addirittura nell’antichità come ad esempio nell’opera di Aristotele Politica, in cui il filosofo greco teorizzava il “sogno” di un governo delle leggi, ritenuto da lui stesso il migliore possibile.

Alcuni precursori possono trovarsi ad esempio nel Bill of Rights del 1679, il quale sancì definitivamente il principio dell’inviolabilità dell’habeas corpus. Anche la Costituzione americana del 1776 contiene al suo interno dei principi di libertà e uguaglianza che faranno da apripista per lo stato di diritto.

Nondimeno è proprio nel corso del XVIII secolo che il concetto di stato di diritto emerge con tutta la sua forza, non tanto per l’enunciazione per la prima volta del costrutto in sé, quanto piuttosto per la nascita dello stato liberale grazie all’affermazione della borghesia come classe dominante a seguito della Rivoluzione francese.

Ancora oggi lo stato di diritto, specialmente nelle cronache politiche dell’Unione Europea, viene costantemente associato alle democrazie liberali, questo perché proprio in quel periodo nacquero una serie di elementi che sono ancora presenti nell’andamento della vita democratica dello Stato, come ad esempio la produzione legislativa da parte di organi rappresentativi del popolo.

Tuttavia le democrazie liberali ebbero la loro fine nel XIX secolo, con il passaggio verso lo stato costituzionale, il quale impose definitivamente lo strumento della Costituzione come principale fonte del diritto e conferitore di legittimità verso tutti i poteri dello stato, la cui particolarità è quella di essere rigida ovvero non modificabile tramite la legge ordinaria.

Tale rigidità ha permesso alle Costituzioni moderne di enunciare tutti quei principi che sono risultati fondamentali per ogni nazione che vuole garantire il rispetto dello stato di diritto.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI

Le caratteristiche presenti nello stato di diritto sono numerose. Non è possibile darne un’elencazione esaustiva poiché esso si presenta sotto molteplici forme. Ad esempio vi sono molte forme di tutela in quanto all’uguaglianza dei cittadini, le quali possono differire a seconda dell’ordinamento preso in considerazione. Tuttavia è possibile rintracciare almeno due caratteristiche che risultano essenziali.

La prima è quella del principio di legalità il quale, sviluppatosi principalmente durante lo stato liberale, garantisce la certezza del diritto tramite la codificazione delle leggi. Questo principio impone alle autorità pubbliche di subordinare il proprio esercizio al rispetto della legge, garantendo quindi al cittadino una libera autodeterminazione.

Un’altra caratteristica che non può mancare in qualsiasi formazione di stato di diritto è la separazione dei poteri.

Il principio teorizzato dal filosofo francese Montesquieu è fortemente legato allo stato di diritto. Quest’ultimo, infatti, non a caso si pone in netta contrapposizione con lo stato assoluto, nel quale un unico individuo (solitamente il monarca) risulta titolare di tutti i poteri: esecutivo, legislativo e giudiziario.

Affinché il processo democratico non si arresti, l’indipendenza di ciascun potere rispetto ad un altro è condizione essenziale, in particolar modo il potere giudiziario, il quale deve risultare come ordine autonomo e, sotto l’aspetto decisionale, svincolato da qualsiasi legame con l’esecutivo e il legislativo.

SIGNIFICATO ODIERNO

Traendo le somme di quanto detto sopra, si giunge alla conclusione che lo stato di diritto pone al centro la libertà dell’individuo e la sua autodeterminazione, queste ultime garantite da norme giuridiche generali e astratte, che limitano l’esercizio arbitrario del potere, al fine di evitarne abusi.

Di conseguenza, la concezione moderna di stato di diritto non consiste tanto in uno strumento per garantire il buon andamento dello Stato, ma più in un pilastro a tutela del potere democratico e nei confronti dei cittadini.

In conclusione si può indubbiamente affermare che tale concetto abbia assunto un rilievo importantissimo nel funzionamento di uno stato democratico. Questo principio è stato anche recepito dal diritto sovranazionale in particolar modo dal diritto comunitario, di cui sarà oggetto il prossimo approfondimento.

A cura di Federico Quagliarini

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Gaetano Silvestri, Lo Stato di diritto nel XXI secolo, in rivista dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti, 26 maggio 2011

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L'Autore

Federico Quagliarini

Classe 1994, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Milano, Federico Quagliarini è al contempo vice-direttore di Mondo Internazionale POST nonché caporedattore per l'area Società.

Da sempre appassionato di politica e relazioni internazionali, in Mondo Internazionale si occupa principalmente di questioni legali soprattutto inerenti al diritto internazionale.

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