La cancellazione del debito in Europa

La proposta di Sassoli è realizzabile?

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  Redazione
  16 dicembre 2020
  3 minuti, 40 secondi

A cura di Lorenzo Bonaguro

Lo scorso 14 novembre il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ha avanzato delle proposte coraggiose: quella che ha fatto più clamore mediatico è stata di cancellare il debito accumulato dalle nazioni nel periodo della pandemia e detenuto dalla Banca Centrale Europea. Il vecchio mantra dei partiti populisti in bocca al Presidente dell’Europarlamento ha scatenato molte reazioni: dal plauso di M5S, Lega e alcuni esponenti di sinistra, al freno di PD e Governo.

La risposta di maggior peso è venuta dalla diretta interessata Christine Lagarde, presidente della BCE. Nel corso di una riunione della Commissione agli affari economici e monetari del Parlamento, l’eurodeputato Zanni (Lega) ha chiesto se l'Eurotower meditasse questa possibilità e la Lagarde ha risposto in maniera diplomatica ma decisa: «Non me lo chiedo neppure perché questa sarebbe una violazione del Trattato». Il ministro dell’Economia Gualtieri è stato più accomodante, ma ha comunque sostenuto che la via migliore resta ripagare il debito con la crescita dell’economia reale.

La proposta di Sassoli ha tre ostacoli: uno giuridico, uno politico e uno economico.

Nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea c’è un esplicito divieto a questo tipo di azione: «Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca Centrale Europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri… a istituzioni, organi od organismi dell'Unione, alle amministrazioni statali…» (ex art. 123 TFUE). Quindi la strada alla cancellazione del debito è sbarrata dal punto di vista giuridico.

E l’ostacolo politico? Si potrebbe rivedere il TFUE, ma perché ciò avvenga gli Stati membri dovrebbero decidere in tal senso, o all’unanimità, in sede di Consiglio Europeo, e poi ratificare nei singoli parlamenti nazionali, oppure riunirsi in una conferenza internazionale apposita. Entrambe le prospettive sono molto lunghe nelle tempistiche e altamente improbabili a causa della posizione dei paesi frugali del nord, i quali, come si è visto negli scorsi mesi, non sono ben disposti a sostenere i problemi economici dei paesi del sud. Se è vero che la crisi sta colpendo tutti, non tutti la sentono allo stesso modo: ovviamente i paesi mediterranei sono in maggior sofferenza. I frugali imporrebbero delle nuove regole più stringenti sulle politiche economiche nazionali; anche il gruppo di Visegrad, poco propenso a delegare a Bruxelles, potrebbe esonerarsi per non delegare ulteriori funzioni.

Terzo ostacolo: l'economia. Perché molti economisti contestano l’idea di cancellazione del debito con tratto di penna? Semplificando, in una condizione di pareggio di bilancio la BCE detiene tanti titoli di stato fra le proprie attività, o assets, quanta è la moneta circolante, che va a comporre la passività. Tagliando i titoli si crea immediatamente una situazione di forte squilibrio di bilancio: il passivo non è coperto da nulla e presto la banca rischia seriamente di fallire. Il fallimento della Banca Centrale farebbe crollare l’intera economia continentale e non solo.

Perciò, meglio riequilibrare immediatamente il bilancio: per fare ciò, ci sono tre strade percorribili. La prima è aumentare le riserve delle banche commerciali, che devono trattenere parte della moneta a loro disposizione limitando quindi la possibilità di imprese e famiglie di chiedere prestiti. La seconda è aumentare le risorse proprie della BCE tramite un conferimento di capitali da parte degli azionisti, che però sono le banche centrali nazionali. La terza è ridurre le passività a bilancio fino al pareggio, attuando una politica monetaria restrittiva e cioè togliendo dalla circolazione parte della moneta.

Tutte le suddette strade portano alla medesima conseguenza: la quantità di moneta circolante diminuirebbe enormemente, mentre proprio in questo momento tutte le economie europee hanno bisogno di politiche monetarie espansive, ossia di maggior liquidità per sopravvivere e per ripartire non appena l’emergenza sanitaria sarà passata.

Giuridicamente e politicamente l’unica soluzione possibile, ed economicamente desiderabile, resta quella del Ministro Gualtieri: ripagare il debito con la crescita economica. Crescita che stenta a ripartire dalla crisi del 2008, e che nemmeno prima se la cavava benissimo. Al Paese servono delle riforme radicali per essere rimesso in moto, ma la cancellazione del debito non è una di queste.

Fonti consultate per il presente articolo:

https://www.ilsole24ore.com/ar...

https://www.avvenire.it/opinio...

https://europa.today.it/attual...

https://eur-lex.europa.eu/LexU...

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