Nell’ultimo anno il granchio blu è diventato famoso, suo malgrado, per essere un vero e proprio flagello che si nutre di molluschi impoverendo la biodiversità e mettendo sul lastrico tutti coloro che dall’industria della pesca traggono il proprio reddito.
Sul granchio blu si è detto di tutto: all’inizio non si riusciva a capire bene da dove arrivasse e poi, quando si è stabilito che arrivava con le navi cargo e si sono cominciati a vedere i disastri sull’ecosistema naturale, è stato demonizzato e additato come causa di tutti i mali.
In realtà, sappiamo benissimo che il granchio blu in sé non ha colpe, ma che con l’inquinamento e i cambiamenti climatici si sono venute a creare le condizioni ideali per permettere a questo crostaceo di vivere anche alle nostre latitudini, mettendo in difficoltà i pescatori e tutti coloro che in qualche modo vivono grazie al commercio dei crostacei.
Secondo gli esperti, il granchio blu è “un danno enorme, ambientale ed economico": infatti Fedagripesca-Confcooperative stima che "abbia creato un buco di cento milioni di euro. Il granchio blu sta mettendo a rischio la sopravvivenza di uno dei luoghi più importanti per la produzione di vongole in tutta Europa. Milioni di euro di prodotto andati in fumo, anzi, divorati da questi granchi “stranieri” ha dichiarato, riferendosi al Delta del Po, Paolo Tiozzo, co-presidente dell’Alleanza delle Cooperative Pesca. “Una stangata che mette in ginocchio un settore già in serie difficoltà perché i pesci, a prescindere dal granchio blu, sono sempre meno: la domanda ormai supera l'offerta, che non può ulteriormente aumentare perché abbiamo esagerato. Lo dice anche la Fao, riportando che il 66% dei mari è sfruttato al massimo e il 33% è troppo sfruttato”.
Certo ci sono mille paure intorno al granchio blu: molti pensano che a lungo andare metterà in seria difficoltà il settore della pesca dei piccoli crostacei e molluschi, che gli ecosistemi naturali saranno irrimediabilmente rovinati con una drammatica perdita di biodiversità e che ci sarà il tracollo finanziario di molte famiglie che vivono grazie al settore ittico.
Gli studi scientifici hanno già ampiamente dimostrato che il granchio blu, non avendo predatori naturali alle nostre latitudini, mangia tutto, ma nessuno è in grado di fermarlo e quindi si moltiplica a dismisura fino a diventare dannoso per l’ambiente e per l’economia.
La paura più grande è che se non si riuscirà al più presto a mettere un freno alla sua proliferazione, si assisterà a una vera e propria desertificazione delle nostre acque costiere e questo porterà alla disgregazione delle economie locali. Si cerca di trovare una soluzione, ma non è facile e per ora l’unica arma contro l’aumento incontrollato di questo crostaceo è mangiarlo.
Visto che negli Stat Uniti e nelle altre zone di cui è originario, il granchio blu si mangia da anni e viene considerato anche molto buono, tanto che gli chef fanno a gara per poterlo inserire nel proprio menu, si è pensato che anche in Europa e in Italia, nelle zone che risentono maggiormente della presenza di questo crostaceo, si potesse fare la stessa cosa.
Ovviamente il problema del granchio blu è molto complesso e non si risolverà certo con una mangiata, ma almeno è stato trovato un primo modo di tenere sotto controllo il numero dei crostacei evitando che cresca in maniera incontrollata. In questo modo, si evitano i danni, anche se molti sono già stati fatti, e si scoprono ricette e sapori nuovi.
Il gusto è diverso da quello del granchio mediterraneo e ci si possono creare molti piatti gustosi e innovativi in grado di far scoprire nuove culture e nuovi modi di intendere l’alimentazione. In molti ristoranti il granchio blu è già entrato nel menu e questo vuol dire che, nonostante la paura e tutti i dubbi su questo crostaceo, la voglia di sperimentare e di provare nuove ricette è tanta, così come la volontà di fare del bene al pianeta e proteggerlo.
Anche gli chef più rinomati hanno cominciato a utilizzarlo nelle loro preparazioni e i risultati sono tutti molto buoni, come gli spaghetti con il sugo di questi crostacei, polpette, varie rivisitazioni del tortino tipico statunitense e tante altre ricette.
In conclusione, si può dire che il granchio blu è certamente un grande problema perché, come già detto prima, non avendo predatori naturali, mangia le nostre vongole, distrugge l’ecosistema naturale e anche l’economia, ma può ancora essere fermato e fatto diventare un punto di forza. Le soluzioni possibili sono molteplici: può essere usato come ingrediente nelle ricette di cucina, come mangime per gli animali o si possono imporre limiti molto severi alle acque di zavorra delle navi, come è stato fatto negli Stati Uniti, in modo da controllare la proliferazione incontrollata delle specie alloctone.
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L'Autore
Valeria Fraquelli
Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.
Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.
La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.
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