Giornata Internazionale dei Migranti: per non dimenticare

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  Francesca Bellini
  29 dicembre 2022
  3 minuti, 52 secondi

Lo scorso 18 dicembre si è commemorata la 22esima Giornata internazionale dei Migranti, istituita per la prima volta nel 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Lo stesso giorno una bimba di due anni ha perso la vita al Policlinico di Lampedusa per sindrome d'annegamento (RaiNews, 2022). Il giorno dopo, sempre di fronte all’isola siciliana, 161 persone sono state tratte in salvo da un barcone in avaria. Il tutto mentre il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini invitava a parlare di Lampedusa per il suo mare e le bellezze naturali, tralasciando la tematica migratoria (Palazzolo, 2022). Ma come si può ignorare quello che sta succedendo di fronte alle nostre coste? 

Secondo uno studio realizzato dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), fra il 2014 e il 2022, più di 24 mila persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mar Mediterraneo Centrale, anche se a separare le coste europee da Tunisia e Libia, porti principali di partenza, ci sono solo poche centinaia di miglia. Eppure, come dimostrato dall’UNHCR, nonostante le partenze siano calate rispetto al 2015, il numero di morti per mare resta elevato, a dimostrazione di quanto questa tratta continui ad essere pericolosa. L’organizzazione non governativa SOS Mediterranee ha ricordato in un report che nel 2022, 1.220 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo. A migrare sono uomini, donne e bambini che si spostano non soltanto per ragioni economiche, ma anche per fuggire da persecuzioni e conflitti. 

L'Europa nella maggior parte dei casi non rappresenta la terra promessa che ci si immagina ma, come raccontato dalla giornalista Meraf Villani (2022), una grandissima fetta delle migrazioni nell’Africa Subsahariana avviene internamente. Difatti, dei 35 milioni di individui che lo scorso anno si sono mobilitati, solo 6 milioni sono emigrati fuori dal Continente, gli altri si sono spostati in paesi limitrofi, tra cui Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Etiopia, Sudafrica e Kenya, principali poli attrattivi.

Chiara è una giovane operatrice umanitaria che da mesi lavora al servizio di una ONG per prestare primo soccorso ai migranti che raggiungono il molo lampedusano. Nel raccontare la situazione degli arrivi a Lampedusa, descrivendo le imbarcazioni precarie, solitamente in latta, saldate in qualche modo la notte prima della partenza, Chiara non nega le difficoltà del suo mestiere e del vivere quotidianamente le contraddizioni e le drammaticità di ciò che sta accadendo in Europa. “A novembre una donna di quaranta anni è deceduta appena arrivata per arresto cardiaco. Pochi giorni dopo un bambino di venti giorni ha perso la vita per ipotermia. Vedere la reazione della sua famiglia è stato davvero straziante. La situazione degli sbarchi a Lampedusa varia: in estate il lavoro è intensissimo, mentre in autunno e in inverno la frequenza è più altalenante, con un ritmo a fisarmonica determinato dalle condizioni metereologiche. Appena le persone sbarcano sono spaesate. Noi siamo lì per essere di supporto, accogliendole con acqua, coperte termiche, cibo, vestiti e giocattoli per i bambini. È difficile accettare che quello che facciamo fa parte di azioni mirate da applicare in situazioni emergenziali, a cui però non consegue un cambiamento di lungo termine, e in cui la volontà del singolo, per quanto lodevole e fondamentale, non basta per cambiare il sistema politico. Le nostre mansioni si limitano a mediare fra lo Stato e le persone che arrivano, cercando di ridurre le pressioni a cui i migranti sono sottoposti. Il lavoro degli operatori umanitari non vuole e non può in alcun modo sostituirsi ai doveri e alle responsabilità che le istituzioni hanno nei confronti di queste persone”.

Oscar Camps, fondatore della organizzazione non governativa Proactiva Open Arms ha detto che per capire che cosa non va in un sistema ne devi studiare la complessità, perché solo attraverso una visione totale si può ricercare una conoscenza. Giornate come quella del 18 dicembre hanno la funzione di evidenziare le verità nascoste, ricordando i dimenticati e appellandosi a un senso umanità collettiva.



Bibliografia

Barrena, Marcel, 2021, "Open Arms: la legge del mare", Adler Entertainment

Palazzolo, Salvo, "Salvini show a Lampedusa: prima i selfie in piazza, poi il tweet sulla bimba morta. E lancia una nuova campagna. “L’isola sia conosciuta per le sue bellezze”, Repubblica

Rai News, 2022, "Migranti, naufragio a Lampedusa: morta una bimba di due anni", [https://www.rainews.it/articol...]

UN Refugee Agency, 2022, "No end in sight", [https://storymaps.arcgis.com/s...]

UN Refugee Agency, 2022 [https://www.unhcr.org/it/notiz...]

Sos Mediterranee, 2022, "Sguardo sul Mediterraneo", [https://sosmediterranee.it/sgu...]

Villani, Meraf, 2022, "Che cosa spinge a migrare?", Africa Rivista

Fonte immagine: 

https://www.istockphoto.com/it... 

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