Il futuro di Varsavia e dell’Europa

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  Michele Bodei
  04 ottobre 2023
  3 minuti, 33 secondi

Mancano poche settimane alle elezioni parlamentari in Polonia del 15 ottobre e non è ancora possibile prevedere chi vincerà: la campagna elettorale è ancora accesa.

La coalizione ultra-conservatrice Destra Unita (ZP-PiS), che rappresenterebbe l’attuale governo di Moraviecki, nei sondaggi è in testa con il 38%, un numero che non garantisce la maggioranza per formare un governo. All’opposizione, troviamo la Coalizione Civica (KO) di centrodestra, guidata da Donald Tusk, che sotto al 30% risulta in calo rispetto all'inizio della campagna elettorale. L’ex presidente del Consiglio Europeo è convinto di recuperare il distacco con la coalizione in vantaggio, dopo che migliaia di cittadini sono scesi in piazza a protestare contro le violazioni dei diritti fondamentali commesse dal governo negli ultimi otto anni. Il vero enigma resta la possibilità di un'inaspettata alleanza tra la sinistra e i partiti moderati, potendo così conquistare la maggioranza alla Camera. Mentre rimane una forza da tenere d’occhio la Konfederacja al 9%, lista di estrema destra liberista.

I sondaggi mostrano un contesto politico molto frammentato, che è conseguenza di una fitta campagna elettorale in cui le questioni interne del Paese si mescolano con quelle europee.

Una delle questioni più salienti riguarda la politica migratoria, che sarà oggetto di due dei quattro referendum che si terranno lo stesso giorno delle elezioni. Ai cittadini polacchi verrà chiesto se vogliono la rimozione della barriera costruita alla frontiera con la Bielarussia e se sono favorevoli al meccanismo dell’UE di rilocazione forzata dei richiedenti asilo. Sulla crisi migratoria Varsavia aveva già alzato un muro con Bruxelles, quando, insieme a Orban, fece rimandare l’accordo sul Patto Migrazione e Asilo a fine giugno. In campagna elettorale, Destra Unita e Konfederacja presentano la questione come un problema di sicurezza nazionale, dichiarandosi pronti a istituire controlli al confine con la Slovenia se sarà necessario, mentre l’opposizione invita gli elettori a boicottare il referendum.

Un altro tema fondamentale riguarda i diritti civili. Negli ultimi otto anni il governo conservatore ha ignorato ogni richiamo dell’UE sulla questione dello Stato di diritto, tanto da tenere bloccati i 35,4 milioni di euro del Recovery Fund che spettano a Varsavia. Se le limitazioni della libertà dei media, dell’indipendenza del sistema giudiziario, del diritto all’aborto e dei diritti LGBT poste dal governo di Moraviecki hanno raffreddato i rapporti con Bruxelles, Tusk e i partiti di sinistra propongono di porre fine a queste restrizioni. Con la mobilitazione del movimento femminista che ha manifestato in piazza negli ultimi anni e la promessa di introdurre le unioni civili per le persone dello stesso sesso, le opposizioni assicurano un disgelo nei rapporti con i vertici UE.

La guerra in Ucraina è stata meno discussa durante la campagna elettorale, almeno fino a metà settembre. Poche settimane fa, è scaduto l’accordo con Bruxelles che permette a Kiev di esportare il grano in Europa e che la Commissione non ha rinnovato. Varsavia ha deciso di sospendere le importazioni di grano in risposta alle proteste degli agricoltori polacchi, che rappresentano una quota importante degli elettori. Zelensky ha presentato un ricorso all’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) contro la Polonia – oltre all’Ungheria e alla Slovacchia – e il Presidente polacco Duda ha incalzato sospendendo l’invio di armi in Ucraina. Non è chiaro se questa posizione è puramente strategica in vista delle elezioni, ma segnerà l’ennesima spaccatura tra la Polonia e l’Europa. Anche qui Varsavia potrà contare su alcuni alleati: Orban, che si è già opposto in passato all’invio di armi, e il neo eletto Primo ministro della Slovacchia, il nazionalista di sinistra filo-russo Robert Fico.

In poco tempo Varsavia potrebbe allontanarsi ancora di più da Bruxelles oppure potrebbe aprirsi una nuova era di riavvicinamento. Indifferentemente dal colore dell’esecutivo che si formerà dopo il voto, c’è da aspettarsi un’importante azione da parte della Polonia sulle politiche europee: a giugno si svolgeranno le elezioni per l’Eurocamera e i primi mesi del governo fungeranno sicuramente da campagna elettorale.

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FONTI:

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https://euractiv.it/section/politica/news/rapporto-ue-sullo-stato-di-diritto-permangono-alcune-preoccupazioni-sistemiche-soprattutto-in-polonia-e-ungheria/

https://it.euronews.com/2023/10/01/polonia-lopposizione-scende-in-strada-in-vista-elle-elezioni-del-15-ottobre

https://www.linkiesta.it/2023/02/polonia-protagonista-europa-ucraina-stato-di-diritto/

https://notesfrompoland.com/2023/09/25/poland-introduces-checks-on-slovak-border-to-curb-irregular-migration/

https://www.repubblica.it/esteri/2023/07/31/news/joana_pillola_abortiva_polonia_processo-409525057/amp/

https://www.gay.it/polonia-manifestazione-tusk-diritti-civili-lgbtqia-aborto

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/09/04/polonia-i-4-referendum-voluti-dalla-destra-al-governo-alle-elezioni-del-15-ottobre-perche-sono-il-suo-asso-nella-manica/7275068/amp/

https://www.euractiv.com/section/politics/news/poland-ukraine-grain-war-escalates-dangerously/

https://tg24.sky.it/mondo/2023/10/01/slovacchia-fico-ucraina-migranti

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Michele Bodei

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elezioni europee migrazione stato di diritto diritti civili Ucraina polonia destra Moraviecki Donald Tusk