Il futuro dell’Irlanda: ritorno del Sinn Féin e problemi della Brexit

Torneremo a parlare di ricongiungimento tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda?

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  Melissa Cortese
  26 settembre 2022
  5 minuti, 57 secondi

L’Irlanda come la conosciamo oggi, divisa in Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord, facente parte del Regno Unito, ha origini storiche travagliate, impregnate di lotte, accordi e proteste.

In seguito alla Prima Guerra Mondiale, nel 1920, il Government of Ireland Act sancì la prima partizione. Venne quindi proclamato lo Stato libero d’Irlanda, separato dalle sei contee protestanti situate nel nord est dell’Irlanda, nella zona dell’Ulster, facenti parte del Regno Unito. Lo scopo principale era quello di separare la popolazione cattolica, per la maggioranza indipendentista, da quella protestante, legata al Regno Unito. Da questo momento nacque l’aspirazione dei nazionalisti irlandesi, principalmente cattolici, di riunificare i due Paesi e creare una nazione indipendente, obiettivo in contrasto con quello degli unionisti, principalmente protestanti. Per quanto riguarda la Seconda Guerra Mondiale, l’Irlanda del Nord partecipò in quanto regione del Regno Unito, mentre lo Stato libero d’Irlanda (nel 1937, con l’entrata in vigore della nuova Costituzione, aveva cambiato nome in “Irlanda”) rimase ufficialmente neutrale. Nel 1949 entrò in vigore il Republic of Ireland Act, che sanciva lo status di Repubblica dell’Irlanda e che portò alla sua uscita dal Commonwealth.

I troubles

Le principali cause dello scoppio dei conflitti civili nell’Irlanda del Nord, i cosiddetti troubles, furono le discriminazioni subite dalle minoranze cattoliche presenti sul territorio dell’Ulster. L’ondata di contestazioni europee del 1968 in Irlanda del Nord si tradusse in un movimento di rivendicazione civile, che chiedeva al Regno Unito norme più eque e rispettose per i cattolici. La polizia nordirlandese, la Royal Ulster Constambulary, protestante, represse violentemente le manifestazioni, innescando un’escalation di lotte e disordini. Ebbero così inizio i troubles, che caratterizzarono la storia nordirlandese fino alla fine del Novecento. La Provisional Irish Republican Army - spesso chiamata semplicisticamente IRA - fu il braccio militare del Sinn Féin durante i decenni dei troubles. Le lotte armate, gli scioperi dei detenuti e gli attentati negli anni ’80 erano fuori controllo. Solo nell’aprile del 1998 fu siglato l’Accordo di pace del Venerdì Santo dal governo inglese, presieduto da Tony Blair, da quello irlandese e da otto partiti politici nordirlandesi. L’intesa riconobbe che l’Irlanda del Nord, grazie alla volontà della maggior parte dei propri cittadini, era parte del Regno Unito. Venne dichiarato che i cittadini sarebbero stati liberi di scegliere la riunificazione con l’Irlanda in qualsiasi momento: in caso di conflitti, il governo britannico sarebbe stato obbligato a indire un referendum e a rispettarne il risultato.

Il Sinn Féin, ieri e oggi

È proprio dalla Provisional IRA, sciolta nel 1998 con l’Accordo del Venerdì Santo, che il Sinn Féin attuale sta cercando di prendere le distanze. L’obiettivo del partito del Sinn Féin, che in gaelico significa “noi stessi”, è - sin dalla sua fondazione nel 1905 - quello di raggiungere la piena sovranità nazionale irlandese. Agli inizi del Novecento nacquero anche i due partiti protagonisti della politica irlandese ancora oggi: il Fine Gael e il Fianna Fáil, entrambi conservatori. Dal 1998, anno della fine del conflitto, il Sinn Féin cerca di farsi spazio sia nella politica irlandese che in quella nordirlandese. Solo nel 2018, con l’elezione della nuova leader Mary Lou McDonald, il partito inizia concretamente ad allontanarsi dagli aspetti più controversi della sua storia. Mary Lou McDonald, a differenza del leader precedente, non ha mai avuto legami con la Provisional IRA e, in varie occasioni, ha condannato le violenze passate dell’organizzazione militare.

Negli ultimi anni i risultati elettorali del Sinn Féin sono stati inaspettati. Nel febbraio del 2020, in occasione delle elezioni nella Repubblica d’Irlanda, è stato il partito che ha ottenuto il maggior numero di prime preferenze (sistema del voto singolo trasferibile). Nonostante ciò, il Sinn Féin non ha potuto governare, poiché i numeri non erano sufficienti e i due partiti conservatori che hanno bipolarizzato il Paese nell’ultimo secolo erano riusciti ad allearsi e formare un governo. A maggio 2022 si sono svolte le elezioni per l’Assemblea dell’Irlanda del Nord: in questa occasione, il partito nazionalista di sinistra, ha ottenuto la maggioranza relativa dei seggi in parlamento e ha nominato uno dei due primi ministri. L’Irlanda del Nord attualmente si trova ancora in uno stallo politico e non è ancora stato formato un esecutivo.

I rapporti post-Brexit

Le alleanze politiche all’interno dell’Irlanda del Nord sono così faticose anche per ragioni connesse alla Brexit: il DUP (Democratic Unionist Party), storico rivale del Sinn Féin, è decisamente contrario al Protocollo sull’Irlanda del Nord, un trattato interno al più ampio accordo tra Regno Unito e Unione Europea che introduce il meccanismo del backstop, visto da alcuni come il primo passo verso l’unificazione delle due Irlande. Si tratta di uno strumento che permetterebbe all’Irlanda del Nord di restare nel mercato unico europeo e nell’unione doganale, inspessendo di fatto il confine con il resto del Regno Unito. La soluzione è stata pensata per non irrigidire nuovamente il confine con la Repubblica d’Irlanda, con controlli a persone e merci, e non rischiare di scivolare nelle tensioni precedenti al 1998.

Prima dell’uscita dall’Unione europea, il Regno Unito era il principale partner commerciale della Repubblica d’Irlanda. Oggi sono stati introdotti costi e controlli doganali e i flussi sono cambiati: l’Irlanda commercia in modo sempre più diretto con l’Europa continentale e il Regno Unito non fa più da ponte.

Un censimento del 2021, pubblicato la scorsa settimana, mostra che per la prima volta nella storia dell’Irlanda del Nord il numero di persone cattoliche ha superato quello di persone protestanti. Il tasso di natalità più alto dei cattolici lasciava prevedere il risultato già da anni, ma si tratta comunque di un dato simbolicamente importante.

La leader del Sinn Féin ritiene che il border poll, il referendum sulla riunificazione, potrebbe avvenire già nei prossimi anni, ma non spetta alle autorità nordirlandesi indirlo, bensì, come previsto negli Accordi del Venerdì Santo, a quelle britanniche, che lo proclameranno solo se e quando il forte sostegno popolare per l’unificazione diventerà impossibile da trascurare.

Fonti consultate per il presente articolo:

“Elezioni in Irlanda: riunificazione dopo la Brexit?”, 2021, affarinternazionali

https://www.affarinternazionali.it/archivio-affarinternazionali/2020/02/elezioni-irlanda-brexit-riunificazione/

“Un voto cruciale per il futuro dell’Irlanda del Nord”, 2022, affarinternazionali

https://www.affarinternazionali.it/archivio-affarinternazionali/2020/02/elezioni-irlanda-brexit-riunificazione/

“Irish general election: Sinn Féin tops first preference poll”, 2020, BBC

https://www.bbc.com/news/world-europe-51432660

“La vittoria di Sinn Fein in Irlanda del Nord: cosa significa per il Regno Unito?”, 2022, ISPI

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/la-vittoria-di-sinn-fein-irlanda-del-nord-cosa-significa-il-regno-unito-34950

Libro “I cristiani d’Irlanda e la guerra civile (1968-1998)", 2006, Paolo Gheda

“Irlanda del Nord: Sinn Féin primo partito nel parlamento locale”, 2022, euronews

https://it.euronews.com/2022/05/07/irlanda-del-nord-vittoria-elettorale-storica-per-il-sinn-fein

“Brexit impacts on Dublin port…”, 2021, Dublin Port Company

https://www.dublinport.ie/brexit-impacts-on-dublin-port-clear-to-be-seen-in-q3-as-total-port-volumes-down-3-3-after-nine-months/

“2021 Census”, Northern Ireland Statistics and Research Agency

https://www.nisra.gov.uk/statistics/census/2021-census

“Nell’Irlanda del Nord i cattolici sono diventati più dei protestanti”, 2022, il Post

https://www.ilpost.it/2022/09/22/nellirlanda-del-nord-i-cattolici-sono-diventati-piu-dei-protestanti/

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