Tutti sentiamo parlare del cibo biologico e dei suoi benefici per la nostra salute e per l’ambiente. Negli ultimi anni, i marchi della grande distribuzione stanno puntando su alimenti e prodotti naturali per venire incontro alle richieste sempre maggiori dei consumatori.
Veniamo continuamente bombardati da pubblicità che presentano i prodotti biologici come i migliori per la nostra salute e per l’ambiente, in cui si vedono persone felici che camminano nella natura incontaminata. Siamo accerchiati da etichette colorate di verde, con immagini di spazi aperti e nel pieno della natura, animali con musetti sorridenti che ci invitano a consumare alimenti piuttosto che altri solo perché etichettati come “bio” e sostenibili.
Di fatto, marketing e pubblicità, ci presentano il biologico come unico prodotto buono e accettabile e ci
invogliano a comprare un alimento piuttosto che un
altro solo perché, appunto, biologico e naturale.
Ma il cibo biologico fa bene o no? Parliamo davvero di biologico o di semplice greenwashing, ambientalismo di facciata?
Come per tutte le cose non esiste una risposta giusta e una sbagliata, la verità sta nel mezzo. I cibi biologici, così come tutti i prodotti bio, dovrebbero essere quasi privi di pesticidi e agenti inquinanti ma a pensarci bene anche se un’azienda è seria e segue scrupolosamente le regole, un rischio di inquinamento del cibo esiste lo stesso. Questo perché ci può essere vicino un campo non biologico o una città particolarmente grande ed ecco che particelle inquinanti possono depositarsi anche sul terreno bio.
Inoltre, rispettare le regole nel campo del biologico è molto costoso per le aziende produttrici e spesso il prezzo finale proposto ai consumatori è molto elevato, per molti quasi inavvicinabile. Tuttavia, quasi il 16% del Pil viene speso per il biologico, un dato che indica che i consumatori si fidano di chi opera in campo biologico e amano pensare di avere dato una mano al pianeta.
La buona alleanza - si legge sul sito dell’Associazione italiana per l’agricoltura biologica - “è quella fra agricoltori e consumatori, necessaria per avere un’agricoltura che produca cibi buoni, sani, e rispettosi dell’ambiente. Per ottenerla è importante programmare e promuovere le produzioni e il consumo consapevoli. Uno degli obiettivi fondanti è quello di incidere sulle scelte di mercato, permettendo in questo modo che i valori sociali alla base dello sviluppo agricolo siano un bene comune”.
Purtroppo, nonostante la maggiore diffusione di questi prodotti, spesso le informazioni che arrivano al riguardo sono ancora confusionarie e molte persone continuano a domandarsi quali siano per il cibo biologico i vantaggi e gli svantaggi.
Come si è già detto, il biologico ha regole molto stringenti da seguire, non deve usare OGM e neanche pesticidi o qualsiasi tipo di diserbante, ma la realtà non è sempre così e spesso capita che dietro una scritta “bio” si celi una truffa bella e buona. Non è tutto oro quello che luccica, così come non è tutto biologico quello che viene etichettato come tale.
In teoria gli allevamenti bio si differenziano da quelli convenzionali in quanto non vengono utilizzati antibiotici e altri farmaci e gli animali vengono messi nella condizione di vivere una vita dignitosa, potendo pascolare all’aperto e così via.
Inoltre,
le
coltivazioni biologiche non inquinano l’ambiente; acqua, terra e aria restano pulite e possiamo lasciare un mondo
migliore alle generazioni future.
Dovrebbero
essere premiati i grani antichi, il rispetto per la biodiversità,
per l’essicazione lenta nella produzione della pasta e tutto quello
che aiuta l’ambiente e la nostra salute.
In ogni caso il biologico è un settore che viene premiato dai consumatori, infatti l’ultimo report ISMEA ci dice che la spesa per acquistare cibo biologico ha sfiorato i 3,3 miliardi di Euro ed è cresciuta del 4,4% nell’ultimo anno. Quando leggiamo bio in etichetta ci viene quasi spontaneo pensare che quel prodotto sia migliore più sano, etico, rispettoso della natura e questo spinge i consumatori a comprare.
In conclusione, possiamo dire che comprare biologico va bene ed è consigliabile se abbiamo a cuore la nostra salute e quella del pianeta. Tuttavia, bisogna sempre fare molta attenzione al falso, alle certificazioni fasulle e alle sofisticazioni.
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L'Autore
Valeria Fraquelli
Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.
Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.
La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.
La frase che più mi rappresenta è “Volere è potere”.
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