Il nuovo Patto UE Migrazione e Asilo

Una riflessione generale sulla politica migratoria condotta dal Parlamento europeo.

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  Chiara Cecere
  20 aprile 2024
  5 minuti, 2 secondi

Il Parlamento europeo ha votato a favore del nuovo Patto sulle Migrazioni e sull'Asilo, che costituisce una revisione della politica migratoria dell'Unione Europea formata da nove atti legislativi. La riforma mira a stabilire regole condivise per la gestione dell'accoglienza e della ricollocazione dei richiedenti asilo, nel tentativo di ripensare il sistema attuale, ormai messo a dura prova e che è motivo di divergenze tra vari Stati membri da anni.

Il patto si compone di cinque parti: gestione dell’asilo, risposta alle crisi migratorie, gestione delle procedure, Eurodac e screening. Nonostante il nuovo Regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione non cambi il principio di base del Regolamento di Dublino - che prevede la possibilità per un migrante di richiedere asilo solamente nel primo Paese dell'UE in cui arriva -, esso introduce alcune deroghe per situazioni quali ricongiungimenti familiari, conoscenza della lingua e ottenimento di un titolo di studio in un certo Paese. La responsabilità dello Stato di primo ingresso sarà di 20 mesi, oppure di 12 mesi per le persone salvate in mare. Inoltre, viene stabilito un meccanismo di "solidarietà obbligatoria", da attivare nel caso in cui uno o più Stati membri si trovino sotto pressione, per cui gli altri Stati membri possono contribuire ricollocando richiedenti asilo sul proprio territorio o pagando un contributo per affrontare la pressione migratoria. Il finanziamento può essere destinato anche a misure per gestire i flussi migratori nei Paesi extra-europei, sebbene questo punto abbia sollevato critiche da parte di alcune organizzazioni del settore. Infine, il "solidarity pool" prevede un minimo di 30mila ricollocamenti e 600 milioni di finanziamenti all'anno per gli Stati maggiormente soggetti alle dinamiche migratorie, mentre gli altri possono contribuire scegliendo tra ricollocamenti o finanziamenti economici sulla base della propria popolazione e prodotto interno lordo.

Il Patto regola anche i procedimenti per il trattamento delle richieste di asilo, prevedendo un processo accelerato di frontiera denominato "border procedure" per alcune persone migranti provenienti da Paesi con bassi tassi di accettazione dei rifugiati nell'UE. Tutto ciò serve a velocizzare le procedure, ma desta la preoccupazione che possa comportare la detenzione di numerosi migranti e compromettere il diritto d'asilo. Inoltre, le nuove regole per affrontare le crisi migratorie prevedono misure eccezionali da applicare solo nel caso di arrivi massicci e improvvisi, con l'attivazione di un meccanismo di solidarietà per gli Stati che ne fanno richiesta. In più, la riforma di Eurodac e del regolamento di screening introdurrà controlli biometrici per identificare meglio chi arriva nell'UE, inclusi i bambini a partire dai 6 anni.

Tale riforma arriva in un momento in cui la pressione migratoria alle frontiere dell'Unione Europea è evidemente in costante aumento: lo scorso anno, il numero di arrivi in Italia e in Spagna ha superato il picco del 2017, raggiungendo i 380.000. Le richieste di asilo nel 2023 sono state di 1,14 milioni, ovvero il livello più alto degli ultimi sette anni dall'inizio della "crisi dei rifugiati". Malgrado le intense pressioni e i negoziati serrati, gli esperti giuridici e le organizzazioni non governative concordano sul fatto che il compromesso raggiunto dai 27 Stati membri non sia soddisfacente e non vada approvato. Ritengono che la legislazione indebolisca il diritto di asilo e non risolva i problemi che avrebbe dovuto affrontare, inclusa la tragica perdita di vite umane in mare durante i pericolosi viaggi attraverso il Mediterraneo. Secondo l'Organizzazione mondiale per le migrazioni, negli ultimi 10 anni, più di 29.000 persone sono morte o scomparse durante queste traversate.

Ylva Johansson, Commissaria per gli Affari interni e co-architetto della proposta insieme al Vicepresidente Margaritis Schinas, ha dichiarato che il nuovo Patto rappresenta un passo avanti nel contrastare l'ascesa dell'estrema destra populista in vista delle elezioni europee di giugno. Johansson ha anche affermato che l'accordo raggiunto ha sottratto molti argomenti all'estrema destra e ha aggiunto che si tratta di un risultato straordinario che dimostra la capacità dell'Europa di ottenere successi a vantaggio dei suoi cittadini.

Secondo la fondazione indipendente OpenPolis, tutti gli aspetti dell'intesa sembrano basati sull'idea che il migrante non sia considerato un vantaggio - in termini di arricchimento culturale, socio-economico e nel contrasto alla bassa natalità che caratterizza l'Europa -, ma piuttosto una sfida da affrontare con un approccio più orientato alla sicurezza. Inoltre, l'accordo enfatizza la necessità di una distribuzione equa delle responsabilità tra i negoziatori. Tuttavia, dai documenti emerge una tendenza a ridurre la responsabilità dell'Unione europea, che può essere più o meno evidente a seconda dei settori e degli importi di flusso. Inoltre, si osserva una maggiore autonomia a livello nazionale in materia, soprattutto durante i periodi di crisi.

Ulteriori critiche arrivano dalle organizzazioni per i diritti umani, che definiscono la riforma "mal concepita, costosa e crudele": sono circa cinquanta le ONG che si sono opposte al nuovo sistema. La Caritas ha denunciato che limita l'accesso all'asilo e i diritti dei richiedenti protezione. Secondo l'eurodeputato verde francese Damien Carême, il Patto va contro i valori europei e servirà a finanziare muri, filo spinato e sistemi di protezione in tutta Europa. Save the Children sperava invece che la riforma potesse offrire soluzioni efficaci per aiutare i minori e le famiglie che finiscono per vivere in condizioni precarie nelle strutture di accoglienza alle frontiere. 

Queste situazioni sono comuni sulle coste italiane, sulle isole greche, spagnole e nei Paesi lungo la rotta dei Balcani, dove i minori subiscono terribili violenze da parte di trafficanti e guardie di frontiera: vi è il rischio che l'approvazione del Patto UE Migrazione e Asilo renda la detenzione delle famiglie con bambini una prassi comune, contribuendo a minare la sicurezza dei minori, in particolare di quelli non accompagnati, i quali non potranno più ricongiungersi alle loro famiglie, inclusi fratelli e sorelle, come previsto dal nuovo Patto.

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L'Autore

Chiara Cecere

La mia passione per ciò che studio deriva dalla mia inappagabile curiosità, unita ad un briciolo di idealismo. Per quest’ultimo aspetto, le mie esperienze all’estero in precedenza sono state concentrate sui paesi scandinavi: ho trascorso un anno a Stoccolma lavorando come ragazza alla pari durante il mio gap year prima dell’università e ho vinto lo scambio con la prestigiosa università di Lund da gennaio a giugno 2020, durante la triennale in Diplomatic International Sciences all'Università di Bologna. La mia determinazione è confermata dal fatto che sia riuscita a raggiungere un buon livello di svedese in meno di un anno. Inoltre, il secondo semestre del primo anno (gennaio 2022), ho preso parte ad un secondo Erasmus presso l’università di Science Po Lyon, che ho vinto facendo domanda per la carriera futura, magistrale di International Relations - International Affairs. Sono appassionata ed entusiasta riguardo alla scelta del corso di studi triennale, per cui ho scelto di continuare con una magistrale in International Affairs all’università di Bologna. Ho scelto il curriculum di International Affairs proprio perché sono attratta da aree geografiche diverse dall’Europa, in particolare l’Africa. Considero la mia apertura mentale e la mia sensibilità culturale le mie migliori qualità, e la mia forza motrice è una grande curiosità unita a un pizzico di idealismo.

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