Lotta alla diffusione di contenuti terroristici online: il panorama legislativo degli Stati membri dell'Unione Europea

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  Redazione
  15 settembre 2020
  5 minuti, 47 secondi

A cura di Fabrizio Valerio Bongiorno

I contenuti online sono oggi sempre più diffusi e la possibilità di utilizzarli per trasmettere messaggi d’odio e intolleranza può mettere le persone in serio pericolo. Gli Stati membri hanno dato un contributo fondamentale per affrontare la questione da diversi punti di vista.

L'Unione europea e i suoi Stati membri sono impegnati a combattere qualsiasi propaganda online avente ad oggetto la diffusione di contenuti violenti e razzisti. Gli Stati membri dell'UE hanno sviluppato un'ampia gamma di strumenti giuridici volti a prevenire la diffusione di contenuti illegali rafforzando i poteri degli organi di controllo e garantendo, tra l'altro, la protezione dei più giovani contro questo tipo di influenza.

In Francia, le autorità giudiziarie e amministrative sono incaricate di bloccare o filtrare specifici siti web soggetti a criteri ben definiti e di rimuovere i contenuti da questi siti, in base alla legge sulla garanzia di fiducia nell'economia digitale. Più in dettaglio, ai sensi degli articoli 227-23 e 421-2-5 del codice penale francese, l'autorità amministrativa competente può rimuovere le immagini che costituiscono reato penale in materia di pornografia infantile o di atti di terrorismo. Inoltre, conformemente all'articolo 9 del codice civile francese, il tribunale civile può ordinare qualsiasi misura per prevenire o far cessare la violazione del diritto alla privacy. In Francia è stata approvata nel giugno 2019 e adottata nel maggio 2020 la c.d. legge Avia, che impone alle piattaforme online di rimuovere entro 24 ore i ‘’ contenuti che incitano all’odio’’ ed entro un’ora i ‘’contenuti di matrice terroristica’’. La mancata osservazione della norma comporterebbe multe fino a 1,25 milioni di euro, pari al 4% del fatturato della piattaforma.

In Italia non esiste una legge specifica sulla sorveglianza e il blocco dei contenuti illegali online. Tuttavia, esistono diverse leggi volte a fornire misure preventive per affrontare questo problema. Ad esempio, la Legge n. 269/98 ha istituito il Centro Nazionale per la prevenzione e il perseguimento della pornografia infantile su Internet, che ha il compito di raccogliere informazioni da qualsiasi attore pubblico o privato che si occupa di combattere questo fenomeno. Inoltre, la violazione dei diritti d'autore è punita con sanzioni pecuniarie, ai sensi della Legge n. 633/1941 e dell'art. 2043 del Codice Civile. In termini di violazione di dati riservati o di diffamazione, ai sensi della Legge n. 70/2003, il fornitore del servizio di informazione può essere responsabile, in alcuni casi, per i contenuti inappropriati divulgati. Così come in Italia, anche nel Regno Unito non esiste una normativa specifica per i contenuti illegali su Internet. Tuttavia, secondo il Terrorism Act del 2006 la polizia può richiedere la rimozione da internet di contenuti che incoraggiano o incitano a svolgere attività terroristiche. Inoltre, il Copyright, Designs and Patents Act 1988 prevede la possibilità di richiedere un'ingiunzione volta a bloccare l'accesso ai siti quando l'Internet Service Providers Association è a conoscenza di persone che utilizzano il loro servizio per commettere una violazione del diritto d'autore. In Germania non esiste una legge specifica per i contenuti illegali online e le principali norme giuridiche con cui il governo affronta la questione sono la legge tedesca sul diritto d'autore, quella sui marchi e quella sulla concorrenza sleale. Tuttavia, in caso di violazione delle disposizioni relative ai contenuti online ai sensi del Trattato interstatale sulla radiodiffusione e i media e del Trattato interstatale sulla tutela dei minori nei media, l'Autorità statale per i media può adottare misure adeguate per bloccare i contenuti illegali in internet.

Come evidenziato da uno studio del Ministero tedesco della giustizia e della tutela dei consumatori del 26 settembre 2016, le misure intraprese dalla società di rete non sono state sufficienti a garantire un elevato grado di protezione dai contenuti illegali online. Il coinvolgimento del governo è sempre più necessario. Per questo motivo, nel 2017 il Ministero federale tedesco della Giustizia ha emanato una bozza di regolamento. Ciò implica l'obbligo legale per i social network di denunciare i loro processi, di stabilire un meccanismo volto a eliminare i contenuti illegali e di fornire sanzioni normative ben specifiche per il mancato rispetto della suddetta bozza di regolamento. Anche il Governo italiano, secondo un rapporto della Commissione Europea del 18 marzo 2016, è chiamato ad estendere i propri poteri alla discriminazione basata su colore, lingua, religione, nazionalità e origine nazionale e ad adottare tutte le misure necessarie a garantire la tolleranza e il rispetto delle persone in ogni caso. Proprio per questo motivo, la Commissione Europea ha elaborato una proposta di regolamento sulla prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online. La suddetta proposta nella sua versione originaria presentava diverse criticità. Un contenuto online non può essere rimosso se non vi è una preventiva decisione circa la sua legalità. Ovviamente, tale decisione deve essere presa da tribunali e giudici verificando, di volta in volta, se il contenuto viola la legge. Non può certo essere presa dalle compagnie private secondo un loro arbitrario giudizio, altrimenti verrebbe meno la distinzione tra violazione della legge e violazione dei termini di servizio. Inoltre, la legalità di un contenuto dipende dal contesto, dall’intento e dalla motivazione e ogni situazione è diversa dalle altre. Pertanto, anche volendo usare specifici strumenti di ricerca come il Natural Language Processing (NLP), sarebbe necessario avere una chiara e precisa definizione della parola, della frase o del contenuto che si sta cercando. In tal senso, a volte è difficile risalire ad una chiara e univoca definizione quando si parla di odio o terrorismo.

Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione in prima lettura il 17 aprile 2019, sottolineando la necessità di salvaguardare il diritto alla libertà di parola e alla libertà di stampa. Inoltre, le società di internet non sono generalmente obbligate a monitorare i loro sistemi ma, secondo gli emendamenti approvati, esse dovrebbero eliminare i contenuti terroristici in un'ora se ricevono una richiesta specifica dalle autorità competenti. Il Parlamento Europeo ha anche dato una definizione di contenuti terroristici più delineata che non si applica a: contenuti resi pubblici per fini di ricerca nel campo dell’educazione, dell’arte o del giornalismo; contenuti che sono semplicemente espressione di visioni polemiche e contraddittorie; contenuti il cui obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza delle persone circa la presenza di attività terroristiche. Tutto ciò riduce di molto il rischio di censura.

L’Unione Europea sta cercando di fare di tutto per portare avanti il trialogo che garantirà la nascita di un regolamento sul tema che riesca a contemperare la necessità di rimuovere contenuti di incitamento all’odio con quella di limitare la censura dei c.d. ‘internet service providers’.

Le fonti utilizzate per la stesura di questo articolo sono liberamente consultabili:

https://www.europarl.europa.eu/legislative-train/theme-civil-liberties-justice-and-home-affairs-libe/file-preventing-the-dissemination-of-terrorist-content-online

https://cdt.org/insights/eu-tech-policy-brief-august-2019-recap/

https://oeil.secure.europarl.europa.eu/oeil/popups/ficheprocedure.do?reference=2018/0331(COD)&l=en

https://rm.coe.int/fifth-report-on-italy/16808b5837

https://www.legislation.gov.uk/ukpga/2006/11/contents

https://www.legislation.gov.uk/ukpga/1988/48/contents

https://www.globenet.org/IMG/pdf/LCEN_21_juin_2004_annotee.pdf

http://www.gesetze-im-internet.de/urhg/index.html

http://www.gesetze-im-internet.de/markeng/index.html

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https://www.lemonde.fr/pixels/article/2020/05/13/la-loi-contre-la-haine-sur-internet-definitivement-adoptee-par-l-assemblee-nationale_6039578_4408996.html

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