L'allerta terrorismo e la propensione per una sospensione temporanea dell'Accordo di Schengen

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  Tiziano Sini
  26 ottobre 2023
  2 minuti, 13 secondi

È più che un’ipotesi che la crisi internazionale in atto possa generare dei pericolosi casi di recrudescenza non solo in Medio Oriente, ma anche in Europa. La situazione è al momento monitorata con molta attenzione dai vertici europei e nazionali.

Lo spettro del radicalismo islamico sembra essere tornato: dopo i due attacchi terroristici avvenuti in Francia e Belgio, le cancellerie hanno fatto alzare i livelli di allerta sia sul suolo nazionale che nelle aree limitrofe. In particolare, la diffusione delle notizie riguardanti l’attentatore di Bruxelles e la ricostruzione dei suoi spostamenti negli ultimi anni delineano un quadro preoccupante a partire dalle fragilità del sistema di asilo europeo, che hanno facilitato spostamenti in diversi Paesi dell’Unione nonostante il rigetto della richiesta di asilo: di conseguenza, l’orientamento generale di alcune nazioni è stato quello di adottare una politica più restrittiva e cauta[1].

Il risultato naturale di questi indirizzi è stata la chiusura delle proprie frontiere da parte di alcuni Stati membri dell’Unione, attuando di fatto una sospensione delle regole relative al trattato di Schengen[2]. L’accordo, che al momento coinvolge ben 27 Paesi (23 membri dell’Unione Europea), è nato per garantire la libera circolazione all’interno dell’area da parte dei cittadini, abolendo le frontiere interne e proiettando un'unica frontiera esterna[3], la quale quindi risulta per il momento sospesa in via precauzionale da parte di 11 Paesi. Fra questi anche l’Italia, finora l'unico Paese che ha giustificato la scelta: nelle comunicazioni ufficiali si citano le implicazioni generate dal conflitto israelo-palestinese[4], predisponendo così il ripristino dei controlli alla frontiera con la Slovenia. Quest'ultima è una decisione necessaria per la tutela del Paese e per affrontare le problematiche derivanti dalla gestione non capillare dei flussi in entrata, come riferito dal ministro dell’Interno Piantedosi[5].

Le sopracitate scelte evidenziano come il tema si integri, con connotazioni non solo securitarie ma anche politiche, alla questione migratoria che già nelle scorse settimane aveva assunto una centralità rilevante nel dibattito pubblico, facendo riemergere fratture e questioni già ampiamente dibattute[6]. La situazione sembra, tuttavia, oltre che temporanea, molto fluida e potrebbe essere suscettibile di modifiche anche in base anche agli sviluppi della crisi in Medio Oriente.

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Fonti consultate:

Image Credits: https://www.pexels.com/it-it/foto/illustrazione-della-mappa-269790/

[1] https://it.euronews.com/2023/10/17/caccia-alluomo-in-belgio-dopo-lattentato-a-bruxelles-il-ricercato-e-un-45enne-di-origini-t

[2] https://it.euronews.com/my-europe/2023/10/19/leuropa-si-chiude-gia-dieci-paesi-hanno-reintrodotto-controlli-alle-frontiere

[3] https://eur-lex.europa.eu/IT/legal-content/glossary/schengen-agreement-and-convention.html#:~:text=La%20convenzione%20di%20Schengen%20completa,entrata%20in%20vigore%20nel%201995.

[4] https://www.governo.it/it/articolo/reintroduzione-dei-controlli-delle-frontiere-interne-terrestri-con-la-slovenia-nota-di

[5] https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/10/21/piantedosi-settemila-da-slovenia-nel-2023-altri-forse-passati_3d8d4be3-913d-44c4-83b4-c790e38a8e53.html

[6] https://www.rainews.it/articoli/2023/10/unione-europea-verso-unintesa-sui-migranti-via-il-punto-sulle-ong-c68b38fa-4da4-4242-8920-a5bc30746763.html

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