Il futuro del Green Deal all'orizzonte delle Elezioni Europee: una prospettiva cruciale per il cambiamento ambientale

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  Alessia Bernardi
  20 febbraio 2024
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Le elezioni europee sono alle porte e il futuro del Green Deal diventa un argomento centrale nei discorsi politici e nelle menti dei cittadini europei. Introdotto nel 2019, il Green Deal dell'Unione Europea rappresenta un piano ambizioso per la trasformazione dell'UE in un continente a basse emissioni di carbonio entro il 2050, affrontando contemporaneamente le sfide del cambiamento climatico e promuovendo la sostenibilità ambientale.

Il piano si propone come risposta integrata e globale, trattando questioni che vanno dalla decarbonizzazione dell'economia all'adattamento alle nuove realtà climatiche, dalla protezione della biodiversità alla promozione dell'efficienza energetica. Più esattamente, gli elementi chiave del Green Deal sono: la neutralità climatica, dunque ridurre le emissioni di gas serra al minimo possibile e compensare le restanti emissioni attraverso azioni di cattura e rimozione del carbonio; un aumento significativo della quota di energia proveniente da fonti rinnovabili e miglioramento dell'efficienza energetica in vari settori - tra cui trasporti, edilizia e industria; una revisione del settore dei trasporti per ridurre le emissioni, promuovere la mobilità sostenibile e investire in infrastrutture per veicoli elettrici e a basse emissioni di carbonio; impegno nella tutela della biodiversità e nella promozione di pratiche agricole sostenibili - inclusa l'adozione di tecniche di coltivazione rispettose dell'ambiente e la riduzione dell'uso di pesticidi; la strategia promuove l'adozione di un modello di economia circolare, riducendo al minimo gli sprechi e migliorando il riciclo dei materiali al fine di rendere il consumo e la produzione più sostenibili; infine, gli investimenti pubblici e privati in grado di sostenere la transizione verso un'economia verde. 

La strategia è stata accolta con entusiasmo da molte parti e diversi Stati membri dell’UE, ma adesso - con le elezioni europee all'orizzonte - è in gioco la volontà politica di trasformare gli impegni in azioni concrete. La nuova composizione del Parlamento Europeo e l'orientamento delle nuove leadership avranno un impatto determinante sul grado di implementazione del Green Deal: è cruciale che i prossimi rappresentanti eletti condividano una visione comune per un futuro più sostenibile, promuovendo politiche che non solo rispettino gli obiettivi del Green Deal ma che vadano oltre e spingano per la realizzazione di ulteriori azioni ambiziose. D'altronde, la discussione non può limitarsi alla sfera politica. È fondamentale coinvolgere la società civile, le imprese e le organizzazioni non governative nella promozione e attuazione del Green Deal. La sensibilizzazione e la partecipazione attiva dei cittadini europei sono elementi chiave per garantire che le politiche ambientali vengano effettivamente implementate e rispecchino le esigenze della popolazione.

Quindi, occorre chiedersi quali sono le reali ripercussioni che le elezioni europee potrebbero avere sul clima: l'orientamento politico non è necessariamente determinante per le politiche climatiche poiché in molti Paesi la questione del clima è considerata trasversale. In diverse situazioni, la transizione verso politiche più sostenibili è vista come un'opportunità di sviluppo, e quindi gli obiettivi climatici sono sostenuti indipendentemente dall'affiliazione politica dei governi. Per esaminare eventuali correlazioni, sono stati esaminati i voti dei rappresentanti governativi su questioni energetiche e climatiche nell'ultimo anno. Sebbene sia più comune che i governi di centro-destra si oppongano alle politiche climatiche rispetto a quelli di centro o centro-sinistra, è interessante notare che molti governi conservatori europei hanno effettivamente sostenuto misure a favore del clima. Soprattutto per quanto riguarda il Parlamento europeo, la diminuzione dell'influenza dei partiti tradizionalmente europeisti e orientati al clima - insieme alla crescente presenza del gruppo della destra conservatrice euroscettica - potrebbe compromettere le ambizioni climatiche del Parlamento europeo, ma bisogna capire fino a che punto. L'analisi dei voti sulle legislazioni climatiche dell'ultimo anno rivela una notevole diversità di opinioni tra i partiti di destra europei riguardo al clima. 

Secondo le proiezioni, i principali gruppi politici europei che subiranno perdite significative sono i Verdi europei e il centro-destra moderato, che è rappresentato da figure come Von der Leyen. Inoltre, questi dati possono essere interpretati anche come una critica all'operato della Commissione e al Green Deal. Ad ogni modo, anche se rispetto alle elezioni avvenute nel 2019, la stabilità politica sembra molto più incerta, tutti i cambiamenti vari ed eventuali non dovrebbero condurre a una presa di posizione fin troppo drastica sulle tematiche climatiche. Certamente, le politiche già applicate, come per esempio gli standard sulla riduzione di CO2 per le auto, potrebbero essere messe in discussione o frenate, ma non in modo totale da parte di tutti i Paesi dell’UE.

In conclusione, le elezioni europee rappresentano sicuramente un'occasione fondamentale per valutare il sostegno pubblico alle politiche ambientali e per selezionare leader capaci di guidare l'UE verso una trasformazione sostenibile. Il Green Deal può essere il faro guida ma sono la volontà politica e la collaborazione tra nazioni che daranno vita a un futuro verde e resiliente per l'Europa.

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Alessia Bernardi

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