Il ruolo dell’UE nella ricostruzione dell’Ucraina del post-conflitto

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  Chiara Cecere
  26 giugno 2023
  3 minuti, 21 secondi

La Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina 2023, tenutasi il 21 e 22 giugno a Londra e organizzata in maniera congiunta da Regno Unito e Ucraina, è la continuazione del ciclo di eventi annuali al riguardo, l'ultimo dei quali si è svolto a Lugano in collaborazione con la Svizzera. La precedente edizione della conferenza, tenutasi per la prima volta durante l'aggressione russa contro l'Ucraina, ha lanciato i Principi di Lugano, che hanno gettato le basi per il processo di ricostruzione dell'Ucraina e unito il mondo nei suoi sforzi.

Dopo Lugano la comunità internazionale si è impegnata a fornire una significativa assistenza d'emergenza, sebbene sembri necessaria una più ampia mobilitazione del settore pubblico e privato per far fronte alle esigenze di stabilizzazione e di ripresa di cui l'Ucraina ha bisogno in seguito agli attacchi subiti. Inoltre, l'Ucraina ha già intrapreso iniziative simili al fine di portare avanti la ricostruzione in linea con questi principi e impegni nonostante il contesto di guerra. La Ukraine Recovery Conference è dedicata alla trasformazione dell'Ucraina ed è stata simbolicamente lanciata a Londra nel 2017 come Ukraine Reform Conference. L'URC 2023 si concentra, in particolare, sulla mobilitazione del sostegno internazionale per la stabilizzazione economica e sociale dell'Ucraina e per la ripresa dagli effetti della guerra, anche attraverso l'assistenza di emergenza per necessità immediate e il finanziamento della partecipazione del settore privato al processo di ricostruzione.

Secondo le stime della Banca Mondiale, infatti, i costi totali per la ricostruzione dell’Ucraina ammonterebbero a 411 miliardi di dollari: la Ukraine Recovery Conference ha l’obiettivo di convincere investitori pubblici e privati a contribuire al sostegno economico di Kiev.

E l’Unione Europea?

Dall'inizio della guerra di aggressione russa, l'UE, i suoi Stati membri e le istituzioni finanziarie europee - nell'ambito di un approccio "Team Europe" - stanno mettendo a disposizione fino a 53 miliardi di euro in aiuti finanziari, umanitari, di emergenza, di bilancio e militari. Circa 15 miliardi di euro di assistenza militare sono stati resi disponibili nell'ambito del Fondo europeo per la pace e direttamente dagli Stati membri. Bisogna considerare che la ricostruzione post-invasione è una questione vitale anche per l’UE. Alla conferenza URC 2023 hanno partecipato Ursula von der Leyen e il Commissario UE per il commercio, Valdis Dombrovskis. La Commissione Europea ha proposto di stanziare 50 miliardi di euro per l’Ucraina, di cui 33 in prestiti e 17 a bilancio dei Paesi membri (dati ISPI).

Nella proposta di revisione del budget 2021-2027 la Commissione ha anche chiesto un aumento di 100 miliardi di euro, di cui 66 miliardi da maggiori contributi degli Stati membri. Oltre ai 50 miliardi riservati all’Ucraina, si aggiungerebbero 19 miliardi per tappare la falla creata dall’aumento dei tassi d’interesse europei, 15 per le politiche migratorie, e 10 per colmare fondi già esistenti (alcuni dei quali in funzione anti-Cina). Per essere approvata, la proposta necessita del voto unanime dei Paesi membri entro il 4 dicembre: si preannunciano mesi di discussioni, dato il tema delicato dell’aumento di budget in un periodo di crisi, soprattutto in vista delle elezioni europee del 2024. L’Ucraina è la voce meno dibattuta della revisione di bilancio: tutti gli stati dell’UE sembrano voler contribuire alla ricostruzione con compattezza e senza esitazioni tranne l’Ungheria di Orban. Ma alcuni Stati membri, tra cui Germania e Paesi Bassi, vogliono evitare che gli investimenti post-invasione diventino un mezzo per giustificare spese considerate eccessive e non pertinenti.

Quindi, nonostante il ruolo di primaria importanza giocato dall’Unione Europea, il progetto di ricostruzione dell’Ucraina richiederà una massiccia collaborazione tra enti privati, governi nazionali e organizzazioni internazionali. Mentre la guerra di aggressione della Russia continua, non si conosce ancora il fabbisogno complessivo per la ricostruzione dell'Ucraina. Tuttavia, è importante progettare fin da ora i principali elementi costitutivi di questo sforzo internazionale: destinare miliardi di euro a un Paese dilaniato da un conflitto di cui non si intravede la fine è un rischio, ma vale la pena di correrlo vista la posta in gioco.

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Fonti consultate:

https://www.ispionline.it/it/p... 

https://eu-solidarity-ukraine.... 

https://www.urc-international.... 

Credits: https://www.pexels.com/photo/c... 

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L'Autore

Chiara Cecere

La mia passione per ciò che studio deriva dalla mia inappagabile curiosità, unita ad un briciolo di idealismo. Per quest’ultimo aspetto, le mie esperienze all’estero in precedenza sono state concentrate sui paesi scandinavi: ho trascorso un anno a Stoccolma lavorando come ragazza alla pari durante il mio gap year prima dell’università e ho vinto lo scambio con la prestigiosa università di Lund da gennaio a giugno 2020, durante la triennale in Diplomatic International Sciences all'Università di Bologna. La mia determinazione è confermata dal fatto che sia riuscita a raggiungere un buon livello di svedese in meno di un anno. Inoltre, il secondo semestre del primo anno (gennaio 2022), ho preso parte ad un secondo Erasmus presso l’università di Science Po Lyon, che ho vinto facendo domanda per la carriera futura, magistrale di International Relations - International Affairs. Sono appassionata ed entusiasta riguardo alla scelta del corso di studi triennale, per cui ho scelto di continuare con una magistrale in International Affairs all’università di Bologna. Ho scelto il curriculum di International Affairs proprio perché sono attratta da aree geografiche diverse dall’Europa, in particolare l’Africa. Considero la mia apertura mentale e la mia sensibilità culturale le mie migliori qualità, e la mia forza motrice è una grande curiosità unita a un pizzico di idealismo.

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